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ISIDE SVELATA

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facciamo fare alla natura sempre in progresso, e alla grande legge della “sopravvivenza del<br />

più adatto”, un passo più avanti delle deduzioni di Wallace, avremo nel futuro la<br />

possibilità, anzi la certezza, di una razza che, come il Vril-ya di Coming Race (La razza a<br />

venire) di Bulwer-Lytton, sarà solo di un gradino più in basso dei primitivi “Figli di Dio”.<br />

Si osserverà che questa filosofia dei cicli, che fu allegorizzata dagli ierofanti egiziani<br />

nel “circolo di necessità”, spiega in egual tempo l’allegoria della “Caduta dell’uomo”.<br />

Secondo le descrizioni arabe, ognuna delle sette camere della Piramide — questi massimi<br />

fra tutti i simboli cosmici — erano indicate con il nome di un pianeta. La particolare<br />

architettura delle piramidi rivela in se stessa l’orientamento del pensiero metafisico dei loro<br />

costruttori. La sommità è perduta nel cielo azzurro della terra dei faraoni e rappresenta il<br />

punto primordiale perduto nell’universo invisibile dal quale partì la prima razza dei<br />

prototipi spirituali dell’uomo. Ogni mummia, dal momento in cui è stata imbalsamata, ha<br />

perduto, in un certo senso, la sua individualità fisica e simboleggia la razza umana. Posta<br />

nel modo più favorevole per aiutare l’uscita dell’ “anima”, quest’ultima doveva passare<br />

attraverso le sette camere planetarie prima di uscire dalla simbolica sommità. Ogni camera<br />

rappresentava, in egual tempo, una delle sette sfere e uno dei sette più alti tipi di umanità<br />

psico-spirituale considerati al di sopra del nostro. Ogni 3.000 anni l’anima, rappresentante<br />

della sua razza, doveva tornare nel suo primitivo punto di partenza prima di affrontare<br />

un’altra evoluzione in una più perfetta trasformazione spirituale e fisica. Dobbiamo andare<br />

in verità più a fondo nella complessa metafisica del misticismo orientale prima di poter<br />

comprendere pienamente l’infinità di temi abbracciati, d’un sol colpo, dal maestoso<br />

pensiero dei suoi esponenti.<br />

Puro e perfetto essere spirituale in origine, l’Adamo dei secondo capitolo del Genesi,<br />

non soddisfatto della condizione a lui assegnata dal Demiurgo (che è il più antico primonato,<br />

l’Adam Kadmon), il secondo Adamo, l’ “uomo di polvere”, si sforza nel suo orgoglio<br />

di divenire Creatore a sua volta. Emanato dall’androgino Kadmon, questo Adamo è lui<br />

stesso androgino; perché, in accordo con le più antiche credenze presentate<br />

allegoricamente da Platone nel Timeo, i prototipi della nostra razza erano tutti racchiusi<br />

nell’albero microcosmico che cresceva e si sviluppava entro e sotto l’albero macrocosmico<br />

del mondo. Poiché lo spirito divino è considerato un’unità, per quanto numerosi<br />

siano i raggi del grande sole spirituale, l’uomo ha tuttavia avuto la sua origine come tutte le<br />

altre forme, organiche o no, in questa unica Fonte di Eterna Luce. Anche se respingiamo<br />

l’ipotesi di un uomo androgino, relativamente all’evoluzione fisica, il significato<br />

dell’allegoria nel suo senso spirituale rimane inalterato. Finché il primo dio-uomo, simbolo<br />

dei due primi principi della creazione, il doppio elemento maschile e femminile, non ebbe<br />

idea del bene e del male, egli non poteva ipostatizzare la “donna” perché essa era in lui<br />

come lui era in lei. Solo quando, come risultato dei cattivi consigli del serpente, la materia,<br />

questa si condensò e si raffreddò nell’uomo spirituale per i suoi contatti con gli elementi, i<br />

frutti dell’uomo-albero — che è in sé l’albero della conoscenza — apparvero ai suoi occhi.<br />

Da questo momento l’unione androgina cessò, e l’uomo evolse fuori di sé la donna come<br />

entità distinta. Essi hanno spezzato il filo tra il puro spirito e la pura materia. Da questo<br />

momento essi non creeranno più spiritualmente e per il solo potere della loro volontà;<br />

l’uomo è divenuto un creatore fisico, e il regno dello spirito potrà essere conquistato solo<br />

con una lunga prigionia nella materia. Il significato di Gogard, l’albero di vita del<br />

mazdeismo, la sacra quercia fra i cui rami lussureggianti abita il serpente che non può<br />

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