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ISIDE SVELATA

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Antica scienza criptica<br />

I numeri sacri dell’universo nella loro combinazione esoterica, risolvono il grande<br />

problema e spiegano la teoria della radiazione e il ciclo delle emanazioni. Gli ordini più<br />

bassi, prima di svilupparsi nei più alti, devono emanare dagli ordini spirituali più alti e,<br />

arrivati al punto di svolta, essere nuovamente assorbiti nell’infinito.<br />

La fisiologia, come ogni altra cosa in questo mondo in costante evoluzione, è soggetta<br />

alla rivoluzione ciclica. Poiché sembra oggi emergere appena dalle ombre dell’arco<br />

inferiore, si potrà dimostrare un giorno che essa si è trovata nel punto più alto della<br />

circonferenza del cerchio molto prima dei tempi di Pitagora.<br />

Moco di Sidone, fisiologo e maestro di anatomia, fiorì molto prima del saggio di<br />

Samo, e quest’ultimo ricevette le istruzioni sacre dai discepoli e dai discendenti di lui.<br />

Pitagora, puro filosofo, intimamente versato nei più profondi fenomeni della natura, nobile<br />

erede della scienza antica, la cui grande meta fu di liberare l’anima dai legami dei sensi e<br />

costringerla a rendersi conto dei suoi poteri, vivrà eternamente nella memoria umana.<br />

L’impenetrabile velo di segretezza arcana fu gettato sulle scienze insegnate nel<br />

santuario. E questa la causa dell’attuale disprezzo per le antiche filosofie. Perfino Platone<br />

e Filone Ebreo sono stati accusati di assurde incoerenze da molti commentatori, mentre il<br />

piano nascosto sotto il dedalo di contraddizioni metafisiche così sconcertanti per il lettore<br />

del Timeo è fin troppo evidente. Ma Platone è stato mai letto con vera comprensione da<br />

coloro che spiegano i classici? Questa è una domanda giustificata dalle critiche che si<br />

trovano in autori quali Stalbaum, Schleiermacher, Ficino (traduzione latina), Heindorf,<br />

Sydenham, Buttmann, Taylor e Burges, per non dir nulla di autorità minori. Le velate<br />

allusioni del filosofo greco alle cose esoteriche hanno evidentemente sviato al massimo<br />

questi commentatori. Essi non solo suggeriscono con sfrontata freddezza, dinnanzi a certi<br />

passi difficili, che si voleva evidentemente impiegare un’altra fraseologia, ma fanno<br />

mutamenti audaci. Il verso orfico:<br />

“Il suo canto chiude l’ordine della sesta razza..”.<br />

che può essere interpretato solo in riferimento alla sesta razza evoluta nelle consecutive<br />

evoluzioni delle sfere, (7) secondo Burges “era evidentemente preso da una cosmogonia in<br />

cui l’uomo era considerato essere stato creato per ultimo”. (8) Chi si accinge a pubblicare<br />

le opere di un altro, non dovrebbe almeno capire quello che intende il suo autore?<br />

In realtà gli antichi filosofi sembrano essere generalmente considerati dai nostri critici<br />

moderni, compresi i più liberi da pregiudizi, come privi di quella profondità e di quella<br />

piena conoscenza delle scienze esatte di cui il nostro secolo va così orgoglioso. Si mette<br />

perfino in dubbio che essi abbiano inteso il principio fondamentale ex nihilo nihil fit. Se<br />

anche sospettarono l’indistruttibilità della materia, — dicono questi commentatori — non<br />

fu in conseguenza di una formula fermamente stabilita ma solo per un ragionamento<br />

intuitivo e per analogia.<br />

Noi siamo di parere contrario. Le speculazioni di questi filosofi sulla materia erano<br />

aperte alla critica pubblica, ma i loro insegnamenti sulle cose spirituali erano<br />

profondamente esoterici. Legati per giuramento al segreto e al silenzio religioso sui<br />

soggetti astratti che riguardavano le relazioni fra lo spirito e la materia, essi gareggiavano<br />

fra loro nei metodi ingegnosi per celare le loro vere opinioni.<br />

(7) In altro luogo spieghiamo con qualche minuzia la filosofia ermetica dell’evoluzione delle sfere e le loro<br />

varie razze.<br />

(8) J. Burges, The Works of Plato, pag. 207, nota.<br />

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