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ISIDE SVELATA

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Tuttavia ci si può rispondere che gli stessi fenomeni vengono prodotti in presenza di<br />

un medium moderno e di un santo antico. Indubbiamente; e così avveniva ai tempi di<br />

Mosè; perché crediamo che il suo trionfo, proclamato nell’Esodo, sui maghi del faraone,<br />

sia solo una vanteria nazionale da parte del “popolo eletto”, e che il potere che produsse i<br />

suoi fenomeni fosse lo stesso di quello dei maghi, i quali, oltre tutto, erano stati i suoi<br />

maestri e lo avevano istruito nella loro “sapienza”. Ma anche a quel tempo sembra che<br />

fosse stata ben notata la differenza tra fenomeni apparentemente identici. La divinità<br />

nazionale tutelare degli Ebrei (che non è l’Altissimo Padre) (35) proibisce espressamente,<br />

nel Deuteronomio, (36) al suo popolo “di imparare a fare le abominazioni delle altre<br />

nazioni... Di passare attraverso il fuoco o di usare la divinazione, o di essere astrologo o<br />

incantatore, o stregone, o consultatore degli spiriti familiari, o negromante”.<br />

Quale differenza vi era allora fra tutti questi fenomeni in quanto operati dalle “altre<br />

nazioni” e quelli operati dai profeti? Evidentemente vi erano buone ragioni per<br />

riconoscerla, e noi la troviamo nella Prima Epistola di san Giovanni (IV), che dice: “Non<br />

credete a ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti per vedere se vengono da Dio,<br />

perché molti falsi profeti si sono introdotti nel mondo”.<br />

L’unico mezzo di cui dispongono gli spiritisti e i medium moderni per provare gli<br />

spiriti è di giudicarli 1) da quello che fanno e che dicono; 2) dalla loro prontezza nel<br />

manifestarsi; 3) dallo scopo a cui si mira, se è degno dell’apparizione di uno spirito<br />

“disincarnato”, o può scusare chi abbia disturbato i defunti. Saul era alla soglia della<br />

rovina, lui e i suoi figli, e tuttavia Samuele gli chiese: “Perché mi hai disturbato per<br />

portarmi su? (37) Ma le “intelligenze” che si presentano alle sedute, accorrono al cenno del<br />

primo venuto che vuole distrarsi dalla noia.<br />

Nei numero del 14 luglio del “London Spiritualist”, troviamo un lungo articolo nel<br />

quale l’autore cerca di provare che “le meraviglie dei nostri giorni, che appartengono al<br />

cosiddetto spiritismo moderno, sono identiche alle esperienze dei patriarchi e degli apostoli<br />

dell’antichità”.<br />

Siamo costretti a contraddire recisamente questa affermazione. Esse sono identiche<br />

solo in quanto le stesse forze e gli stessi poteri occulti della natura le producono. Ma,<br />

sebbene questi poteri e queste forze possano essere, e certamente sono, tutte dirette da<br />

intelligenze invisibili, queste differiscono tra loro, nell’essenza, nel carattere e negli scopi,<br />

ancor più di quanto differisca il genere umano, composto attualmente di uomini bianchi,<br />

neri, bruni, rossi e gialli, e nel quale si trovano criminali e santi, geni e idioti. L’autore, a<br />

esempio, può valersi dei servigi di un orangutan o di un isolano dei mari del Sud, ma il<br />

fatto che ha un servitore non rende né questo né lui identico ad Aristotele o ad Alessandro.<br />

L’autore paragona Ezechiele “portato su” fino alla “porta orientale della casa del<br />

(35) Nel volume II dimostreremo chiaramente che l’Antico Testamento menziona il culto di più di una divinità<br />

da parte degli Israeliti. Il El-Shadi di Abramo e di Giacobbe non era il Jehovah di Mosé, il Signore Dio<br />

adorato da loro per quarant’anni nel deserto. E il Dio degli Eserciti di Amos non è, se crediamo alle sue<br />

parole, il Dio mosaico, la divinità sinaita, perché leggiamo: “Io odio e disprezzo le vostre solennità... Non<br />

accetto le vostre offerte di cibo... Mi avete offerto sacrifici e offerte nel deserto, per quarant’anni, o casa di<br />

Israele?... No, ma avete portato il tabernacolo del vostro Moloch e di Chiun (Saturno), le vostre immagini, la<br />

stella del vostro dio che vi siete fatti voi stessi... Per questo vi farò cadere in cattività... dice il Signore, il cui<br />

nome è il Dio degli eserciti”. (Amos, V, 21-27).<br />

(36) Capitolo XVIII.<br />

(37) La parola “su”, da parte dello spirito di un profeta la cui sede avrebbe dovuto certa-mente essere il cielo, e<br />

che quindi avrebbe dovuto dire “per portarmi giù”, è in sé molto significativa per un cristiano che colloca il<br />

paradiso e l’inferno nei due punti opposti.<br />

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