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ISIDE SVELATA

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plutoniche e sconfiggere l’ex-arcangelo ribelle. A loro volta i cabalisti spiegano l’allegoria<br />

in un modo semi-scientifico. Il secondo Adamo, o la prima razza creata che Platone chiama<br />

dèi e la Bibbia Elohim, non era triplo nella sua natura come l’uomo terreno, ossia non era<br />

composto di anima, spirito e corpo, ma era un composto di elementi astrali sublimati in cui<br />

il “Padre” aveva insufflato uno spirito immortale e divino. Quest’ultimo, a causa della sua<br />

divina essenza, lottava continuamente per liberarsi dai legami di questa prigione, per<br />

quanto sottile; così i “figli di Dio”, nei loro imprudenti sforzi, furono i primi a tracciare un<br />

futuro modello per la legge ciclica. Ma l’uomo non deve essere “come uno di noi”, dice la<br />

divinità Creatrice, uno degli Elohim “incaricato di fabbricare l’animale inferiore”. E così,<br />

quando gli uomini della prima razza ebbero raggiunto il sommo del primo ciclo, persero il<br />

loro equilibrio, e il loro secondo involucro, la loro veste più grossolana (il corpo astrale), li<br />

trasse a scendere lungo l’arco opposto (5).<br />

Questa versione cabalistica dei figli di Dio (o della luce) è data nel Codex Nazaraeus.<br />

Bahak-Zivo, il “padre dei geni, è incaricato di “costruire creature.”“ Ma, poiché egli<br />

“ignora l’Orco”, non riesce a farlo e chiama in suo aiuto Fetahil, uno spirito ancora più<br />

puro, che vi riesce ancor meno.<br />

Allora appare sulla scena della creazione lo “spirito” )6) (che propriamente dovrebbe<br />

essere tradotto “anima” perché è l’anima mundi, e che per i nazareni e per gli gnostici era<br />

femminile) il quale accorgendosi che in Fetahil, (7) l’uomo più nuovo (l’ultimo), lo<br />

splendore era “mutato” e che in questo splendore vi erano “decrescenza e danno”, sveglia<br />

Karabtanos (8) “che era frenetico e privo di senso e di giudizio”, e gli dice: “Svegliati;<br />

guarda, lo splendore (luce) dell’uomo più nuovo (Fetahil) non è riuscito (a produrre o<br />

creare l’uomo), il declino di questo splendore è palese. Svegliati, vieni con la MADRE (Io<br />

spiritus) e liberati dai limiti in cui sei chiuso e da quelli più vasti del mondo intero”. Dopo<br />

di che avviene l’unione della materia disordinata e cieca guidata dalle insinuazioni dello<br />

spirito (non il divino respiro, ma lo spirito astrale che, per la sua doppia essenza, è già<br />

inquinato di materia) ed essendo stata accettata l’offerta della MADRE, lo spirito concepisce<br />

le “sette figure” che Ireneo è incline a considerare come i sette stellari (pianeti), ma che<br />

rappresentano i sette peccati capitali, la progenie di un’anima astrale separata dalla sua<br />

fonte divina (lo spirito) e dalla materia, il cieco demone della concupiscenza. Vedendo<br />

questo, Fetahil stende la mano verso l’abisso della materia e dice: “Che la terra esista come<br />

è esistita la sede dei poteri”. E immergendo la mano nel caos e condensandolo, crea il<br />

nostro pianeta. (9)<br />

Il Codex continua poi a dirci come Bahak-Zivo fu separato dallo spirito e i geni, o<br />

angeli, dai ribelli. (10) In seguito Mano (11) (il massimo), che abita con il massimo FERHO,<br />

chiama Kebar-Zivo (conosciuto anche con il nome di Nebar-Iavar bar lufin-Ifafin), il<br />

(5) Vedi Platone, Timeo.<br />

(6) Sull’autorità di Ireneo, di Giustino martire e dello stesso Codex, Dunlap dimostra che i nazareni trattavano<br />

il loro “spirito”, o piuttosto l’anima, come un Cattivo Potere femminile. Ireneo, accusando gli gnostici di<br />

eresia, chiama Cristo e lo Spirito Santo la coppia gnostica che produce gli Eoni”. (Dunlap, Sod, the Son of the<br />

Man, pag. 52, nota).<br />

(7) Fetahil era per i nazareni il re della luce e il Creatore; ma in questo caso è lo sfortunato Prometeo che non<br />

riesce a trattenere il Fuoco vivente, necessario per la formazione dell’anima divina, perché ignora il nome<br />

segreto (l’ineffabile e incomunicabile nome dei cabalisti).<br />

(8) Lo spirito della materia e della concupiscenza.<br />

(9) Vedi Franck, Codex Nazaraeus, e Dunlap, Sod, the Son of the Man.<br />

(10) Codex Nazaraeus, II, 233.<br />

(11) Questo Mano dei Nazareni somiglia stranamente al Manu indù, l’uomo celeste del Rig-Veda.<br />

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