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ISIDE SVELATA

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flessibile, con gli occhi aperti e l’aspetto florido, la bocca e il naso pieni di sangue, e il<br />

sangue che scorreva a fiotti se il cadavere veniva ferito o decapitato”. (26)<br />

Uno dei più importanti esempi di vampirismo appare nelle lettere private del filosofo<br />

marchese d’Argens; e nella “Revue Britannique” del marzo 1837, il viaggiatore inglese<br />

Pashley ne descrive alcuni venuti a sua conoscenza nell’isola di Candia. Il dott. Jobard,<br />

uno scienziato belga anticattolico e antispiritista, attesta simili esperienze. (27)<br />

“Non esaminerò”, scrisse il vescovo d’Avranches Huet, “se i fatti di vampirismo che<br />

vengono continuamente riferiti siano veri o frutto di errore popolare; ma è certo che essi<br />

vengono attestati da tanti autori capaci e degni di fede, e da tanti testimoni oculari, che<br />

nessuno dovrebbe pronunciare una decisione senza molta cautela”. (28)<br />

Il cavaliere che si era dato tanta pena per raccogliere materiali per la sua teoria<br />

demonologica, presenta le prove più sensazionali per dimostrare che tutti questi casi sono<br />

prodotti dal diavolo, il quale si serve dei cadaveri dei cimiteri per rivestirsene e vaga di<br />

notte per succhiare il sangue della gente. Credo che potremmo benissimo fare a meno di<br />

portare in scena questo fosco personaggio. Se dobbiamo credere al ritorno degli spiriti, vi è<br />

una quantità di sciagurati sensuali, di avari, di peccatori di ogni genere, specialmente<br />

suicidi, che potrebbero gareggiare in malizia con il diavolo stesso in piena forma. E<br />

sufficiente essere costretti a credere in quello che vediamo e conosciamo come realtà di<br />

fatto, ossia gli spiriti, senza aggiungere al pantheon dei fantasmi il Diavolo, che nessuno ha<br />

mai visto.<br />

Tuttavia vi sono interessanti particolari da raccogliere in relazione al vampirismo,<br />

poiché la credenza in questo fenomeno è esistita in tutti i paesi e fin dalle epoche più<br />

remote. I popoli slavi, i Greci, i Valacchi e i Serbi dubiterebbero piuttosto dell’esistenza<br />

dei loro nemici, i Turchi, che del fatto che vi siano dei vampiri. I brucolak, o vurdalak,<br />

come questi ultimi sono chiamati, sono ospiti fin troppo familiari del focolare slavo.<br />

Scrittori del più alto talento, uomini pieni di sagacia e di integrità hanno trattato<br />

l’argomento e vi hanno creduto. Di dove viene dunque questa superstizione? Di dove<br />

questa unanime credenza che attraversa i secoli, e di dove questa identità nei particolari e<br />

questa somiglianza di descrizioni circa un fenomeno che troviamo nella testimonianza —<br />

generalmente giurata — di popoli estranei gli uni agli altri e molto diversi circa le altre<br />

superstizioni?<br />

“Vi sono”, dice don Calmet, uno scettico monaco benedettino del secolo scorso, “due<br />

diversi modi per distruggere la credenza in questi pretesi fantasmi... Il primo consiste nello<br />

spiegare i prodigi del vampirismo con cause fisiche. Il secondo è di negare totalmente la<br />

verità di queste storie; e il secondo è certo il più sicuro e il più saggio”. (29)<br />

Il primo modo, quello di cercare la spiegazione in cause fisiche, sebbene occulte, è<br />

quello adottato dalla scuola di mesmerismo di Pierart. Non sono certo gli spiritisti ad avere<br />

il diritto di mettere in dubbio la plausibilità di questa spiegazione. II secondo è adottato<br />

dagli scienziati e dagli scettici. Essi negano recisamente. Come nota des Mousseaux, non<br />

vi è metodo migliore né più sicuro, e nessun altro ha meno bisogno di filosofia o di<br />

scienza.<br />

Lo spettro di un pastore di un villaggio presso Kodom, in Baviera, cominciò ad<br />

apparire a parecchi abitanti del luogo, e, sia per lo spavento o per qualche altra causa,<br />

(26) Dott. Pierart, “Revue Spiritualiste”, vol. IV, pag. 104.<br />

(27) Vedi HautsPhen., pag. 199.<br />

(28) Huetiana, pag. 81.<br />

(29) Don Calmet, Apparitions ecc., Parigi 1751, vol. II, pag. 47; Hauts Phén. de la Magie, 195.<br />

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