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ISIDE SVELATA

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Alcuni anni fa avvenne, a Mosca, un notevole caso di morte apparente. La moglie di<br />

un ricco mercante rimase in stato catalettico per diciassette giorni, durante i quali le<br />

autorità tentarono varie volte di farla seppellire; ma, poiché la decomposizione non era<br />

avvenuta, la famiglia impedì la cerimonia, e alla fine di questo periodo ella tornò in vita.<br />

Tutti questi esempi mostrano come anche gli uomini più istruiti nella professione<br />

medica sono incapaci di stabilire con certezza quando una persona è morta. Ciò che essi<br />

chiamano “sospensione di vita” è uno stato da cui il paziente si riprende spontaneamente<br />

grazie a uno sforzo del suo spirito, che può essere provocato da varie cause. In questi casi<br />

il corpo astrale non ha lasciato il corpo fisico: sono solo sospese le sue funzioni esterne; il<br />

soggetto è in uno stato di torpore, e la resurrezione non è altro che l’uscita da questo stato.<br />

Ma nel caso di ciò che i fisiologi chiamerebbero “morte reale”, e che non è<br />

effettivamente tale, il corpo astrale si è ritirato, e può anche essere iniziata la<br />

decomposizione. Come può, l’uomo, essere riportato in vita? Si risponde: il corpo interiore<br />

può essere forzato a tornare in quello esterno, e la vitalità può essere risvegliata in<br />

quest’ultimo. L’orologio si è fermato, deve essere ricaricato. Se la morte è assoluta, se gli<br />

organi non solo hanno cessato di agire, ma hanno perso la possibilità di riprendere l’azione,<br />

l’intero universo dovrebbe essere riportato nel caos per risuscitare il cadavere: sarebbe<br />

necessario un miracolo. Ma, come abbiamo detto, l’uomo non è morto quando è freddo,<br />

rigido, senza pulsazioni e senza respiro e perfino con segni di decomposizione; non è<br />

morto quando viene sepolto né in seguito, finché non sia stato raggiunto un certo punto. E<br />

tale punto è quando gli organi vitali sono divenuti così decomposti che, se rianimati, non<br />

potrebbero adempiere le loro usuali funzioni; quando la molla e gli ingranaggi della<br />

macchina, per così dire, sono così corrosi dalla ruggine che si spezzerebbero al primo giro<br />

di chiave. Finché questo punto non sia raggiunto, il corpo astrale può essere costretto,<br />

senza miracoli, a rientrare nel suo involucro, sia per uno sforzo della sua stessa volontà, sia<br />

per l’irresistibile impulso di chi conosca le potenze della natura e il modo di dirigerle. La<br />

scintilla non è spenta ma solo latente: latente come il fuoco nella selce o il calore nel ferro<br />

freddo.<br />

Nei casi della più profonda chiaroveggenza catalettica, come quelli ottenuti da Du<br />

Potet e descritti con grande minuzia dal defunto prof. William Gregory, nelle sue Letters<br />

on Animal Magnetism (Lettere sul magnetismo animale), lo spirito è liberato dal corpo fino<br />

a tal punto che gli sarebbe impossibile rientrarvi senza uno sforzo della volontà del<br />

mesmerizzatore. Il soggetto è praticamente morto e, lasciato a se stesso, lo spirito<br />

fuggirebbe per sempre. Sebbene indipendente dal torpido involucro, lo spirito semi-libero è<br />

tuttavia legato a esso da una corda magnetica descritta dai chiaroveggenti come scura e<br />

fumosa in contrasto con l’ineffabile lucentezza dell’atmosfera astrale attraverso la quale<br />

essi vedono. Plutarco, riferendo la storia di Tespesio, che cadde da una grande altezza e<br />

rimase tre giorni apparentemente morto, ci presenta l’esperienza di lui durante il suo stato<br />

di morte parziale. “Tespesio”, egli dice, “notò allora di essere diverso dai morti che lo<br />

circondavano... Essi erano trasparenti e circondati da una radiazione, ma egli sembrava<br />

portare dietro di sé una radiazione scura o linea d’ombra”. Tutta la sua descrizione, minuta<br />

e circostanziata nei particolari, appare confermata dai chiaroveggenti di ogni periodo, e,<br />

per quanto questo tipo di testimonianza possa essere valido, è importante. I cabalisti,<br />

secondo l’interpretazione che di essi dà Eliphas Levi nella sua Science des Esprits,<br />

sostengono che “Quando l’uomo cade nell’ultimo sonno, viene immerso anzitutto in una<br />

specie di sogno prima di prendere coscienza dell’altro lato della vita. Egli vede allora, in<br />

una bella visione o in un terribile incubo, il paradiso o l’inferno nei quali credeva durante<br />

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