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ISIDE SVELATA

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facendoli scendere dall’inconoscibile nell’universo conosciuto degli effetti. Essi<br />

dimostrano che la luce astrale permea l’intero cosmo, nascondendosi nel sub stato latente<br />

nelle più minute particelle di roccia, col fenomeno della scintilla che scaturisce dalla silice<br />

e da ogni pietra, il cui spirito, quando è violentemente turbato, si rivela allo sguardo sotto<br />

forma di scintilla, e immediatamente scompare nei regni dell’inconoscibile.<br />

Paracelso la chiama la luce siderale, prendendo il termine dal latino. Egli considera la<br />

moltitudine delle stelle (compresa la nostra terra) come la parte condensata della luce<br />

astrale che “scende nella generazione e nella materia”, ma le cui emanazioni magnetiche o<br />

spirituali mantengono sempre un’incessante intercomunicazione fra essa stessa e la<br />

sorgente-madre di tutto: la luce astrale. “Le stelle ci attraggono a sé e noi egualmente le<br />

attraiamo a noi”. Il corpo è il legno e la vita è il fuoco che viene, come la luce, dalle stelle e<br />

dal cielo. Egli dice anche: “Magica è la filosofia dell’alchimia”. (35) Tutto ciò che è<br />

pertinente al mondo spirituale deve venirci attraverso le stelle, e, se noi siamo in amicizia<br />

con loro, possiamo ottenere i massimi effetti magici.<br />

“Come il fuoco passa attraverso una stufa di ferro, così le stelle passano attraverso<br />

l’uomo con tutte le loro proprietà ed entrano in lui come la pioggia nella terra, che dà frutti<br />

scaturiti dalla stessa pioggia. Si noti ora che le stelle circondano tutta la terra come il<br />

guscio avvolge l’uovo; l’aria passa attraverso il guscio e penetra fino al centro del mondo”.<br />

Il corpo umano è egualmente soggetto, come la terra, i pianeti e le stelle, a una doppia<br />

legge; esso attrae e respinge perché è saturo di un doppio magnetismo, l’influsso della luce<br />

astrale. Ogni cosa è doppia nella natura; il magnetismo è positivo e negativo, attivo e<br />

passivo, maschio e femmina. La notte fa riposare l’umanità dall’attività del giorno, e<br />

ristabilisce l’equilibrio della natura umana come quello della natura cosmica. Quando il<br />

mesmerizzatore avrà imparato il grande segreto di polarizzare l’azione e dotare il proprio<br />

fluido di una forza bisessuale, sarà divenuto il più grande mago vivente. Così la luce<br />

astrale è androgina, perché l’equilibrio è il risultato di due forze opposte che eternamente<br />

reagiscono fra loro. Il risultato di ciò è la VITA. Quando le due forze sono estese e<br />

rimangono inattive tanto a lungo da eguagliarsi a vicenda e giungere così a un completo<br />

riposo, la loro condizione è MORTE. Un essere umano può emettere un respiro caldo o un<br />

respiro freddo, e può assorbire aria calda o fredda. Ogni bambino sa come regolare la<br />

temperatura del suo respiro; ma nessun fisiologo ha ancora imparato con certezza a<br />

proteggersi dall’aria calda o fredda. Solo la luce astrale, principale agente nella magia, può<br />

rivelarci i segreti della natura. La luce astrale è identica all’akâsa indù.<br />

MAGI. Da Mag o Maha, che costituisce la radice della parola. Il Maha-âtma (la<br />

grande Anima o Spirito) in India aveva i suoi preti nei tempi prevedici. I magi erano i preti<br />

del dio-fuoco; li troviamo fra gli Assiri e i Babilonesi come fra i Persiani adoratori del<br />

fuoco. I tre Magi, anche chiamati re, che si dice abbiano portato doni di oro, incenso e<br />

mirra al bambino Gesù, erano adoratori del fuoco come gli altri, e astrologhi: perché<br />

avevano visto la sua stella. Il grande sacerdote dei Parsi, a Surat, è chiamato Mobed; altri<br />

fanno derivare la parola da Megh: Meh-ab significa qualche cosa di grande e nobile.<br />

Secondo Kleuker, i discepoli di Zoroastro erano chiamati Meghestom.<br />

MAGO. Questa parola, un tempo titolo di fama e di distinzione, è stata completamente<br />

staccata dal suo vero significato. Un tempo era sinonimo di tutto ciò che fosse onorevole e<br />

( 35)<br />

De Ente Spirituali, libro IV; De Ente Astrorum, libro I; e Opera omnia, vol. I, pagg. 634 e 699.<br />

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