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ISIDE SVELATA

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sepolcri dei re che costruirono il Labirinto e anche quelli dei coccodrilli sacri. Le camere<br />

superiori le ho viste ed esaminato con i miei propri occhi, e le ho trovate eccellere su ogni<br />

altra costruzione umana”. Nella traduzione di Rawlinson, Erodoto dice: “I passaggi<br />

attraverso gli edifici e le varie tortuosità dei corridoi attraverso le corti eccitarono in me<br />

un’infinita ammirazione mentre passavo dalle corti nelle camere e da queste nei colonnati,<br />

e dai colonnati in altri edifici e di nuovo in corti che prima non avevo visto. Il tetto era<br />

interamente di pietra come le mura, e tutta era squisitamente scolpito con figure. Ogni<br />

corte era circondata da un colonnato di pietre bianche abilmente scolpite. All’angolo del<br />

Labirinto si eleva una piramide alta quaranta braccia con grandi figure scolpite e nella<br />

quale si entra per un passaggio sotterraneo”.<br />

Se tale era il Labirinto quando fu visitato da Erodoto, che cosa doveva essere Tebe, la<br />

città distrutta molto prima dei periodo di Psammetico, il quale regnò 530 anni dopo la<br />

distruzione di Troia? Sappiamo che a quel tempo Memfi era la capitale mentre della<br />

gloriosa Tebe restavano solo rovine. Se noi, che possiamo giudicare solo dalle rovine di ciò<br />

che era già in rovina tanti secoli prima della nostra era, rimaniamo stupefatti nel<br />

contemplarle, quale deve essere stato l’aspetto generale di Tebe al tempo del suo<br />

splendore? Karnak — tempio, palazzo, rovina, o comunque gli archeologi lo vogliano<br />

chiamare — è oggi il suo unico rappresentante. Ma, solitario e abbandonato com’è, rimane<br />

emblema di un maestoso impero come se dimenticato dal tempo nel continuo avanzare dei<br />

secoli, e testimonia l’arte e l’abilità degli antichi. Bisogna essere in verità privi di ogni<br />

facoltà spirituale di percepire il genio per non sentire e vedere la grandezza intellettuale<br />

della razza che lo progettò e lo costruì.<br />

Champollion, che trascorse quasi tutta la vita nell’esplorazione dei residui<br />

archeologici, espresse liberamente la sua emozione nella seguente descrizione di Karnak:<br />

“L’area coperta dalla massa degli edifici che ancora rimangono è quadrata, e misura 1800<br />

piedi di lato. Si rimane sbigottiti e travolti dalla grandezza di queste sublimi reliquie, dalla<br />

prodigalità e dalla magnificenza del lavoro che appaiono dappertutto”. Nessun popolo dei<br />

tempi antichi o moderni ha concepito l’arte dell’architettura su di una scala così sublime e<br />

grandiosa come quella degli antichi Egiziani; e l’immaginazione, che in Europa si eleva<br />

molto al di sopra dei nostri portici, si arresta e cade impotente al piede delle centoquaranta<br />

colonne dell’ipostilo di Karnak. In una delle sue sale potrebbe essere contenuta la<br />

cattedrale di Notre Dame senza toccare il soffitto, facendo l’effetto di un piccolo<br />

ornamento centrale”.<br />

In un numero di un periodico inglese del 1870, uno scrittore, evidentemente parlando<br />

con l’autorità di un viaggiatore che descrive ciò che ha visto, si esprime così: “Le corti, le<br />

sale, le porte, i pilastri, gli obelischi, le figure monolitiche, le sculture, le lunghe file di<br />

sfingi si trovano a Karnak in tale profusione che la loro vista è troppa per la comprensione<br />

dei moderni”.<br />

Il viaggiatore francese Denon dice: “E appena possibile credere, dopo averla vista, la<br />

realtà dell’esistenza di tanti edifici raccolti in un solo punto, nelle loro dimensioni, nella<br />

decisa perseveranza richiesta dalla loro costruzione, e nell’incalcolabile spesa di tanta<br />

magnificenza! E necessario che il lettore si immagini che quello che gli è davanti sia un<br />

sogno, perché chi vede direttamente gli oggetti stessi dubita a volte di essere perfettamente<br />

sveglio... Entro la periferia del santuario vi sono laghi e monti. Questi due edifici sono<br />

scelti come esempi da una lista quasi inesauribile. L’intera valle del delta del Nilo, dalle<br />

cateratte al mare, era coperta di templi, palazzi, tombe, piramidi, obelischi e pilastri.<br />

L’esecuzione delle sculture è al di là di ogni lode. La perfezione meccanica con cui gli<br />

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