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ISIDE SVELATA

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Ma, per chi conosca il professor Draper, anche per sola fama, quest’ultima<br />

supposizione è semplicemente assurda. Dobbiamo quindi pensare, con profondo<br />

rammarico, che egli volesse rappresentare sotto un falso aspetto le loro aspirazioni<br />

religiose. E decisamente difficile per i filosofi moderni, il cui solo scopo sembra essere<br />

quello di eliminare le idee di Dio e di spirito immortale dalla mente dell’umanità, dover<br />

trattare con imparzialità storica i più celebri platonici pagani. Il dovere ammettere, da una<br />

parte, il loro profondo sapere, il loro genio, le loro conquiste nei più astrusi problemi<br />

filosofici, e quindi la loro sagacia, e, dall’altra, la loro adesione senza riserve alla dottrina<br />

dell’immortalità, del trionfo finale dello spirito sulla materia, e la loro implicita fede in Dio<br />

e negli dèi, o spiriti, nel ritorno dei morti, nelle apparizioni e in altri fatti “spirituali”, è un<br />

dilemma che non possiamo ragionevolmente aspettarci di vedere risolto tanto facilmente<br />

dalla natura umana accademica.<br />

Esposizione deliberatamente erronea di Lemprière<br />

Il sistema adottato da Lemprière, (11) in questa circostanza è ancora più rozzo di quello<br />

del professor Draper, ma egualmente efficace. Egli accusa gli antichi filosofi di deliberata<br />

falsità, imbroglio e credulità. Dopo aver dipinto ai suoi lettori Pitagora, Plotino e Porfirio<br />

come meraviglie di sapere, di moralità e di talento, come uomini eminenti per dignità<br />

personale, purezza di vita e abnegazione nella ricerca delle divine verità, non esita a<br />

classificare “questo celebre filosofo” (Pitagora) fra gli impostori, mentre attribuisce a<br />

Porfirio “credulità, mancanza di giudizio e disonestà”. Costretto dai fatti storici a dar loro il<br />

giusto dovuto nel corso della sua narrazione, egli rivela il suo fanatico pregiudizio nei<br />

commenti fra parentesi che si permette. Da questo antiquato scrittore del secolo scorso<br />

possiamo imparare che un uomo può essere onesto e, in egual tempo, impostore, puro,<br />

virtuoso e grande filosofo e tuttavia disonesto, bugiardo e folle.<br />

L’anima astrale dell’uomo non è immortale<br />

Abbiamo mostrato altrove che la “dottrina segreta” non concede un’eguale immortalità<br />

a tutti gli uomini. “L’occhio non vedrebbe mai il sole se non fosse della natura del sole”,<br />

dice Plotino. Solo “attraverso la più elevata purezza e castità ci avvicineremo a Dio e<br />

riceveremo nella Sua contemplazione la vera conoscenza e la vera intuizione”, scrive<br />

Porfirio. Se l’anima umana, durante la sua vita terrena, ha trascurato di ricevere la sua<br />

illuminazione dal suo Spirito Divino, il nostro Dio personale, diviene difficile, per l’uomo<br />

grossolano e sensuale, sopravvivere per molto tempo alla sua morte fisica. Come il mostro<br />

informe non può vivere a lungo dopo la nascita fisica, così l’anima, quando è divenuta<br />

troppo materiale, non può continuare a esistere dopo la sua nascita nel mondo spirituale.<br />

La viabilità della forma astrale è così debole che le particelle non possono aderire<br />

solidamente fra loro quando essa è scivolata fuori dalla rigida capsula del corpo esteriore.<br />

Le sue particelle, obbedendo gradualmente all’attrazione disorganizzatrice dello spazio<br />

universale, si disperdono infine senza possibilità di riaggregazione. Quando avviene una<br />

tale catastrofe, l’individuo cessa di esistere: il suo glorioso Augoeide lo ha lasciato.<br />

Durante il periodo intermedio fra la morte corporea e la disgregazione della forma astrale,<br />

questa, legata dall’attrazione magnetica al suo repellente corpo, vaga attorno a esso<br />

suggendo vitalità dalle sue possibili vittime. L’uomo che ha chiuso fuori di sé ogni raggio<br />

di luce divina è perduto nelle tenebre e quindi si aggrappa alla terra e a ciò che è terreno.<br />

(11) Dictionnaire classique, 1788.<br />

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