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ISIDE SVELATA

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spiriti umani o atmosferici, il vecchio oratore dice: “Sappiamo che fra tutti gli esseri<br />

viventi l’uomo è il meglio formato, e, poiché gli dèi sono di questo numero, essi devono<br />

avere una forma umana... Non voglio dire che gli dèi abbiano corpo e sangue; ma dico che<br />

essi sembrano avere corpo e sangue... Epicuro, per il quale le cose nascoste erano tangibili<br />

come se egli le avesse toccate con le sue dita, ci insegna che gli dèi non sono generalmente<br />

visibili, ma che sono intelligibili; che non sono corpi dotati di una certa solidità... ma che<br />

possiamo riconoscerli per le loro immagini che passano; che, poiché vi sono sufficienti<br />

atomi nello spazio infinito per produrre tali immagini, esse vengono prodotte dinanzi a<br />

noi... e ci fanno capire che cosa siano questi esseri felici e immortali”. (48)<br />

“Quando l’iniziato”, dice Levi a sua volta, “è divenuto completamente lucido, egli<br />

comunica e dirige a volontà le vibrazioni magnetiche nel complesso della luce astrale...<br />

Trasformata in luce umana nel momento della concezione, essa (la luce) diventa il primo<br />

involucro dell’anima; combinandosi con i fluidi più sottili, essa forma un corpo eterico, o il<br />

fantasma siderale che è completamente liberato solo al momento della morte”. (49)<br />

Proiettare questo corpo eterico a qualsiasi distanza, renderlo più oggettivo e tangibile<br />

condensando sulla sua forma fluidica le onde della sua essenza madre, è il massimo segreto<br />

dell’adepto-mago.<br />

La magia teurgica è l’ultima espressione della scienza psicologica occulta. Gli<br />

accademici la respingono come allucinazione di cervelli malati, o la marchiano come<br />

ciarlataneria. Noi neghiamo decisamente loro il diritto di esprimere la loro opinione su di<br />

un argomento che non hanno investigato. Essi non hanno nemmeno il diritto, nel loro<br />

attuale stato di conoscenza, di giudicare la magia e lo spiritismo più di quanto un isolano<br />

delle Figi abbia quello di esprimere la propria opinione sui lavori di Faraday o di Agassiz.<br />

Tutto quello che possono fare un giorno è di correggere gli errori del giorno prima. Quasi<br />

tremila anni fa, prima dei tempi di Pitagora, gli antichi filosofi affermavano che la luce era<br />

ponderabile, e quindi materiale, e che la luce era una forza. La teoria corpuscolare, in<br />

conseguenza di alcuni fallimenti di Newton per spiegarla, fu derisa, e venne accettata la<br />

teoria ondulatoria, che proclamò imponderabile la luce. E adesso il mondo è sbigottito dal<br />

fatto che Crookes pesa la luce con il suo radiometro. I pitagorici ritenevano che né il sole<br />

né le stelle fossero le fonti della luce e del calore, e che il sole fosse solo un agente; ma le<br />

scuole moderne insegnano il contrario.<br />

Lo stesso si può dire della legge di gravitazione newtoniana. Seguendo rigorosamente<br />

la dottrina pitagorica, Platone pensava che la gravitazione fosse non solo una legge<br />

dell’attrazione magnetica dei corpi più piccoli da parte dei più grandi, ma una repulsione<br />

magnetica dei simili e un’attrazione dei non simili. “Le cose messe insieme contrariamente<br />

alla natura”, egli dice, sono naturalmente in guerra e si respingono a vicenda”. (50) Questo<br />

non significa che la repulsione avvenga necessariamente fra corpi di proprietà diverse, ma<br />

solo che, quando corpi naturalmente antagonistici vengono messi insieme, essi si<br />

respingono reciprocamente. Le ricerche di Bart e di Schweigger ci lasciano pochi dubbi o<br />

nessuno che gli antichi conoscevano bene la reciproca attrazione del ferro e della calamita,<br />

come pure le proprietà positive e negative dell’elettricità, quale che fosse il nome con cui<br />

possono averla chiamata. Le relazioni magnetiche reciproche dei globi planetari, che sono<br />

(48) Cicerone, De Natura Deorum, lib. I, cap. XVIII.<br />

(49) Eliphas Levi.<br />

( 50)<br />

Timeo. Queste espressioni fanno dire al professor Jowett, nella sua Introduzione, che Platone insegnava<br />

l’attrazione fra i corpi simili. Ma questo equivarrebbe a negare al grande filosofo perfino una conoscenza<br />

rudimentale delle leggi dei poli magnetici.<br />

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