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ISIDE SVELATA

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quale i metalli devono morire”. Questo fece sorgere le più assurde supposizioni, e alcuni,<br />

come Glauber, hanno pensato che l’alkahest fosse lo spirito del sale. E necessario non poco<br />

coraggio per affermare che Paracelso e i suoi colleghi ignorassero la natura delle sostanze<br />

elementari e delle sostanze composte; esse possono non essere chiamate con gli stessi nomi<br />

oggi in uso, ma che fossero conosciute lo dimostrano i risultati ottenuti. Che importa il<br />

nome dato da Paracelso al gas emanato quando il ferro viene dissolto dall’acido solforico,<br />

se egli é stato riconosciuto anche dalle nostre massime autorità come lo scopritore<br />

dell’idrogeno?(33) Il suo merito non cambia. E sebbene Van Helmont possa avere<br />

nascosto sotto il nome di “virtù seminali” la sua conoscenza del fatto che le sostanze<br />

elementari hanno loro proprietà originali, modificate solo temporaneamente dal loro<br />

combinarsi con altre sostanze ma non mai distrutte, egli fu tuttavia il più grande chimico<br />

della sua epoca ed eguale ai moderni scienziati. Egli affermò che l’aurum potabile poteva<br />

essere ottenuto con l’alkahest, convertendo l’intero corpo dell’oro in un sale che<br />

manteneva le sue virtù seminali ed era solubile in acqua. Quando i chimici conosceranno<br />

quello che egli intendeva per aurum potabile, per alkahest, per sale e per virtù seminali —<br />

quello che egli intendeva realmente, non ciò che diceva di intendere né quello che si pensa<br />

che intendesse — allora, e non prima, i nostri chimici potranno assumere con sicurezza le<br />

arie che si dànno circa i filosofi del fuoco e gli antichi maestri da loro reverentemente<br />

studiati. Una cosa, comunque, è chiara. Preso solo nella sua forma essoterica, il linguaggio<br />

di Van Helmont mostra che egli era al corrente della solubilità delle sostanze metalliche<br />

nell’acqua, su cui Sterry Hunt fonda la sua teoria dei depositi metalliferi. Saremmo lieti di<br />

sapere quale sorta di linguaggio sarebbe inventato dai nostri scienziati contemporanei per<br />

celare e tuttavia rivelare a metà la loro audace proposizione che “l’unico Dio dell’uomo è<br />

la materia periscibile del suo cervello”, se nelle cantine della Corte di giustizia o della<br />

cattedrale ci fosse una camera di tortura dove un giudice o un cardinale qualsiasi potesse<br />

inviarli a suo piacere.<br />

Il professor Sterry Hunt dice in una delle sue conferenze:(34) “Gli alchimisti<br />

cercarono invano un solvente universale; ma noi adesso sappiamo che l’acqua, aiutata in<br />

certi casi dal calore, dalla pressione e dalla presenza di certe sostanze vastamente diffuse<br />

come l’acido carbonico, i carbonati e i sulfuri alcalini, può dissolvere i corpi più insolubili;<br />

così che, in definitiva, può essere considerata come l’alkahest o menstruum universale<br />

tanto cercato”.<br />

Questo somiglia molto a una parafrasi di Van Helmont o dello stesso Paracelso. Essi<br />

conoscevano• le proprietà dell’acqua come solvente non meno dei chimici moderni, e, quel<br />

che è più, non cercarono affatto di nasconderlo; questo mostra che l’acqua non era il loro<br />

solvente universale. Esistono ancora molti commenti e critiche delle loro opere, e<br />

difficilmente si può aprire un libro sull’argomento senza trovare almeno una delle loro<br />

speculazioni delle quali essi non pensarono mai di far mistero. Ecco quello che troviamo in<br />

una vecchia opera sugli alchimisti — una satira, per di più — del 1820, scritta agli inizi del<br />

nostro secolo quando le nuove teorie sul potere chimico dell’acqua erano appena nel loro<br />

stato embrionale.<br />

“Può portare qualche luce osservare che Van Helmont, come Paracelso, considerava<br />

l’acqua come lo strumento (l’agente?) della chimica e della filosofia naturale; e la terra<br />

come la base immutabile di tutte le cose; che il fuoco era indicato come la causa efficiente<br />

(33) Youmans, Chemistry, pag. 169; e W. B. Kemshead, F.R.A.S., Inorganic Chemistry.<br />

(34) Origin of Metalliferous Deposits.<br />

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