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ISIDE SVELATA

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adice scorre la fontana della vita, Urdar; sotto la seconda vi è il famoso pozzo di Mimer,<br />

in cui sono profondamente sepolti l’agile Ingegno e la Saggezza. Odino, l’Alfadir, chiede<br />

un sorso di questa acqua, e lo ottiene, ma è costretto a lasciare in pegno uno dei suoi occhi,<br />

che in questo caso è il simbolo della Divinità che si rivela nella saggezza della sua stessa<br />

creazione, perché Odino lo lascia in fondo al pozzo profondo. La cura dell’albero mondiale<br />

è affidata a tre vergini (le Norne o Parche), Urdhr, Verdandi e Skuld, ossia il Presente, il<br />

Passato e il Futuro. Ogni mattina, mentre fissano il termine della vita umana, esse<br />

attingono acqua alla fontana Urdar e innaffiano con essa le radici dell’albero mondiale<br />

perché possa vivere. Le esalazioni del frassino Yggdrasill si condensano, e, cadendo sulla<br />

nostra terra, chiamano all’esistenza e al cambiamento di forme ogni parte della materia<br />

inanimata. Questo albero è il simbolo della Vita universale, organica come inorganica; le<br />

sue emanazioni rappresentano lo spirito che vivifica ogni forma della creazione; e delle sue<br />

tre radici, l’una si estende fino al cielo, la seconda è la dimora dei maghi — giganti che<br />

abitano le alte montagne — e la terza, sotto la quale scorre la sorgente Hvergelmir, è<br />

rosicchiata dal mostro Nidhbgg, che continuamente spinge il genere umano al male. Anche<br />

i Tibetani hanno il loro albero mondiale, e la sua leggenda risale a un’antichità<br />

immemorabile. Essi lo chiamano Zampun. La prima delle sue tre radici si estende<br />

egualmente fino al cielo, fino al sommo delle più alte montagne; la seconda scende nelle<br />

regioni più basse; e la terza rimane a mezza strada raggiungendo l’oriente. L’albero<br />

mondiale degli Indù è l’Aswatha. (45) I suoi rami sono i componenti del mondo visibile, e<br />

le sue foglie sono i Mantra dei Veda, simboli dell’Universo nel suo carattere intellettuale o<br />

morale.<br />

Chi può studiare attentamente gli antichi miti religiosi e cosmogonici senza accorgersi<br />

che questa impressionante somiglianza di concezioni, nella loro forma essoterica e nel loro<br />

spirito esoterico, è il risultato non già di una semplice coincidenza, ma di un’intenzione<br />

comune? Essa mostra che già in quelle epoche velate ai nostri occhi dall’impenetrabile<br />

nebbia della tradizione, il pensiero religioso umano si è sviluppato con uniforme accordo<br />

simpatico in ogni parte del globo. I cristiani chiamano panteismo questa adorazione della<br />

natura nelle sue più riposte verità. Ma se il panteismo, che adora e ci rivela Dio nello<br />

spazio, nella Sua unica forma oggettiva — quella della natura visibile — ricorda<br />

perpetuamente all’umanità Colui che l’ha creata, e una religione di dogmatismo teologico<br />

serve solo a celarLo sempre più alla nostra vista, quale è più adatto ai bisogni del genere<br />

umano?<br />

La scienza moderna insiste sulla dottrina dell’evoluzione. Lo stesso fanno la ragione<br />

umana e la “dottrina segreta”, e l’idea è rafforzata dagli antichi miti e leggende, e anche<br />

dalla stessa Bibbia, quando la leggiamo fra le righe. Vediamo un fiore che si sviluppa<br />

lentamente dal boccio, e il boccio dal seme. Ma di dove si sviluppa il seme con tutto il suo<br />

programma predeterminato di trasformazioni fisiche e le sue invisibili, e quindi spirituali,<br />

forze che gradualmente sviluppano la sua forma, il suo colore e il suo odore? La parola<br />

evoluzione parla da sola. Il germe dell’attuale razza umana deve essere preesistito nel<br />

genitore di questa razza, come il seme, in cui è nascosto il fiore della prossima estate, si è<br />

sviluppato nella capsula del fiore che lo ha generato. Il genitore può essere solo<br />

leggermente diverso, ma differisce tuttavia dalla sua futura progenie. I progenitori<br />

antidiluviani dell’elefante e della lucertola attuali erano forse il mammouth e il plesiosauro;<br />

perché i progenitori della nostra razza umana non potrebbero essere stati i “giganti” dei<br />

Veda, della Völuspa e del Genesi? Mentre è decisamente assurdo credere alla<br />

“trasformazione delle specie” secondo le opinioni degli evoluzionisti più materialisti, è<br />

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