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ISIDE SVELATA

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appare ancora più vasto. Se ammettiamo che le mostruosità siano il risultato di un arresto<br />

di sviluppo, se anzi andiamo ancora più in là e concediamo che il futuro del feto possa<br />

essere prognosticato dalle tracce vitelline, dove mai, i teratologi, troveranno gli elementi<br />

per farci conoscere la causa psicologica antecedente a questi due fatti? Il dott. Fisher può<br />

avere attentamente studiato qualche centinaio di casi e sentirsi autorizzato a costruire una<br />

nuova classificazione dei loro generi e delle loro specie; ma i fatti sono fatti, e, fuori del<br />

campo delle sue osservazioni, appare, anche se giudichiamo in base alla sola nostra<br />

esperienza personale in varie regioni, che si possono raccogliere abbondanti prove a<br />

sostegno del fatto che violente emozioni materne si riflettono spesso in tangibili, visibili e<br />

permanenti deformazioni del bambino. E tali casi sembrano inoltre contraddire<br />

l’affermazione del dott. Fisher che gli sviluppi mostruosi sono dovuti a cause rintracciabili<br />

nei “primi stadi della vita embrionale o fetale”. Un caso fu quello di un giudice della Corte<br />

Imperiale di Saratow, in Russia, il quale portava sempre una benda per coprire una<br />

macchia a forma di topo sulla guancia sinistra. Era un topo perfettamente formato il cui<br />

corpo appariva in rilievo sulla guancia e la cui coda risaliva attraverso la tempia perdendosi<br />

fra i capelli. Il corpo appariva lucido, grigio e perfettamente naturale. Secondo quanto<br />

diceva, sua madre aveva un’incoercibile ripugnanza per i topi, e il suo parto era avvenuto<br />

prematuramente per aver visto un topo saltar fuori dal suo cestino di lavoro.<br />

In un altro caso, di cui chi scrive è stato testimone, una signora incinta, a due o tre<br />

settimane dal parto, vide una coppa di lamponi e fu presa dall’irresistibile desiderio di<br />

mangiarne alcuni, cosa che le fu negata. Lei eccitata, si portò la destra al collo, con un<br />

gesto un po’ teatrale, affermando che doveva mangiarli. Il bambino, nato sotto i nostri<br />

occhi tre settimane più tardi presentava un lampone perfettamente definito sul lato destro<br />

del collo; fino a oggi, nel periodo in cui i lamponi maturano, la “voglia” diviene di un<br />

rosso intenso, mentre durante l’inverno è molto pallida.<br />

Casi simili, familiari a molte madri, sia per esperienza personale o per quella di<br />

amiche, sono molto convincenti nonostante le teorie di tutti i teratologi europei o<br />

americani. Dal fatto che piante e animali producono malformazioni delle loro specie al pari<br />

degli esseri umani, Magendie e la sua scuola inferiscono che le malformazioni umane dello<br />

stesso tipo non sono affatto dovute all’immaginazione materna perché le prime non lo<br />

sono. Se cause fisiche producono effetti fisici nei regni inferiori, si può dedurre che la<br />

stessa regola valga anche per noi.<br />

Ma una teoria del tutto originale è stata avanzata da professor Armor, del Long Island<br />

Medical College, durante una discussione recentemente tenuta nell’Accademia di Medicina<br />

di Detroit. In opposizione alle opinioni ortodosse rappresentate dal dott. Fisher, il professor<br />

Armor sostiene che le malformazioni dipendono dall’una o dall’altra di due cause: 1) una<br />

deficienza o una condizione anormale della materia generativa da cui il feto si sviluppa; 2)<br />

influenze morbose che agiscono sul feto in utero. Egli afferma che la materia generativa<br />

rappresenta, nella sua composizione, ogni tessuto, struttura e forma, e che può esservi una<br />

trasmissione di peculiarità strutturali acquisite, tali da rendere la materia generativa<br />

incapace di produrre figli sani e ben sviluppati. D’altro lato, la materia generativa può<br />

essere perfetta per se stessa, ma, essendo soggetta a influenze morbose durante il processo<br />

di gestazione, il figlio sarà, necessariamente, mostruoso.<br />

Per essere consistente, questa teoria dovrebbe spiegare i casi diploteratologici (mostri<br />

con due teste o con membra raddoppiate), cosa che sembra difficile. Potremmo forse<br />

ammettere che, nella materia generativa difettosa, la testa dell’embrione non sia<br />

rappresentata, o manchi qualche altra parte del corpo; ma è difficile ammettere che vi<br />

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