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ISIDE SVELATA

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E adesso possiamo tornare ancora una volta alla simbologia degli antichi tempi e ai<br />

loro miti psicoreligiosi. Prima di finire questa opera speriamo di dimostrare più o meno<br />

felicemente quanto strettamente le concezioni degli antichi si colleghino con molte delle<br />

scoperte moderne nella fisica e nella filosofia naturale. Sotto le formule emblematiche e la<br />

particolare fraseologia del clero antico vi sono latenti accenni di scienze non ancora<br />

scoperte nel presente ciclo. Per quanto uno studioso possa essere familiare con gli scritti<br />

ieratici e il sistema geroglifico degli Egiziani, deve anzitutto imparare a scrutare nei loro<br />

archivi. Deve assicurarsi, col compasso e il righello alla mano, che le iscrizioni che sta<br />

esaminando concordino a capello con certe figure geometriche fisse che sono la chiave<br />

segreta di quei documenti, prima di arrischiare una interpretazione.<br />

Ma vi sono miti che parlano da soli. Possiamo includere in questa categoria quello dei<br />

creatori bisessuali di ogni cosmogonia. Il greco Zeus-Zen (etere), con Chthonia (la terra<br />

caotica) e Metis (l’acqua) sue mogli; Osiride e Iside-Latona, di cui il primo rappresenta<br />

egualmente l’etere, la prima emanazione della Divinità Suprema, Amun, l’originaria fonte<br />

di luce, mentre la dea rappresenta egualmente la terra e l’acqua; Mithras, (54) il dio nato<br />

dalla roccia, simbolo del fuoco mondiale maschio, la personificazione della luce<br />

primordiale, e Mithra, la dea del fuoco, sua madre e sua moglie a un tempo; il puro<br />

elemento del fuoco (il principio attivo o maschile) considerato come luce e calore, in<br />

congiunzione con la terra e con l’acqua, o materia (elementi femminili o passivi della<br />

generazione cosmica). Mithras è il figlio di Bordj, montagna mondiale persiana, (55) da cui<br />

scaturisce come un fulgido raggio di luce. Brahma, il dio fuoco, e la sua prolifica consorte;<br />

e lo Unghi indù, la fulgida divinità dal cui corpo escono mille fiumi di gloria e sette lingue<br />

di fiamma, e in cui onore i brahmani di Sagniku alimentano fino a oggi un fuoco perpetuo;<br />

Siva, personificato dalla montagna mondiale degli Indù, il Meru (Himalaya). Questo<br />

terribile diofuoco, che la leggenda dice essere disceso dal cielo, come il Jehova ebraico, in<br />

un pilastro di fuoco, e una dozzina di altre divinità dal doppio sesso, tutti proclamano ad<br />

alta voce il loro significato nascosto. E che cosa possono significare, questi miti duali, se<br />

non il principio fisico-chimico della creazione primordiale? La prima rivelazione della<br />

Causa Suprema nella sua triplice manifestazione di spirito, forza e materia? La divina<br />

correlazione e il punto di partenza dell’evoluzione, allegorizzati nel matrimonio del fuoco<br />

con l’acqua, prodotti dell’elettrizzante spirito, unione del principio maschile attivo con<br />

l’elemento femminile passivo, che divengono i genitori del loro figlio tellurico, la materia<br />

cosmica, la prima materia, il cui spirito è l’etere, la LUCE ASTRALE?<br />

Così tutte le montagne mondiali, le uova mondiali, gli alberi mondiali, i serpenti e i<br />

pilastri mondiali, devono essere considerati raffigurazioni scientificamente dimostrate di<br />

verità di filosofia naturale. Tutte queste montagne contengono, con insignificanti<br />

variazioni, la descrizione allegoricamente espressa della cosmogonia primordiale; gli alberi<br />

mondiali, quella della susseguente evoluzione dello spirito e della materia; i serpenti e i<br />

pilastri mondiali sono i ricordi simbolici dei vari attributi di questa doppia evoluzione<br />

nell’infinita correlazione delle forze cosmiche. Nei misteriosi recessi della montagna — la<br />

matrice dell’universo — gli dèi (poteri) preparano i germi atomici della vita organica, e in<br />

egual tempo la bevanda vitale che, quando è gustata, risveglia nell’uomo-materia, l’uomospirito.<br />

Il soma, la bevanda sacrificale degli Indù, è questo sacro liquore. Perché, al<br />

momento della creazione della prima materia, mentre la parte più grossolana di esso fu<br />

(54) Mithras fu considerato dai Persiani il Theos ek petros, il dio della roccia.<br />

(55) Bordj è considerato una montagna di fuoco, un vulcano; quindi contiene fuoco, roccia, terra e acqua, gli<br />

elementi maschili o attivi, e femminili o passivi. Il mito è suggestivo.<br />

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