05.12.2014 Views

ISIDE SVELATA

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Arti perdute<br />

Le leggi riconosciute della scienza fisica spiegano ben pochi dei più oggettivi fra i<br />

cosiddetti fenomeni spiritici. Mentre dimostrano la realtà di certi effetti visibili di una forza<br />

sconosciuta, non hanno finora permesso agli scienziati di controllare a volontà nemmeno<br />

questa parte dei fenomeni. La verità è che i professori non hanno ancora scoperto le<br />

condizioni necessarie per produrli. Essi devono andare a fondo nello studio della triplice<br />

natura dell’uomo — fisiologica, psicologica e divina — come fecero i loro predecessori, i<br />

maghi, i teurghi, i taumaturghi dell’antichità. Fino a oggi, anche coloro che hanno<br />

investigato i fenomeni completamente e imparzialmente come il Crookes, hanno lasciato<br />

da parte la causa come qualche cosa che non deve essere scoperta per lo meno adesso. Non<br />

si sono preoccupati di questo come non si sono preoccupati della causa prima dei fenomeni<br />

cosmici della correlazione delle forze, i cui infiniti effetti essi cercano di osservare e<br />

classificare con tanta fatica. Il loro procedimento è stato poco saggio come quello di un<br />

uomo il quale volesse scoprire le sorgenti di un fiume esaminandone la foce. Esso ha così<br />

ristretto le loro concezioni sulle possibilità della legge naturale, da costringerli a negare<br />

l’esistenza anche dei più semplici fenomeni occulti, a meno che non siano miracoli. E<br />

poiché questo è scientificamente assurdo, ne è risultato che la scienza fisica va perdendo<br />

infine il suo prestigio. Se gli scienziati avessero studiato i cosiddetti “miracoli” invece di<br />

negarli, molte leggi segrete della natura, comprese dagli antichi, sarebbero state<br />

nuovamente scoperte. “La convinzione”, dice Bacone, “non deriva dagli argomenti ma<br />

dalle esperienze”.<br />

Gli antichi si sono sempre distinti — specialmente gli astrologhi caldei e i Magi — per<br />

il loro ardente amore del sapere e la loro ricerca di conoscenza in ogni ramo della scienza.<br />

Essi cercarono di penetrare i segreti della natura al pari dei nostri moderni naturalisti, e con<br />

il solo metodo con cui questo si può ottenere, ossia con le ricerche sperimentali e la<br />

ragione. Se i nostri filosofi moderni non possono capire il fatto che essi sono penetrati più<br />

a fondo di loro nei misteri dell’universo, questo non costituisce una valida ragione per<br />

negar loro il credito di avere posseduto tale conoscenza o per accusarli di superstizione.<br />

Nulla giustifica questa accusa, e ogni nuova scoperta archeologica è contro di essa. Come<br />

chimici, gli antichi rimasero ineguagliati, e nella sua famosa conferenza sulle Arti perdute,<br />

Wendell Phillips dice: “La chimica dei periodi più remoti ha raggiunto un livello che noi<br />

non abbiamo nemmeno avvicinato”. Il segreto del vetro malleabile, che, “sospeso per una<br />

delle sue estremità, si stira per il suo stesso peso fino a divenire un filo sottile che ci si può<br />

avvolgere attorno al braccio”, sarebbe così difficile a scoprire nei nostri paesi civili, come<br />

volare sulla luna.<br />

È un fatto storico che venne fabbricata una coppa, portata a Roma da un esiliato sotto<br />

il regno di Tiberio, la quale “scagliata sul pavimento di marmo, non si spezzò per la<br />

caduta” ma, essendosi un po’ “ammaccata”, fu facilmente riportata alla forma primitiva a<br />

colpi di martello. Se oggi se ne dubita è solo perché i moderni non sanno fare altrettanto. E<br />

tuttavia in Samarcanda e in alcuni monasteri del Tibet, tali coppe di vetro si possono<br />

trovare ancora ai nostri giorni. Vi sono persone che affermano di poterlo fare in virtù della<br />

loro conoscenza del tanto deriso e negato Alka-hest, il solvente universale. Secondo<br />

Paracelso e Van Helmont, questo agente è un certo fluido naturale “capace di ridurre tutti i<br />

corpi sublunari, omogenei o misti, al loro ens primum, o materia originale di cui sono<br />

composti; oppure in un liquore uniforme, omogeneo e potabile, che può unirsi con l’acqua<br />

e con i succhi di tutti i corpi, mantenendo tuttavia le proprie virtù radicali; se nuovamente<br />

mischiato con se stesso sarà convertito in pura acqua elementare”. Quali impossibilità ci<br />

86

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!