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ISIDE SVELATA

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Generalizzazioni superficiali degli scienziati francesi<br />

Passare dalle speculazioni filosofiche di un uomo quale Schopenhauer alle<br />

generalizzazioni superficiali di alcuni Accademici francesi sarebbe inutile se non per il<br />

fatto che questo ci permette di stimare la portata intellettuale di queste due scuole di<br />

sapere. Abbiamo visto come il filosofo tedesco tratta i profondi problemi psicologici.<br />

Confrontiamolo con il meglio che l’astronomo Babinet e il chimico Boussingault ci<br />

possono offrire come spiegazione di un importante fenomeno spiritico. Nel 1854-5, questi<br />

distinti specialisti presentarono all’Accademia una memoria, o monografia, il cui evidente<br />

scopo era di confermare e in egual tempo rendere più chiara la troppo complicata teoria del<br />

dott. Chevreuil a spiegazione dei tavoli giranti; egli era infatti membro della commissione<br />

d’inchiesta in proposito.<br />

Citiamo testualmente: “Quanto ai movimenti e alle oscillazioni che si dicono avvenire<br />

con certi tavoli, essi non possono avere altra causa che le invisibili e involontarie<br />

vibrazioni del sistema muscolare degli sperimentatori: l’estesa contrazione dei muscoli si<br />

manifesta infatti a un dato momento con una serie di vibrazioni e diviene così un tremito<br />

visibile che comunica all’oggetto un movimento circolare. Questa rotazione può così<br />

manifestarsi con una considerevole energia, con un movimento gradualmente accelerato e<br />

con una forte resistenza quando si cerca di arrestarlo. La spiegazione fisica del fenomeno<br />

diviene dunque chiara e non offre la minima difficoltà”.(30)<br />

Proprio nessuna. Questa ipotesi scientifica — o dobbiamo dire dimostrazione? — è<br />

chiara come una delle nebulose di Babinet esaminata in una notte di nebbia.<br />

E tuttavia, per quanto possa essere chiara, manca di una qualità importante, ossia del<br />

senso comune. Non sappiamo se Babinet accetti o no en désespoir de cause l’affermazione<br />

di Hartmann che “gli effetti visibili della materia non sono altro che effetti di una forza, e<br />

che, per farci un’idea chiara della materia, bisogna prima farcene una della forza. La<br />

filosofia della scuola a cui appartiene Hartmann, e che è in parte accettata da alcuni dei<br />

massimi scienziati tedeschi, insegna che il problema della materia può essere risolto . solo<br />

da quella Forza invisibile la cui conoscenza è chiamata da Schòpenhauer “conoscenza<br />

magica” e “effetto magico o azione della volontà”. Così dobbiamo anzitutto accertare se le<br />

“involontarie vibrazioni del sistema muscolare dello sperimentatore”, che sono solo<br />

“azioni di materia”, sono influenzate da una volontà dentro lo sperimentatore o fuori. Nel<br />

primo caso Babinet fa di lui un epilettico incosciente; il secondo caso, come vedremo più<br />

avanti, egli lo respinge totalmente, e attribuisce tutte le risposte intelligenti dei tavoli<br />

semoventi o picchianti a “ventriloquismo inconscio”.<br />

Noi sappiamo che qualunque atto di volontà si traduce in forza e che, secondo la<br />

scuola tedesca che abbiamo citato, le manifestazioni delle forze atomiche sono azioni<br />

individuali di volontà risultanti in un inconscio afflusso di atomi nell’immagine concreta<br />

già creata soggettivamente dalla volontà. Democrito insegnava, secondo il suo maestro<br />

Leucippo, che i primi principi di tutte le cose contenute nell’universo erano degli atomi e<br />

un vacuum. Nel suo significato cabalistico, il vacuum indica in questo caso la Divinità<br />

latente, o forza latente, che nella sua prima manifestazione diviene VOLONTÀ, e così<br />

comunica il primo impulso a questi atomi, la cui agglomerazione costituisce la materia.<br />

Tale vacuum non fu che un’altra denominazione di caos, e poco soddisfacente perché,<br />

secondo i peripatetici, “la natura aborre il vuoto”.<br />

(30) “Revue des Deux Mondes”, 15 gennaio 1855, pag. 108.<br />

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