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ISIDE SVELATA

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celebrato, come dice lo storico Giuseppe, (23) per la sua sapienza magica, trasse le sue<br />

conoscenze dall’India attraverso Hiram, re di Ophir e forse di Saba. Il suo anello,<br />

comunemente conosciuto come “sigillo di Salomone”, così celebrato in tutte le leggende<br />

popolari per la sua potente influenza su ogni genere di geni e di demoni, è egualmente di<br />

origine indù. Scrivendo delle pretenziose e abominevoli capacità degli “adoratori del<br />

diavolo” di Travancore, il reverendo Samuel Mateer, della Società Missionaria di Londra,<br />

afferma di essere in possesso di un antichissimo volume manoscritto di incanti magici e<br />

sortilegi in lingua Malayâlim, che dà istruzioni per produrre una grande varietà di<br />

fenomeni. Naturalmente aggiunge che “molti di essi sono terribili per la loro malvagità e<br />

oscenità”, e presenta nella sua opera il fac-simile di alcuni amuleti che portano figure e<br />

disegni magici. Fra questi ne troviamo uno su cui è scritto: “Per far cessare il tremito che<br />

deriva dalla possessione demoniaca, tracciate questa figura su di una pianta che abbia un<br />

succo lattiginoso e passatevi attraverso un chiodo; il tremito cesserà”. (24) La figura è<br />

identica al sigillo di Salomone, o doppio triangolo dei cabalisti. Gli Indù lo derivarono dai<br />

cabalisti ebrei, o questi dall’India per eredità del loro grande re cabalista, il saggio<br />

Salomone? (25) Ma noi lasceremo questa disputa oziosa per continuare la più interessante<br />

questione della luce astrale e delle sue proprietà sconosciute.<br />

(23) Giuseppe, Antichità ebraiche, vol. VIII, c. 2,5.<br />

(24) The Land of Charity, pag. 210.<br />

( 25)<br />

Le affermazioni di certi “adepti”, che contrastano con quelle degli studiosi della pura Cabala ebraica, e<br />

dimostrano che la “dottrina segreta” ha avuto origine in India, di dove fu portata in Caldea passando poi nelle<br />

mani degli Ebrei “Tanalm”, è singolarmente confermata dalle ricerche dei missionari cristiani. Questi pii e<br />

dotti viaggiatori sono venuti senza volerlo in nostro aiuto. Il dott. Caldwell, nella sua Grammatica comparata<br />

delle lingue dravidiche, pag. 66, e il dott. Mateer, in The Land of Charity (La terra della Carità), pag. 83,<br />

sostengono pienamente la nostra affermazione che il “saggio” re Salomone trasse dall’India tutta la sua<br />

scienza cabalistica, come ben dimostra la figura su riportata. Il secondo di questi missionari desidera provare<br />

che antichissimi ed enormi esemplari di baobab, che non è, a quanto pare, un albero originario dell’India ma<br />

appartiene al suolo africano, e “si trova solo in alcuni centri di commercio straniero (a Travancore), possono,<br />

per quanto ne sappiamo, essere stati introdotti in India e piantati dai servitori del re Salomone”. Un’altra<br />

prova è ancora conclusiva. Il dott. Mateer dice nel suo capitolo sulla storia naturale del Travancore: “Vi è un<br />

fatto curioso collegato con il nome di questo uccello (il pavone), che getta qualche luce sulla storia delle<br />

Scritture. Il re Salomone inviò la sua flotta a Tarshish (I Re, X, 22) da cui essa tornò dopo tre anni portando<br />

“oro e argento, avorio, scimmie e pavoni”. La parola usata dalla Bibbia ebraica per pavone è tukki, e, poiché<br />

gli Ebrei non avevano ovviamente un nome per questi begli uccelli finché non furono importati per la prima<br />

volta in Giudea dal re Salomone, non vi è dubbio che tukki è semplicemente l’antica parola tamil toki, nome<br />

del pavone. Anche la scimmia è chiamata in ebraico koph, corrispondente alla parola indiana kaphi. L’avorio,<br />

abbiamo visto, abbonda nell’India meridionale, e l’oro è vastamente diffuso nei fiumi della costa occidentale.<br />

Quindi il paese di Tarshish di cui si è parlato era indubbiamente la costa occidentale dell’India, e le navi di<br />

Salomone erano le antiche navi delle Indie orientali”. Da tutto ciò possiamo concludere che, oltre a “l’oro,<br />

l’argento, le scimmie e i pavoni”, il re Salomone e il suo amico Hiram, così celebri nella Massoneria, trassero<br />

dall’India la loro “magia” e la loro “sapienza”.<br />

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