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ISIDE SVELATA

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minuziose osservazioni prima che alcuni di questi risultati astronomici giunti fino a noi<br />

abbiano potuto essere controllati. Così i Babilonesi avevano stabilito la lunghezza di un<br />

anno tropicale con un’approssimazione di venticinque secondi, e la loro stima dell’anno<br />

siderale eccedeva solo di due minuti. Avevano scoperto la precessione degli equinozi.<br />

Conoscevano le cause delle eclissi e, con l’aiuto del loro ciclo chiamato saros, potevano<br />

predirle. La loro stima del valore di questo ciclo, che è di più di 6.585 giorni, si discostava<br />

dall’esattezza solo di diciannove minuti e mezzo”.<br />

“Fatti simili forniscono la prova incontrovertibile della pazienza e dell’abilità con cui<br />

l’astronomia era stata coltivata in Mesopotamia, e che, pur con mezzi strumentali molto<br />

inadeguati, aveva raggiunto una considerevole perfezione. Quegli antichi osservatori<br />

avevano fatto un catalogo delle stelle e avevano diviso lo zodiaco in dodici segni; avevano<br />

diviso il giorno in dodici ore e così pure la notte. Come dice Aristotele, si erano dedicati<br />

per lungo tempo all’osservazione dell’occultamento degli astri da parte della luna.<br />

Avevano idee esatte sulla struttura del sistema solare e conoscevano l’ordine della<br />

posizione dei pianeti. Avevano costruito orologi solari, clessidre, astrolabi e gnomoni”.<br />

Parlando del mondo delle verità eterne, che risiede “entro il mondo delle illusioni<br />

transitorie e delle non realtà”, il professor Draper dice: “Quel mondo non sarà scoperto<br />

attraverso le vane tradizioni che hanno portato fino a noi l’opinione degli uomini che<br />

vivevano all’alba della civiltà, né nei sogni dei mistici che pensavano di essere ispirati.<br />

Sarà scoperto dalle investigazioni della geometria e interrogando praticamente la natura”.<br />

Esatto. La conclusione non avrebbe potuto essere meglio espressa. Questo eloquente<br />

scrittore ci dice una verità profonda. Tuttavia non ci dice l’intera verità perché non la<br />

conosce. Egli non ha descritto la natura né la portata delle conoscenze impartite nei<br />

Misteri. Nessun popolo successivo è stato versato in geometria come i costruttori delle<br />

piramidi e di altri monumenti titanici antidiluviani e postdiluviani. D’altra parte nessuno li<br />

ha mai eguagliati nell’interrogare praticamente la natura.<br />

Una prova innegabile di questo è il significato dei loro innumerevoli simboli. Ognuno<br />

di questi simboli è un ‘idea che ha preso corpo, combinando la concezione del Divino<br />

Invisibile con il terreno visibile. L’uno deriva rigorosamente dall’altro per analogia,<br />

secondo la formula ermetica “come in alto così in basso”. I loro simboli mostrano una<br />

grande conoscenza delle scienze naturali e uno studio pratico della potenza cosmica.<br />

Quanto ai risultati pratici che saranno ottenuti con “l’investigazione della geometria”,<br />

molto fortunatamente per gli studiosi che vogliono passare all’azione, non siamo più<br />

costretti ad accontentarci di semplici congetture. Ai nostri tempi un Americano, George H.<br />

Felt, di New York, il quale, se continua come ha cominciato, potrà un giorno essere<br />

riconosciuto il massimo geometra dell’epoca, è stato capace, con il solo aiuto delle<br />

premesse dagli antichi Egiziani, di arrivare a risultati che esporremo con le sue stesse<br />

parole. “Anzitutto”, dice il Felt “è necessario il diagramma fondamentale al quale si può<br />

riferire ogni nozione di geometria elementare, sia piana, sia solida; poi produrre sistemi<br />

aritmetici di proporzione in modo geometrico; identificare questa figura con tutti i resti di<br />

architettura e di scultura, nei quali questa figura è stata seguita in modo meravigliosamente<br />

esatto; determinare che gli Egiziani l’avevano usata come base dei loro calcoli astronomici<br />

su cui il loro simbolismo religioso era quasi interamente fondato; trovare le sue tracce fra<br />

tutte le vestigia d’arte e di architettura dei Greci; scoprirne egualmente le tracce negli<br />

annali sacri degli Ebrei così da provare in modo conclusivo che si fondavano su di esso;<br />

trovare infine che l’intero sistema era stato scoperto dagli Egiziani dopo ricerche di decine<br />

di migliaia di anni sulle leggi della natura, e che potrebbe veramente chiamarsi la scienza<br />

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