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ISIDE SVELATA

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forma e di ogni essere esistente, dal cui seno non appena “incubato” dallo Spirito Divino,<br />

sono chiamate all’esistenza la Materia e la Vita, la Forza e l’Azione. Elettricità,<br />

magnetismo, calore, luce e azione chimica sono pochissimo capiti ancor oggi che nuovi<br />

fatti ampliano continuamente il raggio della nostra conoscenza. Chi sa dove finisce il<br />

potere di questo proteico gigante, l’Etere, o di dove tragga la sua misteriosa origine? E ci<br />

riferiamo a coloro che negano lo spirito che opera in esso e fa evolvere da esso tutte le<br />

forme visibili.<br />

È facile mostrare come le leggende cosmologiche di tutto il mondo siano fondate sulle<br />

conoscenze che gli antichi avevano di quelle scienze che oggi si sono alleate per sostenere<br />

la dottrina dell’evoluzione; un’ulteriore ricerca potrà dimostrare che essi erano molto più al<br />

corrente di noi sul fatto dell’evoluzione stessa, abbracciando tutti i suoi aspetti fisici e<br />

spirituali. Per gli antichi filosofi l’evoluzione era un teorema universale, una dottrina che<br />

comprendeva il tutto, un principio stabilito; mentre gli evoluzionisti moderni possono<br />

presentarci solo teorie speculative, con teoremi particolari quando non sono<br />

completamente negativi. Inutilmente i rappresentanti della nostra moderna sapienza<br />

cercano di chiudere la discussione e pretendono che il problema sia risolto, solo perché<br />

l’oscura fraseologia del racconto mosaico si scontra con l’esegesi della “scienza esatta”.<br />

Un fatto per lo meno è provato: non vi è un solo frammento cosmologico, a qualsiasi<br />

nazione appartenga, il quale non dimostri, con questa universale allegoria dell’acqua e<br />

dello spirito che la feconda, che, al pari dei fisici moderni, gli antichi non hanno mai<br />

preteso che l’universo sia scaturito dal nulla. Perché tutte le loro leggende cominciano con<br />

il periodo in cui vapori nascenti e oscurità cimmerie scorrevano su masse fluide pronte a<br />

iniziare il loro corso di attività al primo soffio di Colui che è il Non Rivelato. Essi Lo<br />

sentivano, anche se non Lo vedevano. Le loro intuizioni spirituali non erano così oscurate<br />

dai sottili sofismi delle età seguenti come lo siamo noi. Se gli antichi parlarono poco<br />

dell’età siluriana lentamente trasformatasi nella mammaliana, e se il periodo cenozoico fu<br />

solo ricordato da alcune allegorie circa l’uomo primitivo — l’Adamo della nostra razza —<br />

questo non è una prova sicura che Moro “saggi” e i loro maestri non conoscessero questi<br />

periodi successivi al pari di noi. Ai tempi di Democrito e di Aristotele il ciclo aveva già<br />

iniziato il suo corso discendente. E se questi due filosofi poterono discutere così bene la<br />

teoria atomica e seguire l’atomo fino al suo punto di partenza materiale o fisico, i loro<br />

antenati possono essere andati anche più in là e avere seguito la sua genesi molto oltre il<br />

limite in cui Tyndall e altri sembrano essere rimasti radicati non osando superare la linea<br />

dell’”Incomprensibile”. Le arti perdute provano a sufficienza che, se anche le loro<br />

conquiste in fisiografia sono adesso messe in dubbio a causa degli scritti poco<br />

soddisfacenti dei loro fisici e naturalisti, d’altra parte le loro conoscenze pratiche di<br />

fitochimica e di mineralogia erano molto superiori alle nostre. Inoltre essi possono essere<br />

stati perfettamente al corrente della storia fisica del nostro globo senza avere comunicato le<br />

loro conoscenze alle masse ignoranti, in quell’epoca di misteri religiosi.<br />

Non è dunque dai soli libri mosaici che intendiamo addurre prove per i nostri ulteriori<br />

argomenti. Gli antichi Ebrei trassero tutte le loro conoscenze — religiose e profane —<br />

dalle nazioni con le quali erano mischiati già dai tempi più remoti. Anche la più antica<br />

delle loro scienze, la “dottrina segreta” cabalistica, può essere riportata in tutti i suoi<br />

particolari alla sua prima fonte, l’India superiore o Turkestan, molto prima del tempo in cui<br />

avvenne una divisione precisa fra le nazioni ariane e le semitiche. Il re Salomone, così<br />

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