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ISIDE SVELATA

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emerge lentamente dalle profondità di una brutalità animale non può più essere sostenuta”.<br />

(4)<br />

Poiché si pretende che non è filosofico fare ricerche sulle cause prime, oggi gli<br />

scienziati si dedicano a considerare i loro effetti fisici. Il campo della ricerca scientifica è<br />

quindi limitato alla natura fisica. Una volta che i suoi limiti siano raggiunti, la ricerca deve<br />

fermarsi e il loro lavoro deve ricominciare. Con tutto il dovuto rispetto per i nostri dotti,<br />

essi sono come lo scoiattolo nella sua gabbia girevole: sono condannati a far girare<br />

continuamente la loro “materia”. La scienza è un grande potere, e non spetta a noi, pigmei,<br />

discuterla. Ma gli scienziati non impersonano in sé la scienza, così come gli uomini del<br />

nostro pianeta non sono il pianeta stesso. Non abbiamo il diritto di chiedere a un “filosofo<br />

dei nostri giorni” di accettare senza discussione una descrizione geografica della faccia<br />

scura della luna, né possiamo costringerlo a farlo. Ma se, in seguito a qualche cataclisma<br />

lunare, un selenita fosse scagliato nel raggio di attrazione della nostra atmosfera e<br />

atterrasse sano e salvo alla porta del dott. Carpenter, questi potrebbe essere accusato di<br />

venir meno al suo dovere professionale se non si curasse di risolvere questo problema<br />

fisico. Per un uomo di scienza, rifiutare l’opportunità di investigare un nuovo fenomeno,<br />

sia che gli si presenti sotto forma di un abitante della Luna o di un fantasma apparso nella<br />

fattoria Eddy, è ugualmente reprensibile.<br />

Il progresso del genere umano è segnato da cicli<br />

Non dobbiamo fermarci a cercare se vi siano giunti attraverso il metodo di Aristotele o<br />

quello di Platone, ma il fatto è che gli antichi andrologi avevano pienamente capito le due<br />

nature, interna ed esterna, dell’uomo. Nonostante le superficiali ipotesi dei geologi,<br />

cominciamo ad avere prove quasi giornaliere a sostegno delle affermazioni di questi<br />

filosofi.<br />

Essi dividevano in cicli gli interminabili periodi dell’esistenza umana su questo<br />

pianeta, e durante ognuno di questi cicli il genere umano raggiungeva gradualmente il<br />

punto culminante della più alta civiltà e ricadeva gradualmente nella più abietta barbarie.<br />

(5) A quale eminenza la razza sia più volte arrivata nel suo progresso può essere solo<br />

vagamente supposto dai meravigliosi monumenti dell’antichità ancora visibili, e dalle<br />

descrizioni date da Erodoto di altre meraviglie di cui oggi non rimane traccia. Già ai suoi<br />

tempi le gigantesche strutture di molte piramidi e di templi famosi erano solo una massa di<br />

rovine. Disperse dalla instancabile mano del tempo, esse sono descritte dal padre della<br />

storia come “venerabili testimoni della gloria, da lungo tempo passata, dei nostri antenati”.<br />

Egli “rifugge dal parlare di cose divine” e lascia alla posterità solo l’imperfetta descrizione,<br />

per sentito dire, di alcune meravigliose camere sotterranee del Labirinto, dove giacevano<br />

— e giacciono ancora — sacri resti dei Re iniziati.<br />

Noi possiamo inoltre farci un’idea dell’alto grado di civiltà raggiunto in alcuni periodi<br />

dell’antichità, dalle descrizioni storiche dell’età dei Tolomei, e tuttavia in quell’epoca le<br />

arti e le scienze erano considerate in via di decadenza, e gran parte dei loro segreti era<br />

andata perduta. Nei recenti scavi di Mariette-Bey, ai piedi delle piramidi, sono stati<br />

esumati statue di legno e altri relitti, i quali dimostrano che molto prima delle prime<br />

dinastie, gli Egiziani, erano giunti a una raffinatezza e a una perfezione che eccita la<br />

(4) ) Chips from a German Work-shop, vol. II, pag. 7. Comparative Mythology.<br />

(5) In luogo di “genere umano”, leggere “razze umane”, e, invece di “civiltà” leggere “evoluzione spirituale<br />

propria di una razza”. Questo emendamento si trova in The Mahatma Letters to A.P. Sinnett, pag. 117 The<br />

Theos. Publishing House, Adyar, 1962. (Boissevain).<br />

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