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ISIDE SVELATA

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del tutto; che le impressioni seminali erano riposte nel meccanismo della terra; che l’acqua,<br />

dissolvendo la terra e fermentando in essa, come fa per mezzo del fuoco, produce tutte le<br />

cose; e che di lì provengono in origine i regni animali, vegetale e minerale”.(35)<br />

Gli alchimisti comprendevano bene questo universale potere dell’acqua. Nelle opere di<br />

Paracelso, Van Helmont, Filalete, Pantatem, Tachenius e perfino Boyle, è esplicitamente<br />

citata la “grande caratteristica dell’alkahest” “di dissolvere e mutare tutti i corpi sublunari,<br />

esclusa la sola acqua”. Ed è impossibile credere che Van Helmont, il cui carattere privato<br />

era ineccepibile, e il cui grande sapere era universalmente riconosciuto, abbia<br />

solennemente dichiarato di possedere il segreto, se fosse stata una semplice vanteria.(36)<br />

In un recente discorso pronunciato a Nashville, nel Tennessee, il professor Huxley<br />

espose una certa legge circa la validità della testimonianza umana come base della storia e<br />

della scienza, e noi siamo pronti ad applicarla al caso presente. “E impossibile”, egli dice,<br />

“che la nostra vita pratica non sia più o meno influenzata dalle opinioni che possiamo<br />

avere su quella che è stata la storia passata delle cose. Una di esse è la testimonianza<br />

umana nelle sue varie forme: tutte le affermazioni dei testimoni oculari, la tradizione orale<br />

avuta dalle labbra di coloro che sono stati testimoni oculari, e le testimonianze di coloro<br />

che hanno scritto e stampato le loro impressioni... Se leggiamo i Commentari di Cesare,<br />

dovunque egli racconta le sue battaglie con i Galli siamo portati a credere nelle sue<br />

narrazioni. Sentiamo che Cesare non avrebbe fatto quelle affermazioni se non avesse<br />

creduto che erano vere”.<br />

Non possiamo logicamente ammettere che la regola filosofica di Huxley sia applicata<br />

a Cesare in modo unilaterale. O questo personaggio era naturalmente veritiero, o era<br />

naturalmente bugiardo; e poiché Huxley ha preso posizione a suo favore su questo punto<br />

per quel che riguarda i fatti militari, noi affermiamo che Cesare è un testimonio credibile<br />

anche per quel che riguarda gli auguri, gli indovini e i fatti psicologici. Così per Erodoto e<br />

le altre antiche autorità: non devono essere creduti neppure per quel che riguarda i fatti<br />

civili e militari a meno che non siano per natura veritieri. Falsus in uno, falsus in omnibus.<br />

Ed egualmente, se sono credibili nelle cose fisiche, devono essere considerati tali anche<br />

nelle cose spirituali; perché, come dice il professor Huxley, la natura umana era giusta<br />

nell’antichità come lo è oggi. Uomini di intelletto e di coscienza non hanno mentito per il<br />

piacere di ingannare e offendere la posterità.<br />

Poiché le probabilità che tali uomini abbiano falsificato la verità sono state definite<br />

così chiaramente da un uomo di scienza, ci sentiamo liberati dalla necessità di discutere<br />

l’argomento relativamente ai nomi di Van Helmont e del suo illustre ma sfortunato<br />

maestro, il tanto screditato Paracelso. Deleuze, pur trovando nelle opere del primo molte<br />

“idee mitiche e illusorie” — forse solo perché non riusciva a capirle — gli concede tuttavia<br />

una vasta conoscenza, un “acuto giudizio, e, in egual tempo, il merito di aver dato al<br />

mondo “grandi verità”. “Egli fu il primo”, aggiunge, “a dare il nome di gas ai fluidi<br />

aeriformi. Senza di lui è probabile che l’acciaio non avrebbe dato un nuovo impulso alla<br />

scienza”.(37) Quale dottrina delle probabilità dovremmo applicare per scoprire la<br />

verosimiglianza che sperimentatori capaci di scomporre e ricombinare sostanze chimiche,<br />

come si ammette che abbiano fatto, ignorassero la natura delle sostanze elementari, le loro<br />

energie di combinazione, e il solvente o i solventi che le disgregano quando si vuole? Se<br />

(35) John Bumpus, Alchemy and the Alkahest, 85, J. S. F. edizione del 1820.<br />

(36) Vedi le opere di Boyle.<br />

(37) Deleuze, De l’opinion de Van Helmont sur la cause, la nature et les effets du magnetimie. Anim. Vol. I,<br />

pag. 45 e vol. II, pag. 198.<br />

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