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ISIDE SVELATA

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scriverle. Di conseguenza, quelle poche speculazioni sull’universo materiale e spirituale<br />

che essi palesarono nelle loro opere non poterono permettere alla posterità di giudicarli<br />

rettamente, anche se i primi vandali cristiani, e poi i crociati e i fanatici del medio evo non<br />

avessero distrutto tre quarti di quello che rimaneva della biblioteca di Alessandria e delle<br />

scuole posteriori. Il professor Draper dimostra come il solo cardinale Ximenes “diede alle<br />

fiamme sulle piazze di Granada 80.000 manoscritti arabi, molti dei quali erano traduzioni<br />

di autori classici”. Nelle biblioteche del Vaticano, interi passi dei più rari e preziosi trattati<br />

antichi furono trovati grattati e cancellati per essere sostituiti da assurde salmodie.<br />

Chi dunque, fra coloro che voltano le spalle alla “dottrina segreta” come “non<br />

filosofica” e quindi indegna di un pensiero scientifico, ha il diritto di dire di avere studiato<br />

gli antichi, di conoscere tutto ciò che essi sapevano e molto più, e di sapere inoltre che essi<br />

conoscevano molto poco o nulla? Questa “dottrina segreta” contiene l’alfa e l’omega della<br />

scienza universale; in essa vi è la pietra angolare di tutta la conoscenza antica e moderna, e<br />

solo in questa dottrina “antifilosofica” rimane celato l’assoluto nella filosofia degli oscuri<br />

problemi della vita e della morte.<br />

“Le grandi energie della natura ci sono note solo nei loro effetti”, dice Paley.<br />

Parafrasando questa affermazione, noi diremo che le grandi conquiste dell’antichità sono<br />

note alle posterità solo nei loro effetti. Se prendiamo un libro di alchimia e vi leggiamo le<br />

speculazioni sull’oro e sulla luce fatte dai fratelli della Rosacroce, rimarremo perplessi per<br />

la semplice ragione che non le comprendiamo affatto. “L’oro ermetico”, potremo leggere,<br />

“è il prodotto dei raggi solari o della luce diffusa invisibilmente e magicamente nel corpo<br />

del mondo. La luce è oro sublimato, tratto magicamente da un’invisibile attrazione stellare<br />

dalle profondità della materia. Così l’oro è il deposito della luce, che si genera da sola. La<br />

luce nel mondo celeste è oro sottile, vaporoso, magicamente esaltato, o “spirito di<br />

fiamma”. L’oro trae le nature inferiori nei metalli e, intensificandole e moltiplicandole, le<br />

trasmuta in se stesso”. (63)<br />

Tuttavia i fatti sono fatti; e, come dice Billot dello spiritismo, noi noteremo, per quel<br />

che riguarda l’occultismo in generale e l’alchimia in particolare, che non si tratta di<br />

opinioni ma di fatti; gli scienziati considerano impossibilità una lampada inestinguibile, e<br />

tuttavia molte persone nella nostra epoca come nei tempi di ignoranza e di superstizione, le<br />

hanno trovate chiare e ardenti in antiche cave chiuse da secoli; e ve ne sono altre le quali<br />

possiedono il segreto di tener vive queste fiamme per molti secoli. Gli scienziati dicono<br />

che lo spiritismo antico e moderno, la magia e il mesmerismo sono ciarlataneria o<br />

illusione; ma, sulla faccia del globo, vi sono 800 milioni di persone perfettamente sane di<br />

mente che credono in tutto questo. A chi dobbiamo dar credito?<br />

“Democrito”, dice Luciano, (64) “non credeva (nei miracoli)... egli si dedicò a scoprire<br />

il modo con cui i teurghi potevano produrli; in una parola, la sua filosofia lo portò alla<br />

conclusione che la magia era interamente limitata all’applicazione e all’imitazione delle<br />

leggi e delle opere della natura”.<br />

L’opinione del “ridente filosofo” è per noi della massima importanza, perché i magi<br />

lasciati da Serse ad Abdera erano i suoi maestri, ed egli aveva inoltre studiato magia per un<br />

tempo considerevole con i sacerdoti egiziani. (65) Per circa novant’anni, dei centonove della<br />

sua vita, il grande filosofo aveva fatto esperimenti e li aveva annotati in un libro che,<br />

(63) Estratti da Robertus du Fluctibus in I Rosacroce.<br />

(64) Philopseudes.<br />

(65) Diogene Laerzio, in Democriti vita.<br />

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