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ISIDE SVELATA

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all’unisono con l’anima mundi siderea. Egli è in essa come essa in lui, perché l’elemento<br />

che pervade il mondo riempie tutto lo spazio ed è spazio esso stesso, spazio senza limiti e<br />

infinito. Quanto al suo terzo spirito, quello divino, che cos’altro è se non un raggio<br />

infinitesimo, una delle innumerevoli radiazioni che procedono direttamente dalla Causa più<br />

alta, la Luce Spirituale del mondo? È questa la trinità della natura organica e inorganica;<br />

spirituale e fisica, che sono tre in uno, e di cui Proda dice che “la prima monade è il Dio<br />

Eterno, la seconda l’eternità; la terza il paradigma o modello dell’universo”. Tutte e tre<br />

costituiscono la Triade intelligibile. Ogni cosa, in questo universo visibile, è l’emanazione<br />

di questa Triade e una triade microcosmica essa stessa. E così le cose si muovono in<br />

maestosa processione nei campi dell’eternità, attorno al sole spirituale, come nel sistema<br />

eliocentrico i corpi celesti si muovono attorno al sole visibile. La Monade di Pitagora, che<br />

vive “in solitudine e oscurità”, può rimanere per sempre su questa terra, invisibile,<br />

impalpabile e indimostrata dalla scienza sperimentale. Tuttavia l’intero universo graviterà<br />

attorno a essa come lo ha fatto dal “principio dei tempi”, e a ogni secondo l’uomo e<br />

l’atomo si avvicinano sempre più a quel momento solenne, nell’eternità, in cui la Presenza<br />

Invisibile diverrà chiara alla loro vista spirituale. Quando ogni particella di materia, anche<br />

la più sublimata, sarà stata spinta fuori dall’ultima forma che costituisce l’ultimo anello di<br />

questa catena di doppia evoluzione che per milioni di secoli e con trasformazioni<br />

successive ha spinto avanti l’entità, e quando essa si troverà rivestita di questa essenza<br />

primordiale, identica con quella del suo Creatore, allora questo atomo organico, un tempo<br />

impalpabile, avrà finito la sua corsa, e i figli di Dio, ancora una volta, “grideranno di gioia”<br />

per il ritorno del pellegrino.<br />

“L’uomo”, dice Van Helmont, “è lo specchio dell’universo e la sua tripla natura è in<br />

relazione con tutte le cose”. La volontà del Creatore, da cui tutte le cose sono state fatte e<br />

hanno ricevuto il loro primo impulso, è la proprietà di ogni essere vivente. L’uomo, dotato<br />

di una spiritualità aggiunta, ne ha la maggior parte su questo pianeta. Dipende dalla<br />

proporzione di materia che è in lui se egli eserciterà le sue facoltà magiche con maggiore o<br />

minore successo. Condividendo questa potenza divina con ogni atomo inorganico, egli la<br />

esercita nel corso di tutta la sua vita, coscientemente o altrimenti. Nel primo caso, quando è<br />

nel pieno possesso dei suoi poteri, sarà il padrone, e il magnale magnum (l’anima<br />

universale) sarà controllato e guidato da lui. Nel caso degli animali, delle piante, dei<br />

minerali, e anche della media dell’umanità, questo fluido etereo che pervade tutte le cose,<br />

non trovando resistenza e lasciato a se stesso, li fa muovere come il suo impulso lo dirige.<br />

Ogni essere creato in questa sfera sublunare, è costituito di questo magnale magnum ed è<br />

correlato con esso. L’uomo possiede un doppio potere celestiale ed è alleato col cielo.<br />

Questo potere è “non solo nell’uomo esteriore, ma in un certo grado anche negli animali, e<br />

forse in tutte le altre cose, perché tutte le cose nell’universo sono in relazione reciproca; o,<br />

per lo meno, Dio è in tutte le cose, come hanno osservato gli antichi con ammirevole<br />

esattezza. E necessario che la forza magica sia risvegliata nell’uomo esteriore come<br />

nell’uomo interiore... E se chiamiamo magico questo potere, solo l’ignorante può essere<br />

atterrito dall’espressione. Ma, se preferite, potete chiamarlo potere spirituale: spirituale<br />

robur vocitaveris. Vi è dunque un tale potere nell’uomo interiore. Ma, poiché esiste una<br />

certa relazione tra l’uomo interiore e l’uomo esteriore, questa forza deve essere diffusa<br />

nell’intero uomo”.(13)<br />

(13) Baptist Van Helmont, Opera omnia, 1682, pag. 720 e altre.<br />

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