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ISIDE SVELATA

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che appartengono ad altri, molto più lontani e più alti periodi di civiltà. “A Tebe, parti di<br />

edifici in rovina ci permettono di riconoscere vestigia di strutture ancora più antiche, il cui<br />

materiale è servito per erigere quegli edifici che oggi hanno un’esistenza di trentasei<br />

secoli”. “Tutto ciò che ci hanno detto Erodoto e i sacerdoti egiziani è risultato esatto”,<br />

aggiunge Champollion, “ed e stato corroborato dagli scienziati moderni”.<br />

Di dove provenisse la civiltà degli Egiziani sarà mostrato nel secondo volume, e, a<br />

questo proposito, faremo vedere che le nostre deduzioni, sebbene fondate sulle tradizioni<br />

della Dottrina Segreta, vanno di pari passo con quelle di molte fra le autorità più rispettate.<br />

Vi e un passo, in una nota opera indù, che può essere opportunamente citato qui.<br />

“Sotto il regno di Viswamitra, primo re della dinastia di Soma-Vanga, in seguito a una<br />

battaglia che durò cinque giorni, Manu-Vina, erede del vecchio re, abbandonato dai<br />

brahmani, emigrò con tutti i suoi compagni attraversando Arya e le regioni di Barria finché<br />

raggiunse le rive di Masra” (Storia dell’India, di Colluca-Batta). Indiscutibilmente questo<br />

Manu-Vina e Menes, primo re egiziano, sono identici.<br />

Arya è Eran, la Persia; Barria e l’Arabia, e Marsa era il nome del Cairo, che ancor oggi<br />

è chiamato Masr, Musi e Misro. La storia fenicia nomina Maser come uno degli antenati di<br />

Ermete.<br />

E qui diremo addio alla taumatofobia e ai suoi difensori e considereremo la<br />

taumatomania sotto i suoi molteplici aspetti. Nel secondo volume intendiamo riconsiderare<br />

i miracoli del paganesimo e soppesare le prove in loro favore sulla stessa bilancia della<br />

teologia cristiana. Vi e un conflitto non soltanto imminente ma già in atto tra la scienza e la<br />

teologia da un lato, e lo spirito con la sua antica scienza, la magia, dall’altro. Qualche cosa<br />

delle possibilità di quest’ultima e già stato spiegato, ma il più deve ancora venire. Il<br />

piccolo e meschino mondo per la cui approvazione gli scienziati e i magistrati, i preti e i<br />

cristiani sono in gara, ha cominciato la sua crociata dell’ultima ora condannando nello<br />

stesso anno due innocenti, l’uno in Francia e l’altro a Londra, in sfida alla legge e alla<br />

giustizia. Come l’apostolo della circoncisione, essi sono sempre pronti a rinnegare tre volte<br />

un collegamento impopolare per paura dell’ostracismo dei loro stessi seguaci. Gli<br />

psicomanti e gli psicofobi devono presto incontrarsi in fiero conflitto. L’ansia di vedere i<br />

loro fenomeni investigati e confermati dalle autorità scientifiche e stata sostituita, nei<br />

primi, da una fredda indifferenza. Come risultato naturale dei tanti pregiudizi e della slealtà<br />

che sono stati esibiti, il loro rispetto per gli scienziati e presto svanito, e i reciproci epiteti<br />

che le due parti si scambiano non sono certo lusinghieri né per gli uni né per gli altri. Il<br />

tempo non tarderà a mostrare chi abbia ragione e chi torto, e le future generazioni lo<br />

capiranno. Si può predire con sicurezza che l’Ultima Tule dei misteri divini e la chiave per<br />

dischiuderli devono essere cercate altrove che nel turbine delle molecole di Avogadro.<br />

Coloro che, per leggerezza di giudizio o per naturale impazienza, vorrebbero fissare il<br />

sole splendente prima che i loro occhi siano divenuti capaci di sostenerne il lampo,<br />

possono solo lamentarsi dell’esasperante oscurità di linguaggio che caratterizza le opere<br />

degli antichi ermetisti e dei loro successori. Essi dichiarano incomprensibili i loro trattati<br />

filosofici sulla magia. Non perderemo il tempo con la prima categoria; preghiamo la<br />

seconda di moderare la sua ansia ricordando queste parole di Espagnet: “La verità si<br />

nasconde nell’oscurità”, e “I filosofi non hanno mai scritto in modo più ingannevole di<br />

quando sono stati chiari, né in modo più veritiero di quando sono stati oscuri”. Vi è inoltre<br />

una terza categoria a cui faremmo troppo onore dicendo che capiscono in qualche modo il<br />

problema. Essi si limitano a negarlo ex cathedra. Trattano gli antichi da folli sognatori, e,<br />

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