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ISIDE SVELATA

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icadrà su colui che la ha inviata, come una palla di gomma che rimbalza sul lanciatore dal<br />

muro che colpisce senza poterlo attraversare. Vi sono molti esempi in cui stregoni<br />

velleitari sono stati essi stessi le vittime. Van Helmont dice: “II potere immaginativo di<br />

una donna vivamente eccitata produce un’idea che fa da intermediario fra il corpo e lo<br />

spirito. Questa idea si trasferisce sull’essere con cui la donna è in più immediata relazione<br />

e vi imprime l’immagine che la ha più violentemente agitata”.<br />

Deleuze ha raccolto, nella sua Bibliothèque du Magnétisme Animal, numerosi e<br />

notevoli fatti tolti da Van Helmont, fra i quali ci limiteremo a citare i seguenti che<br />

corrispondono al caso del cacciatore di uccello Jacques Pelissier. Egli dice che “gli uomini,<br />

fissando gli animali oculis intentis, per un quarto d’ora, possono causare la loro morte,<br />

cosa che Rousseau conferma per sua propria esperienza fatta in Egitto e in Oriente, avendo<br />

ucciso in questo modo parecchi rospi. Ma quando tentò di farlo per l’ultima volta a Lione,<br />

il rospo, comprendendo di non potersi sottrarre ai suoi occhi, fece un balzo e lo fissò così<br />

fieramente, senza muovere gli occhi, ed egli si sentì preso da tale stanchezza da venir<br />

meno, così che per qualche tempo fu creduto morto”.<br />

Ma torniamo alla questione della teratologia. Wier, nel suo De Praestigiis Demonum,<br />

parla di un bambino nato da una donna che, non molto tempo prima della sua nascita, era<br />

stata minacciata dal marito, il quale sosteneva che lei aveva il diavolo in corpo e che lui lo<br />

avrebbe ucciso. Lo spavento della madre fu tale che suo figlio apparve “ben formato dalla<br />

vita in giù, ma con la parte superiore macchiata di scure chiazze rossastre, con gli occhi<br />

sulla fronte, la bocca di un satiro, orecchie di cane e corna ricurve sulla testa come quelle<br />

di una capra”. In un’opera demonologica di Peramato vi è la storia di un mostro nato a San<br />

Lorenzo, nelle Indie occidentali, nell’anno 1573, la cui genuinità è, certificata dal duca di<br />

Medina-Sidonia. Il bambino, “oltre a orribili deformità nella bocca, nelle orecchie e nel<br />

naso, aveva due corna sulla testa come una piccola capra, lunghi peli sul corpo, una doppia<br />

cintura carnosa attorno alla vita, da cui pendeva un lembo di carne simile a una borsa, e un<br />

campanello di carne nella mano sinistra come quelli che usano gli Indiani nelle loro danze,<br />

con bianche scarpe di carne ai piedi, rovesciate. Tutto l’insieme era orribile e diabolico, e<br />

si poteva pensare che derivasse da qualche spavento preso dalla madre nel vedere le<br />

grottesche danze degli Indiani. (23) Il dott. Fisher respinge tutti questi casi come non<br />

confermati e favolosi.<br />

Ma non stancheremo il lettore con altri esempi scelti dalla moltitudine di casi<br />

teratologici che si possono trovare nelle opere di vari autori; quelli citati sono sufficienti a<br />

mostrare che si può, con ragione, attribuire queste aberrazioni di carattere fisiologico alle<br />

reciproche reazioni della mente materna e dell’etere universale. Se qualcuno volesse<br />

mettere in dubbio l’autorità di Van Helmont come uomo di scienza, lo rimanderemo<br />

all’opera di Fournié, fisiologo riconosciuto, nella quale (a pag. 717) troviamo questo<br />

giudizio su di lui: “Van Helmont fu un chimico molto distinto: aveva particolarmente<br />

studiato i fluidi aeriformi dando loro il nome di gas; in egual tempo spinse la sua religiosità<br />

fino al misticismo, abbandonandosi solo alla contemplazione della divinità... Van Helmont<br />

si è distinto su tutti i suoi predecessori collegando il principio vitale direttamente, e in<br />

qualche modo sperimentalmente, come ci dice, con i più minuti movimenti del corpo.<br />

L’incessante azione di questa entità, in nessun modo associata da lui con gli elementi<br />

materiali, ma tale da formare un’individualità distinta, non riusciamo a capirla. Tuttavia su<br />

questa entità ha posto le sue principali basi una famosa scuola”.<br />

(23) Henry More, Immortality of the Soul, pag. 399.<br />

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