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ISIDE SVELATA

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esse sono dirette, o piuttosto adombrate dall’Intelligenza Divina, che gli scienziati<br />

trascurano così scrupolosamente, ma senza la quale nemmeno il più piccolo verme può<br />

strisciare a terra. Il più semplice e più comune di tutti i fenomeni naturali, lo stormire delle<br />

foglie al lieve contatto della brezza, richiede un costante esercizio di queste facoltà. Gli<br />

scienziati possono chiamarle leggi cosmiche, immutabili e incambiabili. Ma dietro queste<br />

leggi dobbiamo cercare la causa intelligente che, dopo aver creato e messo in moto queste<br />

leggi, ha infuso in esse l’essenza della sua propria coscienza. Sia che la si chiami causa<br />

prima, o volontà universale, o Dio, essa deve sempre produrre intelligenza.<br />

E adesso possiamo domandarci come può, una volontà, manifestarsi intelligentemente<br />

e inconsciamente in egual tempo. E difficile, se non impossibile, concepire un’intellezione<br />

separata dalla coscienza. Per coscienza non (199) intendiamo necessariamente una<br />

coscienza fisica o corporea. La coscienza è una qualità del principio senziente, o, in altre<br />

parole, dell’anima; e questa spesso mostra un ‘attività anche quando il corpo è<br />

addormentato o paralizzato. Quando alziamo meccanicamente un braccio, possiamo<br />

immaginare di farlo inconsciamente perché i nostri sensi superficiali non possono<br />

apprezzare l’intervallo tra la formulazione dell’intenzione e la sua esecuzione. Pur latente<br />

in noi, la nostra vigile volontà ha prodotto forza e ha messo in moto la nostra materia. Non<br />

vi è nulla, nella natura del più triviale dei fenomeni medianici, che renda plausibile la<br />

teoria di Cox. Se l’intelligenza manifestata da questa forza non è una prova che appartenga<br />

a uno spirito disincarnato, lo è ancor meno che venga inconsciamente prodotta dal<br />

medium. Lo stesso Crookes ci parla di casi in cui l’intelligenza non può essere stata<br />

emanata da alcuno che fosse nella stanza; come nel caso in cui la parola “comunque”,<br />

coperta dal suo dito e ignota a lui stesso, fu scritta esattamente dalla planchette.(39)<br />

Nessuna spiegazione può dare ragione di questo fatto; la sola ipotesi sostenibile — se<br />

escludiamo l’intervento di un potere spiritico — è che siano entrate in giuoco facoltà<br />

chiaroveggenti. Ma gli scienziati negano la chiaroveggenza; e se, per evitare la sgradevole<br />

alternativa di attribuire i fenomeni a una fonte spiritica, ammettono la chiaroveggenza, ne<br />

consegue che, o devono accettare la spiegazione cabalistica di questa facoltà, o devono<br />

affrontare il compito, finora fallito, di costruire una nuova teoria rispondente ai fatti.<br />

Inoltre, se per amor di discussione ammettiamo che la parola di Crookes, “comunque”,<br />

possa essere stata letta chiaroveggentemente, che cosa diremo delle comunicazioni<br />

medianiche che hanno carattere profetico? Vi è forse una teoria dell’impulso medianico la<br />

quale spieghi la capacità di predire eventi che sfuggono alle possibili conoscenze di chi<br />

parla e di chi ascolta? Cox deve provare ancora.<br />

Come abbiamo detto, la moderna forza psichica e l’antico fluido oracolare, terrestre o<br />

sidereo che sia, sono identici nell’essenza: una semplice forza cieca, così come lo è l’aria.<br />

E se in un dialogo le onde sonore prodotte dalla conversazione degli interlocutori<br />

influiscono sullo stesso corpo dell’aria, questo non permette alcun dubbio sul fatto che vi<br />

sono due persone che parlano fra loro. E forse più ragionevole affermare che, quando un<br />

agente comune viene impiegato dal medium e dallo “spirito” per comunicare<br />

reciprocamente, debba esservi necessariamente la manifestazione di una sola intelligenza?<br />

Come l’aria è necessaria per il mutuo scambio di suoni udibili, così certe correnti di luce<br />

astrale, o etere, dirette da un’Intelligenza, sono necessarie per la produzione dei fenomeni<br />

detti spiritici. Mettete due interlocutori sotto la campana di una pompa aspirante e, se<br />

potessero vivere, le loro parole rimarrebbero pensieri inarticolati, perché non vi sarebbe<br />

(39) Crookes, Researches ecc., pag 96.<br />

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