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ISIDE SVELATA

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avuto successo, pur esprimendo in segreto la loro gratitudine, hanno mostrato in seguito la<br />

loro innata codardia dinanzi all’Areopago del mondo negando pubblicamente la realtà<br />

della magia e deridendo la “superstizione” indù.<br />

Non molti anni fa, gli scienziati consideravano una delle peggiori superstizioni il<br />

credere che un ritratto dell’omicida restasse impresso nell’occhio della persona uccisa e<br />

che l’assassino potesse essere facilmente riconosciuto esaminando attentamente la retina<br />

della vittima. La “superstizione” affermava che la somiglianza poteva essere resa ancora<br />

più netta sottoponendo l’assassinato alle fumigazioni di certe donnette e ad altre<br />

sciocchezzuole simili. E adesso un giornale americano del 26 marzo 1877 dice: “Parecchi<br />

anni fa l’attenzione venne richiamata da una teoria secondo la quale l’ultimo sforzo di<br />

visione si materializzava e restava impresso sulla retina dopo la morte. Questo è stato<br />

dimostrato da un esperimento condotto in presenza del dott. Gamgee, membro della Royal<br />

Society, di Birmingham, in Inghilterra, e del prof. Bunsen, su di un coniglio vivente. Il<br />

metodo adottato per provare la verità della teoria fu molto semplice: l’animale fu posto<br />

dinanzi all’apertura di una finestra, e i suoi occhi ne conservarono la forma dopo che esso<br />

fu ucciso”.<br />

Se, dalle regioni dell’idolatria, dell’ignoranza e della superstizione, come l’India è<br />

definita da alcuni missionari, torniamo al cosiddetto centro della civiltà, Parigi, troviamo<br />

gli stessi principi di magia esemplificati là sotto il termine di spiritismo occulto.<br />

L’onorevole John L. O’Sullivan, ex ministro plenipotenziario degli Stati Uniti in<br />

Portogallo, ci ha gentilmente fornito gli strani particolari di una seduta semimagica a cui ha<br />

recentemente partecipato con altre personalità eminenti, a Parigi. Riproduciamo<br />

interamente questa sua lettera, col suo permesso.<br />

“New York, 7 febbraio 1877.<br />

“Accolgo volentieri la vostra richiesta di un resoconto scritto di quanto vi ho riferito<br />

oralmente, testimoniato da me a Parigi l’estate scorsa in casa di un rispettabilissimo<br />

medico, di cui non posso fare il nome e che, secondo l’uso francese di mantenere<br />

l’anonimo, chiamerò dott. X.<br />

“Era stato presentato da un amico inglese molto noto nei circoli spiritisti di Londra, il<br />

signor Gledstanes. Erano presenti altri otto o dieci visitatori di ambo i sessi. Eravamo<br />

seduti in poltrone che occupavano la metà di un lungo salotto al livello di un vasto<br />

giardino. Nell’altra metà della stanza vi era un grande pianoforte, alquanto distante da noi,<br />

e un paio di poltrone evidentemente destinate ad altri assistenti. Una porta presso di esse<br />

dava negli appartamenti privati.<br />

“Il dott. X entrò e ci parlò per circa venti minuti con rapida e veemente eloquenza<br />

francese che non cercherò di riferire. Per più di vent’anni aveva investigato i misteri<br />

occulti, e si accingeva a mostrarne alcuni fenomeni. Il suo scopo era di richiamare<br />

l’attenzione di alcuni suoi confratelli del mondo scientifico, ma pochi o nessuno di essi<br />

erano venuti a vedere con i propri occhi. Da tempo intendeva pubblicare un libro. Subito<br />

dopo fece entrare due signore, la più giovane era sua moglie, l’altra (che chiamerò signora<br />

Y.) una medium o sensitiva con la quale aveva lavorato per tutto il periodo dei suoi studi e<br />

che aveva dedicato e sacrificato tutta la sua vita a questo lavoro con lui. Entrambe queste<br />

signore avevano gli occhi chiusi e sembravano in trance.<br />

“Egli le collocò alle due estremità del grande piano (che era chiuso) e disse loro di<br />

posarvi le mani. Subito cominciarono a uscire suoni dalle sue corde: rumori di uomini in<br />

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