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ISIDE SVELATA

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Il “principio vitale” di Van Helmont, o archaeus, non è né più né meno che la luce<br />

astrale di tutti i cabalisti, e l’etere universale della scienza moderna. Se le più insignificanti<br />

segnature del feto non sono dovute all’immaginazione della madre, a quale altra causa<br />

Magendie attribuirà la formazione di scaglie cornee, le corna di capra e i velli di animali<br />

che abbiamo visto, negli esempi citati, segnare la progenie mostruosa? Non vi erano certo<br />

germi latenti di questi caratteri tipici del regno animale, tali da essere sviluppati da<br />

improvviso impulso della fantasia materna. In breve l’unica possibile spiegazione è quella<br />

offerta dagli adepti delle scienze occulte.<br />

Prima di lasciare l’argomento, desideriamo dire poche parole su quei casi in cui la<br />

testa, un braccio o una mano furono dissolti istantaneamente sebbene fosse evidente che in<br />

ognuno di questi casi l’intero corpo del bambino era stato perfettamente formato. Di che<br />

cosa è composto il corpo di un bambino alla sua nascita? I chimici ci diranno che<br />

comprende una dozzina di libbre di gas solidificati, poche once di ceneri residue, acqua,<br />

ossigeno, idrogeno, azoto e acido carbonico, un po’ di calcio, magnesia, fosforo e qualche<br />

altro minerale, tutto qui. Di dove vengono? Come si sono messi insieme? In che modo<br />

queste particelle, che Proctor dice tratte dalle “profondità dello spazio che ci circonda da<br />

tutti i lati”, sono state formate e modellate in essere umano? Abbiamo visto che è inutile<br />

domandarlo alla scuola dominante di cui Magendie è un illustre rappresentante, giacché<br />

egli confessa di non conoscere nulla sulla nutrizione, digestione e circolazione del feto; e la<br />

fisiologia ci insegna che, finché l’ovulo è chiuso nella vescicola di Graaf, partecipa,<br />

facendone parte integrale, alla struttura generale della madre. Con lo spezzarsi della<br />

vescicola, diviene quasi indipendente da lei per quel che riguarda lo strutturarsi del corpo<br />

del futuro essere, così come il germe di un uovo di uccello dopo che la madre lo ha lasciato<br />

cadere nel nido. Vi è certo molto poco, nei fatti dimostrati dalla scienza, che contraddica<br />

l’idea che la relazione fra l’embrione e la madre è molto diversa da quella fra il locatario e<br />

la casa, dipendendo dalla sua protezione per la salute, il calore e il benessere.<br />

Secondo Democrito, l’anima (24) risulta da un’aggregazione di atomi, e Plutarco<br />

descrive così la sua filosofia: “Vi sono infinite sostanze indivisibili e insensibili, le quali<br />

non hanno differenze, non hanno qualità, e che si muovono nello spazio in cui sono<br />

disseminate; quando si avvicinano fra loro, si uniscono, si collegano e, con la loro<br />

aggregazione, formano acqua, fuoco, una pianta o un uomo. Tutte queste sostanze, che egli<br />

chiama atomi per la loro solidità, non possono subire né cambiamenti né alterazioni. Ma”,<br />

aggiunge Plutarco, “non possiamo fare un colore con ciò che non ha colore, né una<br />

sostanza o un’anima con ciò che non ha anima né qualità”. Il professor Balfour Stewart<br />

dice che questa dottrina, nelle mani di John Dalton, “ha permesso alla mente umana di<br />

attenersi alle leggi che regolano i cambiamenti chimici e di rappresentarsi quello che<br />

avviene”. Dopo aver citato, approvandola, l’idea di Bacone che gli uomini stanno<br />

perpetuamente investigando gli estremi limiti della natura, egli formula un modello sul<br />

quale lui e i suoi fratelli in filosofia farebbero bene a misurare il proprio comportamento.<br />

“Certo”, egli dice, “dovremmo essere molto cauti prima di abbandonare un qualsiasi ramo<br />

del sapere o un orientamento di pensiero come essenzialmente inutili”. (25)<br />

Parole coraggiose. Ma quanti sono gli uomini di scienza che le mettono in pratica?<br />

Democrito di Abdera ci mostra uno spazio pieno di atomi, e i nostri astronomi<br />

contemporanei ci permettono di vedere come questi atomi formino i mondi e poi le razze,<br />

(24) Con la parola anima, né Democrito né gli altri filosofi intendono il nous o pneuma, la divina anima<br />

immateriale, ma la psychè, o corpo astrale: quella che Platone chiama sempre la seconda anima mortale.<br />

(25) Balfour Stewart, LL.D, F.R.S., The Conservation of Energy, pag. 133.<br />

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