05.12.2014 Views

ISIDE SVELATA

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

agli dèi, e in conseguenza ottenne immediatamente un’apparenza screziata; divenne<br />

variegata e capace di produrre ogni forma che voleva, cambiando una forma in un’altra.<br />

Questo Mantra comincia con le parole: “Ayam gaû pris’nir akramit” (X, 189).<br />

La descrizione della terra in forma di una testa rotonda e calva, che in principio era<br />

morbida e divenne poi dura solo perché vi soffiò sopra il dio Vâyu, il signore dell’aria,<br />

suggerisce necessariamente l’idea che gli autori dei sacri libri vedici sapevano che la terra<br />

è rotonda ossia sferica; inoltre che era stata agli inizi una massa gelatinosa, la quale<br />

lentamente si raffreddò sotto l’influenza dell’aria e del tempo. Questo per quel che riguarda<br />

la loro conoscenza della sfericità del nostro globo; e adesso presenteremo la testimonianza<br />

su cui fondiamo la nostra asserzione che gli Indù erano perfettamente al corrente del<br />

sistema eliocentrico almeno 2000 anni a.C.<br />

Nello stesso trattato l’Hotar (sacerdote) è istruito sul come gli Shastra devono essere<br />

ripetuti e come si debbano spiegare i fenomeni dell’alba e del tramonto. Esso dice: “<br />

L’Agnishtoma è colui (il dio) che brucia. Il sole non tramonta né sorge. Quando il popolo<br />

crede che il sole tramonti, non è così; ci si inganna. Perché, arrivato alla fine del giorno,<br />

esso produce due effetti opposti, facendo giorno per ciò che è sotto e notte per ciò che è<br />

sull’altro lato. In realtà il sole non tramonta mai, né tramonta per colui che ha questa<br />

conoscenza...“. (10)<br />

Questa frase è così conclusiva che anche il traduttore del Rig-Veda, il dott. Haug, fu<br />

costretto a notarlo. Egli dice che questo passo contiene “la negazione del sorgere e del<br />

calare del sole”, e che l’autore suppone che il sole “rimanga sempre nella sua alta<br />

posizione” (11)<br />

In uno dei più antichi Nivid, Rishi Kutsa, un saggio indù della più remota antichità, spiega<br />

l’allegoria delle prime leggi date ai corpi celesti. Per aver fatto “ciò che non doveva fare”,<br />

Anàhit (Analtis o Nana, la Venere persiana) che nella leggenda rappresenta la terra, è<br />

condannata a girare attorno al sole. I Sattra, o sessioni sacrificali, (12) provano<br />

indubbiamente che già nel diciottesimo o ventesimo secolo a. C. gli Indù avevano fatto<br />

notevoli progressi nella scienza astronomica. I Sattra duravano un anno “e non erano altro<br />

che un’imitazione del corso annuo del sole. Secondo Haug, erano divisi in due parti<br />

distinte, ognuna consistente di sei mesi di trenta giorni; nel mezzo di entrambe vi era il<br />

Vishuvan (equatore o giorno centrale), che tagliava il complesso dei Sattra in due metà<br />

ecc”.(13) Questo studioso, sebbene faccia risalire la composizione del complesso dei<br />

Brahmana al periodo 1400-1200 a.C., è dell’opinione che gli inni più antichi possano<br />

essere posti all’inizio della letteratura vedica, fra gli anni 2400-2000 a.C.. Egli non trova<br />

ragione per considerare i Veda meno antichi dei libri sacri dei Cinesi. Poiché il Shu-King, o<br />

Libro della storia, e i canti sacrificali del Shi-King, o Libro delle odi, sono stati provati<br />

risalire al 2200 a.C., i nostri filologi potranno essere costretti, fra non molto, a riconoscere<br />

che, in fatto di conoscenza astronomica, gli Indù antidiluviani furono i maestri dei Cinesi.<br />

In ogni caso vi sono fatti che provano come certi calcoli astronomici, presso i Caldei<br />

del tempo di Giulio Cesare, erano esatti come i nostri attuali. Quando il calendario fu<br />

riformato dal Conquistatore, si trovò che l’anno civile corrispondeva così poco alle<br />

stagioni che l’estate si confondeva con i mesi d’autunno e questi col pieno inverno. Fu<br />

Sosigene, astronomo caldeo, colui che riportò l’ordine nella confusione facendo<br />

(10) Aitareya Brahmana, libro III, cap. V, 44.<br />

(11) Ait. Brahm., vol. II, pag. 242.<br />

(12) Ait. Brahm., libro IV.<br />

(13) Septenary Istitutions, “Stone him to Death”, pag. 20.<br />

57

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!