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ISIDE SVELATA

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immodestia e la loro apparente mancanza di ciò che il lettore non iniziato si compiace di<br />

chiamare “senso comune”. Ma, se non possiamo biasimarli per un tale sentimento,<br />

specialmente nel caso della letteratura ebraica e anche della greca e della latina, e se siamo<br />

dispostissimi ad ammettere, col professor Fiske, che “è un segno di saggezza il non essere<br />

soddisfatti di prove imperfette”; d’altra parte abbiamo il diritto di aspettarci che essi<br />

riconoscano che non è meno un segno di onestà confessare la propria ignoranza nei casi in<br />

cui un problema ha due aspetti e nella cui soluzione lo scienziato può ingannarsi al pari di<br />

qualsiasi ignorante. Quando vediamo il professor Draper, nella sua definizione delle<br />

epoche in Intellectual Development of Europe (Sviluppo intellettuale dell’Europa),<br />

classificare il tempo dal periodo di Socrate, precursore e maestro di Platone, a Carneade<br />

come “l’epoca della fede”, e quello da Filone alla distruzione delle scuole neoplatoniche<br />

per opera di Giustiniano come “epoca della decrepitezza”, possiamo inferire che il dotto<br />

professore capisce così poco la reale tendenza della filosofia greca e delle scuole attiche<br />

quanto il vero carattere di Giordano Bruno. Cosi, quando vediamo uno dei migliori studiosi<br />

di sanscrito affermare sulla sua sola autorità e senza altra prova che “la maggior parte dei<br />

Brahamana è semplicemente costituita da chiacchiere teologiche”, dobbiamo pensare con<br />

profondo rammarico che il professor Müller deve conoscere molto meglio gli antichi verbi<br />

e parole sanscrite che non i pensieri sanscriti, e dolerci che uno studioso così generalmente<br />

disposto a render giustizia alle religioni e agli uomini dell’antichità, faccia così<br />

effettivamente il giuoco dei teologi cristiani. “A che cosa serve il sanscrito?” esclama<br />

Jacquemont, che da solo ha fatto più false affermazioni circa l’Oriente di tutti gli<br />

orientalisti messi insieme. A questo livello non servirebbe davvero a nulla. Se dobbiamo<br />

scambiare un cadavere con un altro, potremmo egualmente sezionare la lettera morta della<br />

Bibbia ebraica e quella dei Veda. Chi non è intuitivamente vivificato dallo spirito religioso<br />

dell’antichità, non riuscirà mai a vedere oltre le “chiacchiere” esoteriche.<br />

Quando leggiamo per la prima volta che “nella cavità del cranio dei Macroprosopos —<br />

la Faccia Lunga — è nascosta l’aerea SAGGEZZA che in nessun luogo si rivela, e che essa<br />

non è manifesta né aperta”; o che “Il naso dell”`antico dei giorni” è Vita in ogni parte”.<br />

siamo portati a considerare tutto ciò come l’incoerente delirio di un pazzo. E quando<br />

inoltre veniamo a sapere dal Codex Nazaraeus che “essa, lo Spiritus”, invita suo figlio<br />

Karabtanos, “che è folle e senza giudizio”, a un innaturale crimine con la propria madre,<br />

siamo disposti a gettar via il libro disgustati. Ma si tratta solo di una sciocchezza senza<br />

senso espressa in un linguaggio rozzo e perfino osceno? Essa non può essere giudicata<br />

dall’apparenza esterna più di quanto possano esserlo i simboli sessuali delle religioni<br />

egiziana e indù, o la rude franchezza di espressione della stessa “sacra” Bibbia. Non più di<br />

quanto l’allegoria di Eva e del serpente tentatore. Lo spirito senza riposo, che dovunque si<br />

insinua, una volta caduto “nella materia”, tenta Eva o Hava, che rappresenta<br />

corporeamente la materia caotica, “folle e senza giudizio”. Perché la materia, Karabtanos,<br />

è il figlio dello Spirito, o Spiritus dei Nazzareni, la Sophia-Achamoth, e questa è la figlia<br />

del puro e intellettuale spirito, il soffio divino. Quando la scienza ci avrà effettivamente<br />

dimostrato l’origine della materia e provato la fallacia degli occultisti e degli antichi<br />

filosofi i quali ritenevano (come i loro discendenti oggi ritengono) che la materia è solo<br />

una delle correlazioni dello spirito, il mondo degli scettici avrà il diritto di respingere<br />

l’antica Saggezza e di scagliare l’accusa di oscenità in faccia alle antiche religioni.<br />

Lydia Maria Child e il simbolismo fallico<br />

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