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ISIDE SVELATA

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commerciale inglese non garantisse la storia, i risultati presentano uno speciale interesse.<br />

L’anno 1876 appena trascorso (noi scriviamo nel febbraio del 1877) è stato<br />

imponentemente e, dal punto di vista del marzo 1875, inaspettatamente, un anno di sangue.<br />

Nei principati danubiani è stato scritto uno dei più sanguinosi capitoli della storia delle<br />

guerre e delle rapine, un capitolo di eccessi da parte dei musulmani sui cristiani che non ha<br />

eguali dal tempo in cui i soldati cattolici macellarono i semplici nativi del Nord e del Sud<br />

America a decine di migliaia, e gli Inglesi protestanti avanzarono sul trono imperiale di<br />

Delhi, gradino per gradino, tra fiumi di sangue. Se la profezia di Saar-Louis è stata solo<br />

una trovata giornalistica, gli eventi la hanno tuttavia elevata al grado di predizione: il 1875<br />

fu un anno di grande abbondanza, e il 1876, con sorpresa generale, un anno di stragi.<br />

Ma anche se fosse dimostrato che il bambino profeta non aprì mai le labbra, rimane il<br />

caso del bambino Jencken per rendere perplesso l’investigatore. E uno dei più sorprendenti<br />

casi di medianità. La madre del bambino è la famosa Kate Fox, il padre è H.D. Jencken,<br />

M.R.I., avvocato a Londra. Il piccolo nacque a Londra nel 1873 e prima di compiere i tre<br />

mesi diede prova di medianità spiritica. Si udivano colpi sul suo cuscino e sulla sua culla, e<br />

anche sulla persona di suo padre quando egli teneva il bambino sulle ginocchia e la signora<br />

Jencken non era in casa. Dopo due mesi, una comunicazione di venti parole, senza firma,<br />

fu scritta mediante la sua mano. Un avvocato di Liverpool, di nome J. Wason, era presente<br />

in quel momento, e si unì alla madre e alla nutrice in un certificato che fu pubblicato dal<br />

“Medium and Daybreak” di Londra l’8 marzo 1874. La posizione professionale e<br />

scientifica dell’avvocato Jencken rende estremamente improbabile che egli si sia prestato a<br />

un inganno. Inoltre il bambino era così alla portata della Royal Institution, di cui suo padre<br />

era membro, che il professor Tyndall e i suoi seguaci non ebbero alcuna scusa per avere<br />

trascurato di esaminare il caso e informare il mondo di questo fenomeno psicologico.<br />

Dato che il bambino sacro del Tibet si trovava così lontano, essi trovarono più<br />

conveniente limitarsi a una decisa negazione con accenni a un colpo di sole e a meccanismi<br />

acustici. Quanto al bambino di Londra, la cosa è ancora più facile: aspettiamo che il<br />

bambino cresca e impari a scrivere, e allora negheranno recisamente la storia.<br />

Al pari di altri viaggiatori l’abate Huc ci dà il resoconto di quel meraviglioso albero<br />

del Tibet chiamato Kounboum, ossia l’albero delle 10.000 immagini e caratteri. Esso non<br />

cresce in nessun’altra latitudine, sebbene l’esperimento sia stato tentato qualche volta; e<br />

non può essere neppure moltiplicato per talee. La tradizione dice che germogliò dai capelli<br />

di uno degli avatar (il lama Son-ka-pa) o incarnazioni del Buddha. Ma lasceremo all’abate<br />

Huc il racconto del resto della storia. “Ognuna delle sue foglie, aprendosi, porta una lettera<br />

o una sentenza religiosa scritta in caratteri sacri, e queste lettere sono, nel loro genere, di<br />

una tale perfezione che le fonderie di caratteri di Didot non hanno nulla di meglio. Aprite<br />

le foglie che sono sul punto di srotolarsi e troverete già quasi evidenti le lettere o le parole<br />

che costituiscono la meraviglia di questo albero unico. Volgete l’attenzione dalle foglie<br />

dell’albero alla corteccia dei suoi rami e nuovi caratteri appariranno ai vostri occhi. Non<br />

lasciate raffreddare il vostro interesse; sollevate gli strati di questa corteccia e ancora<br />

ALTRI CARATTERI di sorprendente bellezza vi si mostreranno. Ma non pensate che questi<br />

strati sovrapposti ripetano la stessa impressione. Al contrario, perché ogni lamina sollevata<br />

vi presenta un carattere diverso. Come si può dunque sospettare un inganno? Io ho fatto del<br />

mio meglio in questo senso per scoprire la minima traccia di destrezza umana, e nella mia<br />

mente sconcertata non è rimasto il più lieve dubbio”.<br />

Possiamo aggiungere al racconto di Huc la constatazione che i caratteri presentati dalle<br />

diverse parti del Kounboum sono caratteri sensar (o linguaggio del sole) ossia il più antico<br />

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