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ISIDE SVELATA

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penseranno che egli avrebbe dovuto limitarsi ai sensi esterni del corpo. Lo spirito umano,<br />

facendo parte dello Spirito divino, immortale, non apprezza né il passato né il futuro, ma<br />

vede tutte le cose come nel presente. Questi dagherrotipi a cui si riferisce la nostra<br />

citazione, sono impressi nella luce astrale, dove, come abbiamo detto — e in accordo con<br />

la dottrina ermetica, di cui la prima parte è già accettata e dimostrata dalla scienza — è<br />

conservata la registrazione di tutto ciò che fu, è, e sarà.<br />

Recentemente alcuni dei nostri dotti hanno rivolto una particolare attenzione a un<br />

argomento finora bollato di “superstizione”. Essi cominciano a speculare su mondi<br />

ipotetici e invisibili. Gli autori dell’Unseen Universe sono stati i primi a prendere<br />

coraggiosamente la direzione e hanno già trovato un seguace nel professor Fiske, le cui<br />

speculazioni sono esposte nell’opera Unseen World (Mondo invisibile). Evidentemente gli<br />

scienziati tastano l’insicuro terreno del materialismo e, sentendoselo tremare sotto i piedi,<br />

si preparano a una meno disonorevole resa in caso di sconfitta. Jevons conferma Babbage,<br />

ed entrambi credono fermamente che ogni pensiero, spostando le particelle del cervello e<br />

mettendole in moto, le sparpagli per tutto l’universo, pensando che “ogni particella di<br />

materia esistente deve essere un registro di tutto ciò che è accaduto”.(21) D’altra parte il<br />

dott. Thomas Young, nelle sue conferenze di filosofia naturale, ci invita molto<br />

positivamente a “speculare con libertà sulla possibilità di mondi indipendenti, alcuni dei<br />

quali esisterebbero in diverse parti; altri si compenetrerebbero fra loro, non visti e non<br />

conosciuti, nello stesso spazio, e altri ancora per cui lo spazio potrebbe non essere un<br />

necessario modo di esistenza”.<br />

Se gli scienziati, procedendo da un punto di vista strettamente scientifico, quale la<br />

possibilità che l’energia si trasferisca in un universo invisibile, e sul principio di continuità,<br />

indulgono a tali speculazioni, perché dovremmo negare lo stesso privilegio agli occultisti e<br />

agli spiritisti? Secondo la scienza le impressioni dei gangli su di una superficie lucida di<br />

metallo possono essere registrate e conservate per un tempo indefinito; e il professor<br />

Draper illustra questo fatto molto poeticamente. “Un’ombra”, egli dice, “non cade mai su<br />

di un muro senza lasciarvi una traccia permanente, traccia che può essere resa visibile<br />

ricorrendo a processi opportuni... I ritratti dei nostri amici, o vedute di paesaggi restano<br />

invisibili sulla lastra sensibile, ma sono pronte ad apparire non appena si faccia uso di uno<br />

sviluppo adatto. Uno spettro è invisibile su di una superficie di argento o di vetro finché,<br />

con la nostra negromanzia, lo facciamo apparire al mondo visibile. Sulle mura delle nostre<br />

più private stanze, che pensiamo completamente al sicuro da ogni sguardo intruso e da<br />

ogni profanazione, esistono le vestigia di tutti i nostri atti, i profili di tutto ciò che abbiamo<br />

fatto”.(22)<br />

Se un’impressione indelebile può essere così ottenuta nella materia inorganica, e se<br />

nulla, nell’universo va perduto o esce interamente dall’esistenza, perché questa scientifica<br />

levata di scudi contro gli autori dell’Unseen Universe? E su quale base può essere respinta<br />

l’ipotesi che “il pensiero, concepito per influire sulla materia di un altro universo in egual<br />

tempo che su quella del nostro, può spiegare uno stato futuro”?(23)<br />

Trasferimento dell’energia dall’universo visibile all’invisibile<br />

A nostro parere, se la psicometria è una delle maggiori prove dell’indistruttibilità della<br />

materia conservando essa eternamente le impressioni del mondo esterno, il possesso di<br />

(21) Principles of Science, pag. 455.<br />

(22) J. W. Draper, Conflict between Religion and Science, pagg. 132, 133.<br />

(23) Unseen Universe, pag. 159.<br />

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