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ISIDE SVELATA

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matrona volle sapere il nome di un illuminato che riposava su uno di quei fiori in una veste<br />

fluttuante e meravigliosamente chiara. Quella che era stata la sua serva rispose: “E Yangkie”.<br />

Le chiese allora il nome di un altro, e le fu risposto: “E Mahu.” La signora chiese<br />

ancora: “In quale luogo mi troverò nella mia nuova esistenza?” L’anima benedetta la<br />

condusse più oltre mostrandole una collina splendente di oro e di azzurro. “Ecco,” disse,<br />

“il tuo futuro soggiorno. Tu apparterrai al primo ordine dei beati.” Quando la matrona si<br />

svegliò, mandò a chieder notizie di Yang-kie e di Mahu. Il primo era già defunto, l’altro<br />

era ancora vivo e in buona salute. Così ella seppe che l’anima di chi avanza nella santità<br />

senza mai volgersi indietro può già abitare nella Terra della Luce anche se il suo corpo è<br />

ancora in questo mondo transitorio”.<br />

Nello stesso Saggio è tradotta un’altra storia cinese dello stesso significato. “Conobbi<br />

un uomo”, dice l’autore, “il quale durante la sua vita aveva ucciso molti esseri viventi e che<br />

infine fu colpito da apoplessia. Le pene che erano riservate a questa anima carica di peccati<br />

mi addoloravano; andai a visitarlo e lo esortai a invocare l’Amita; ma egli si rifiutò<br />

ostinatamente. La malattia gli ottenebrava l’intelletto; il suo cuore si era indurito in<br />

conseguenza delle sue malefatte. Che cosa sarebbe avvenuto di quest’uomo quando i suoi<br />

occhi si fossero chiusi? In questa vita la notte segue il giorno e l’inverno segue l’estate: è<br />

una cosa che tutti sanno. Ma nessuno Considera che la morte segue la vita. Oh, quale cecità<br />

e ostinazione”! (pag. 93).<br />

Questi due esempi di letteratura cinese non confermano certo la consueta accusa di<br />

irreligiosità e di totale materialismo rivolta a questa nazione. La prima storiella mistica è<br />

piena di fascino spirituale e farebbe onore a qualsiasi libro religioso cristiano. La seconda è<br />

egualmente degna di lode, e basta sostituire “Amita” con “Gesù” per avere un racconto<br />

altamente ortodosso per sentimenti religiosi e moralità filosofica. L’esempio seguente<br />

colpisce ancora di più e lo citiamo a edificazione di coloro che mirano a ravvivare la fede<br />

cristiana.<br />

“Hoang-ta-tie, di T’anchen, che viveva sotto i Sung, esercitava il mestiere di fabbro.<br />

Tutte le volte che era al suo lavoro era solito invocare senza sosta il nome di Amita<br />

Buddha. Un giorno consegnò ai suoi vicini i seguenti versi di sua composizione perché<br />

venissero diffusi:<br />

“Din don! I colpi di martello cadono lunghi e rapidi,<br />

Finché il ferro si trasformi infine in acciaio!<br />

Adesso comincerà il lungo, lungo giorno del riposo,<br />

La terra dell’Eterna Beatitudine mi chiama.”<br />

“Poi morì. Ma i suoi versi si diffusero per tutto l’Honan, e molti impararono a<br />

invocare Buddha”. (41)<br />

Negare al popolo cinese o a qualsiasi altro dell’Asia Centrale, Superiore o Inferiore il<br />

possesso di conoscenze o di intuizioni delle cose spirituali è perfettamente ridicolo. La<br />

regione, da un capo all’altro, è piena di mistici, di filosofi religiosi, di santi buddhisti e di<br />

maghi. La credenza in un mondo spirituale, pieno di cose invisibili che, in certe occasioni,<br />

appaiono oggettivamente ai mortali, è universale. “Secondo la credenza dei popoli<br />

dell’Asia Centrale”, nota I.J. Schmidt, “la terra e il suo interno, come l’atmosfera che la<br />

circonda, sono pieni di esseri spirituali, che esercitano un’influenza in parte benefica e in<br />

(41) Schott, Saggi sul Buddhismo (pag. 103).<br />

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