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ISIDE SVELATA

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unilaterali dei nostri dotti. Le loro idee sul fuoco erano precisamente quelle dei recenti<br />

“filosofi del fuoco”, i Rosacroce, e degli antichi discepoli di Zoroastro. Essi affermavano<br />

che il mondo era stato creato col fuoco, il cui divino spirito era un DIO onnipotente e<br />

onnisciente. La scienza ha condisceso a confermare le loro affermazioni sul piano fisico.<br />

Il fuoco, nell’antica filosofia di tutti i tempi e di tutti i paesi, compreso il nostro, e stato<br />

considerato come un triplo principio. Come l’acqua comprende un fluido visibile con gas<br />

invisibili racchiusi in esso e, dietro tutto, il principio spirituale della natura che offre loro<br />

l’energia dinamica, così nel fuoco essi riconobbero: 1 ° la fiamma visibile; 2° il fuoco<br />

invisibile, o astrale: invisibile quando inerte, ma che, quando è attivo, produce calore, luce,<br />

forza chimica ed elettricità, i poteri molecolari; 3° lo Spirito. Essi applicarono la stessa<br />

regola a ogni elemento; e tutto ciò che evolveva dalle loro combinazioni e dalle loro<br />

correlazioni, compreso l’uomo, era ritenuto da essi come triplice. Il fuoco, nell’opinione<br />

dei Rosacroce, i quali non erano altro che i successori dei teurghi, era la sorgente non solo<br />

degli atomi materiali ma anche delle forze che dànno loro energia. Quando una fiamma<br />

visibile si estingue, scompare per sempre non solo alla nostra vista ma anche per la<br />

concezione del materialista. Ma il filosofo ermetico la segue “attraverso e al di là del<br />

mondo conoscibile fino all’estremo dell’inconoscibile”, senza perdere la traccia dello<br />

spirito umano disincarnato, “scintilla vitale di fiamma celeste”, nell’Etereo, oltre la<br />

tomba. (5)<br />

Questo punto è troppo importante per lasciarlo passare senza poche parole di<br />

commento. L’atteggiamento della scienza verso la meta spirituale del cosmo è<br />

perfettamente esemplificato nella sua grossolana interpretazione del fuoco. In questo, come<br />

in ogni altro ramo della scienza, la sua filosofia non ha una solida base, tutti i punti su cui<br />

si appoggia sono deboli e inconsistenti. Le opere delle sue stesse autorità, piene di.<br />

umilianti confessioni, ci danno il diritto di dire che il suolo su cui gli scienziati poggiano i<br />

piedi è così instabile che a ogni momento qualche nuova scoperta fatta da uno di loro può<br />

rimuovere i loro puntelli e farli cadere in mucchio. Sono così ansiosi di scartare lo spirito<br />

dalle loro concezioni, che, come dice Balfour Stewart, “vi è una tendenza a gettarsi verso<br />

l’estremo opposto e di portare all’eccesso le teorie fisiche”. E formula un avvertimento<br />

opportuno aggiungendo: “Stiamo attenti a non urtare Scilla per evitare Cariddi. Perché<br />

l’universo può essere guardato da vari punti di vista e possono esservi regioni che non<br />

concederanno i loro tesori ai fisici più decisi, armati solo di chilogrammi, di metri e di<br />

cronometri”. (6) In un altro punto egli confessa: “Non conosciamo nulla, o quasi nulla, della<br />

struttura ultima e delle proprietà della materia, organica o inorganica”.<br />

Quanto all’altro grande problema, troviamo in Macaulay una dichiarazione ancora più<br />

esplicita: “Sulla questione di ciò che diviene l’uomo dopo la morte, non vediamo che un<br />

Europeo altamente istruito, lasciato alla sua sola ragione, sia nel giusto più di un Piedenero<br />

indiano. Non una sola delle molte scienze in cui superiamo i Piedineri indiani getta la<br />

minima luce sullo stato dell’anima dopo che si è estinta la vita animale. In realtà, tutti i<br />

filosofi, antichi e moderni, che hanno tentato, senza l’aiuto della rivelazione, di dimostrare<br />

l’immortalità dell’uomo, da Platone a Franklin, ci sembrano avere deplorevolmente<br />

fallito”.<br />

Vi sono rivelazioni dei sensi spirituali dell’uomo molto più credibili di tutte le<br />

sofisticherie del materialismo. Ciò che era una dimostrazione e un successo agli occhi di<br />

(5) Vedi le opere di Robertus de Fluctibus, e The Rosicrucians, di Hargrave Jennings.<br />

(6) Prof. B. Stewart, Conservation of Energy.<br />

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