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ISIDE SVELATA

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L’asbesto, che era conosciuto dai Greci sotto il nome di Άόβετος, o inestinguibile, è<br />

una pietra che, una volta messa sul fuoco, non può più spegnersi, come ci dicono Plinio e<br />

Solino. Alberto Magno lo descrive come una pietra del colore del ferro, che si trova per lo<br />

più in Arabia. Generalmente viene trovata coperta da una sostanza oleosa appena<br />

percettibile che si infiamma immediatamente all’avvicinarsi di una candela accesa. Molti<br />

sono gli esperimenti fatti dai chimici per estrarre da essa questo olio indissolubile, ma, a<br />

quanto si dice, sono tutti falliti. Tuttavia, i nostri chimici sono pronti ad affermare che<br />

questa operazione sia decisamente impossibile? Se tale olio potesse essere estratto, non vi<br />

sarebbe dubbio che esso fornirebbe un combustibile perpetuo. Gli antichi possono vantarsi<br />

a buon diritto di averne scoperto il segreto, perché, ripetiamo, vi sono sperimentatori oggi<br />

viventi che lo hanno fatto con successo. I chimici che hanno tentato invano di farlo<br />

affermano che il fluido o liquore chimicamente estratto da questa pietra è di natura<br />

piuttosto acquosa che oleosa, e così impuro e spesso che non può bruciare; altri affermano,<br />

al contrario, che l’olio, appena esposto all’aria diviene così denso e solido che riesce<br />

difficilmente a fluire, e, se avvicinato al fuoco, non emette fiamma ma fumo nero. Si dice<br />

invece che le lampade degli antichi ardessero con una fiamma pura e brillante, senza<br />

emettere il minimo fumo. Kirker, che dimostra la possibilità di purificarlo, pensa che la<br />

cosa sia così difficile da essere accessibile solo ai più alti adepti dell’alchimia.<br />

Sant’Agostino, che attribuisce tutti questi fenomeni al capro espiatorio del<br />

cristianesimo, il diavolo, è nettamente contraddetto da Ludovicus Vives,(41) il quale<br />

mostra che tutte le cosiddette operazioni magiche sono prodotto dell’industria umana e del<br />

profondo studio dei segreti della natura, per quanto meravigliose e miracolose possano<br />

sembrare. Podocattaro, cavaliere di Cipro,(42) aveva della tela e della stoffa fatte con un<br />

altro asbesto, che Porcacchio dice(43) di aver visto in casa di questo cavaliere. Plinio<br />

chiama questa stoffa linum vinum e tela indiana, e dice che è fatta con asbeston sive<br />

asbestinum, una tela con cui vengono fatti vestiti che si lavano esponendoli al fuoco. E<br />

aggiunge che era preziosa come le perle e i diamanti perché non solo era molto rara a<br />

trovarsi, ma difficilissima a tessersi per la insufficiente lunghezza dei fili. Battuto e<br />

appiattito con un martello, viene immerso in acqua calda e, quando è seccato, i suoi<br />

filamenti possono essere ridotti in fili come il lino e tessuti. Plinio afferma di avere visto<br />

alcuni asciugamani fatti con esso e di avere assistito alla loro purificazione mediante il<br />

fuoco. Anche Battista della Porta afferma di averlo visto a Venezia nelle mani di una<br />

signora cipriota, e chiama secretum optimum questa scoperta alchemica.<br />

Il dott. Grew, nella sua descrizione delle curiosità del collegio di Gresham<br />

(diciassettesimo secolo), crede che l’arte e l’uso di questa stoffa siano totalmente perduti,<br />

ma sembra che non fosse così, perché vediamo che il Museo Septalius, ancora nel 1726, si<br />

vantava di possedere fili, funi, carta e merletti fatti con questo materiale; alcuni di questi<br />

di Tritenheimus”, dice Libavio suo commentatore, “in realtà, sebbene non si accordino con la pertinacia della<br />

nafta, tuttavia le due cose possono spiegarsi a vicenda. La nafta non è durevole al punto di non bruciare,<br />

perché si volatilizza e si infiamma, ma, se viene fissata aggiungendovi il succo del Lapis asbestinos, può<br />

fornire un combustibile perpetuo”, continua quel dotto.<br />

Possiamo aggiungere di avere visto noi stessi una lampada così preparata, e ci dicono che, da quando fu<br />

accesa la prima volta nel maggio del 1871, non si è mai spenta. Poiché sappiamo che la persona che ha fatto<br />

l’esperimento è incapace di ingannare alcuno, essendo lei stessa un ardente sperimentatore dei segreti<br />

ermetici, non abbiamo ragione per dubitare di questa affermazione.<br />

(41) Commenti sul “De Civitate Dei” di sant Agostino.<br />

(42) Autore del De Rebus Cypriis, 1566.<br />

(43) Libro degli antichi funerali.<br />

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