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ISIDE SVELATA

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“Da tempo immemorabile”, (15) dice Lydia Maria Child, “un emblema è stato oggetto<br />

di culto nell’Indostan come tipo della creazione o origine della vita. È il più comune<br />

simbolo di Siva [Bala, o Maha-Deva] ed è universalmente collegato con il suo culto... Siva<br />

non era solo il riproduttore delle forme umane; egli rappresentava il principio fruttificatore,<br />

il potere generatore che pervade l’universo... Piccole immagini di questo emblema, scolpite<br />

in avorio, oro o cristallo, vengono portate al collo come ornamento... L’emblema materno è<br />

egualmente di tipo religioso, e gli adoratori di Visnù lo rappresentano sulla loro fronte con<br />

un segno orizzontale. È forse strano che essi considerino con reverenza il grande mistero<br />

della nascita umana? Sono forse impuri perché lo considerano così? O siamo impuri noi,<br />

che non riusciamo a considerarlo in tal modo? Noi abbiamo molto camminato, e le strade<br />

sono state insudiciate da quando gli antichi anacoreti parlarono per la prima volta di Dio e<br />

dell’anima nei solenni recessi dei loro primitivi santuari. Non sorridiamo del loro modo di<br />

cercar la traccia dell’infinita e incomprensibile Causa attraverso tutti i misteri della natura,<br />

per non gettare, così facendo, l’ombra della nostra stessa grossolanità sulla loro semplicità<br />

patriarcale”.<br />

Molti sono gli studiosi che hanno tentato, come meglio potevano, di rendere giustizia<br />

all’India antica. Colebrooke, Sir William Jones, Barthelémy St. Hilaire, Lassen, Weber,<br />

Strange, Burnouf, Hardy e finalmente Jacolliot hanno tutti portato la loro testimonianza<br />

delle sue conquiste nel campo del diritto, dell’etica, della filosofia e della religione. Nessun<br />

popolo al mondo ha mai raggiunto tale grandezza di pensiero nelle concezioni ideali della<br />

Divinità e del suo prodotto, l’uomo, come i metafisici e i teologi sanscriti. “I rimproveri<br />

che rivolgo a molti traduttori e orientalisti”, dice Jacolliot, “pur ammirando la loro<br />

profonda sapienza, sono che, non avendo vissuto nell’India, mancano di esattezza di<br />

espressione e di comprensione del senso simbolico dei canti poetici, delle preghiere e delle<br />

cerimonie, così che troppo spesso cadono in errori materiali, sia di traduzione, sia di<br />

apprezzamento”. (16) Inoltre questo autore che, per il suo lungo soggiorno nell’India e per<br />

lo studio della sua letteratura, è più qualificato a darne testimonianza di coloro che non vi<br />

sono mai stati, ci dice che “la vita di parecchie generazioni sarebbe appena sufficiente a<br />

leggere le opere che l’antica India ci ha lasciato di storia, morale, poesia, filosofia,<br />

religione, scienze varie e medicina”. E tuttavia Louis Jacolliot può solo giudicare i pochi<br />

frammenti la cui conoscenza dipese sempre dalla condiscendenza e dall’amicizia di pochi<br />

brahmani di cui era riuscito a divenire intimo. Essi gli hanno mostrato tutti i loro tesori?<br />

Gli hanno spiegato tutto quello che voleva sapere? Ne dubitiamo, altrimenti egli non<br />

avrebbe giudicato le loro cerimonie religiose così affrettatamente come ha fatto spesso in<br />

base a prove semplicemente indiziarie.<br />

Tuttavia nessun viaggiatore si e mostrato, nel complesso, più leale e imparziale verso<br />

l’India di Jacolliot. Se e severo circa l’attuale decadenza di essa, e ancora più severo con<br />

coloro che ne sono stati la causa — la casta sacerdotale degli ultimi secoli — e il suo<br />

rimprovero e proporzionato all’intensità del suo apprezzamento per la sua passata<br />

grandezza. Egli mostra le fonti da cui provennero le rivelazioni di tutti gli antichi credi,<br />

compresi gli ispirati Libri di Mosè, e indica direttamente l’India come culla dell’umanità,<br />

genitrice di tutte le nazioni, focolare di tutte le arti e di tutte le scienze perdute<br />

dell’antichità, per le quali la stessa India antica era già perduta nell’oscurità cimmeria delle<br />

età arcaiche. “Studiare l’India”, egli dice, “significa rintracciare le origini dell’umanità”.<br />

(15) Progress of Religious Ideas through Successive Ages, vol. I, pag. 17.<br />

(16) La Bible dans l’Inde.<br />

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