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ISIDE SVELATA

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miracolo è “ogni evento contrario alla costituzione e al corso stabiliti delle cose, una<br />

deviazione dalle leggi conosciute della natura”. Ma i nostri naturalisti sono pronti a<br />

sostenere l’affermazione che ciò che essi hanno stabilito in base all’osservazione è<br />

infallibile? O che è loro nota ogni legge di natura? In questo caso il “miracolo” è appena<br />

un poco più pronunciato degli esperimenti, adesso noti, del generale Pleasanton di<br />

Philadelphia. Mentre la vegetazione e la maturazione delle sue vigne erano stimolate a<br />

un’incredibile rapidità dalla luce violetta artificiale, il fluido magnetico emanante dalle<br />

mani del fachiro provocavano ancor più intensi e rapidi cambiamenti nelle funzioni vitali<br />

delle piante indiane. Esso attraeva e concentrava l’akâsa, o principio vitale, nel germe. (29)<br />

Il suo magnetismo, obbedendo alla sua volontà, attirava l’akâsa in una corrente concentrata<br />

che attraversava la pianta dirigendosi verso le sue mani, e il principio vitale della pianta,<br />

mantenendo una corrente continua per il necessario spazio di tempo, strutturava cellula su<br />

cellula, strato su strato, con una rapidità straordinaria, fino al termine dell’opera. Il<br />

principio vitale è solo una forza cieca obbediente a un’influenza che la controlla. Nel corso<br />

ordinario della natura, il protoplasma della pianta l’avrebbe concentrato e diretto a una<br />

certa velocità stabilita, e questa velocità sarebbe stata controllata dalle condizioni<br />

atmosferiche prevalenti; la sua crescita sarebbe stata rapida o lenta proporzionalmente alla<br />

quantità di luce, di calore e di umidità della stagione. Ma il fachiro, venendo in aiuto della<br />

natura con la sua potente. volontà e con il suo spirito purificato da ogni contatto con la<br />

materia, (30) condensava, per così dire, l’essenza vitale della pianta nel suo germe<br />

costringendolo a maturare prima del tempo. Questa forza cieca, completamente sottomessa<br />

al suo volere, gli obbediva servilmente. Se egli avesse immaginato la pianta come un<br />

mostro, essa sarebbe certo divenuta tale, così come normalmente si sviluppa nella sua<br />

forma naturale: perché l’immagine concreta — schiava di questo modello soggettivo<br />

definito nell’immaginazione del fachiro — sarebbe stata costretta a seguire l’originale nei<br />

suoi minimi particolari, come la mano e il pennello del pittore seguono l’immagine che<br />

copiano nella sua mente. La volontà del fachiro mago forma una invisibile ma<br />

perfettamente oggettiva matrice in cui la materia vegetale è costretta a deporsi e ad<br />

assumere la forma stabilita. La volontà crea, perché la volontà in moto è forza, e la forza<br />

produce materia.<br />

Se alcuni non accettano questa spiegazione obiettando che il fachiro non poteva<br />

assolutamente creare il modello nella sua immaginazione in quanto Jacolliot lo aveva<br />

tenuto all’oscuro della qualità del seme da lui scelto per l’esperimento, risponderemo che<br />

lo spirito dell’uomo è come quello del suo Creatore, essenzialmente onnisciente. Mentre<br />

nel suo stato naturale il fachiro non sapeva e non poteva sapere se si trattava del seme di un<br />

melone o di qualche altra pianta, una volta in trance, ossia morto corporeamente a ogni<br />

apparenza esteriore, lo spirito, per cui non esistono distanze, né ostacoli materiali, né<br />

estensione di tempo, non trova alcuna. difficoltà nel percepire il seme del melone, tanto se<br />

sepolto profondamente nella terra del vaso, quanto se fedelmente riflesso in quella galleria<br />

di quadri che era il cervello di Jacolliot. Le nostre visioni, i nostri presagi e altri fenomeni<br />

psicologici, che tutti esistono in natura, lo confermano.<br />

E adesso, forse, possiamo egualmente far fronte a un’altra obiezione. I giocolieri<br />

indiani, ci diranno, fanno le stesse cose di quel fachiro, se possiamo credere alle narrazioni<br />

dei giornali dei viaggiatori. Indubbiamente è così; e per di più questi giocolieri girovaghi<br />

non sono così puri nei loro costumi, né vengono considerati santi da alcuno, sia fra gli<br />

stranieri sia fra la loro stessa gente. Essi sono in genere TEMUTI e disprezzati dai nativi,<br />

perché sono stregoni, uomini che praticano la magia nera. Mentre gli uomini santi come<br />

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