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ISIDE SVELATA

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Veda, i dotti bramini, spiegano la stessa dottrina nel Vedanta. L’anima, secondo il loro<br />

insegnamento, come parte del divino spirito universale, o mente immateriale, è capace di<br />

unirsi con l’essenza della sua più alta Entità. L’insegnamento è esplicito; il Vedanta<br />

afferma che chiunque raggiunge la piena conoscenza del suo dio diviene un dio quando è<br />

ancora nel suo corpo mortale e acquista la supremazia su tutte le cose.<br />

Draper, citando dalla teologia vedici il verso che dice: “In realtà vi è una sola Divinità,<br />

lo Spirito Supremo; esso è della stessa natura dell’anima umana”, dimostra che le dottrine<br />

buddhiste hanno raggiunto l’Europa orientale attraverso Aristotele. Crediamo che questa<br />

affermazione non sia fondata, perché Pitagora, e dopo di lui Platone, insegnarono quelle<br />

dottrine molto prima di Aristotele. Se in seguito gli ultimi platonici accettarono nella loro<br />

dialettica gli argomenti aristotelici sull’emanazione, fu solo perché le sue teorie<br />

coincidevano, sotto certi aspetti, con quelle dei filosofi orientali. Il numero armonico di<br />

Pitagora e le dottrine esoteriche di Platone sulla creazione sono inseparabili dalla dottrina<br />

buddhista dell’emanazione, e il grande scopo della filosofia pitagorica, quello cioè di<br />

liberare l’anima astrale dai lacci della. materia e dei sensi rendendola così adatta all’eterna<br />

contemplazione delle cose spirituali, è una teoria identica alla dottrina buddhista<br />

dell’assorbimento finale. E il Nirvana interpretato nel senso giusto: un credo metafisico<br />

che comincia appena a essere sospettato dai nostri moderni studiosi di sanscrito.<br />

Se le dottrine di Aristotele hanno esercitato sui più tardi neoplatonici una tale<br />

“influenza dominante”, come mai né Plotino, né Porfirio, né Proclo accettarono mai le Sue<br />

teorie sui sogni e le visioni profetiche dell’anima? Mentre Aristotele riteneva che la<br />

maggior parte di coloro che profetizzano siano colpiti da “malattie mentali” (8) — fornendo<br />

così ad alcuni plagiari e specialisti americani la possibilità di snaturare alcune idee<br />

ragionevoli — le opinioni di Porfirio, e quindi quelle di Plotino, erano esattamente<br />

opposte. Nei problemi più vitali delle speculazioni metafisiche, Aristotele è sempre<br />

contraddetto dai neoplatonici. Inoltre, o il Nirvana buddhista non è quella dottrina<br />

nichilista quale oggi viene interpretata, o i neoplatonici non l’accettarono in questo senso.<br />

Certamente Draper non si prenderà la responsabilità di affermare che Plotino, Porfirio,<br />

Giamblico o qualsiasi altro filosofo della loro scuola mistica non credevano<br />

nell’immortalità dell’anima. Dire che qualcuno di loro considerava l’estasi come una<br />

“pregustazione dell’assorbimento nell’anima mondana universale”, nel senso in cui il<br />

Nirvana buddhista è concepito da ogni sanscritista, è far torto a questi filosofi. Come<br />

ritiene Draper, il Nirvana non è un “riassorbimento nella Forza Universale, riposo eterno e<br />

beatitudine”; ma, quando è considerato alla lettera dai dotti a cui abbiamo accennato,<br />

significa annullamento, estinzione, completo annichilimento, e non assorbimento. (9)<br />

Nessuno, che sappiamo, ha cercato di accertare il vero significato metafisico di questa<br />

parola, che non si trova nemmeno nel Lankâvatâra, (10) il quale dà le diverse interpretazioni<br />

del Nirvana da parte dei brahmani Tirthaka. Di conseguenza, per chi legga questo passo<br />

nell’opera di Draper, e abbia in mente solo il significato generalmente accettato del<br />

Nirvana, supporrà naturalmente che Plotino e Porfirio fossero nichilisti. Questa pagina del<br />

Conflict ci dà un certo diritto di supporre che, o 1) il dotto autore voleva porre Plotino e<br />

Porfirio sullo stesso piano di Giordano Bruno, di cui egli fa, molto erroneamente, un ateo;<br />

o 2) che egli non si è mai preso la briga di studiare le vite e le opinioni di questi filosofi.<br />

(8) Problemata, XXX, 1-9.<br />

(9) Vedi Max Müller, The Meaning of Nirvana.<br />

(10) Il Lankâvatâra, trad. di Burnouf, pag. 514.<br />

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