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ISIDE SVELATA

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conseguenza, in quanto temporaneo, sebbene in apparenza permanente, esso è solo<br />

un’illusione, Maya; perché, dato che l’eternità non ha inizio né fine, la più o meno lunga<br />

durata di qualche forma particolare passa, per così dire, come un istantaneo lampo di luce.<br />

Prima ancora che si abbia il tempo di accorgersi di averlo visto, esso è passato per sempre;<br />

per questo anche i nostri corpi astrali, puro etere, sono solo illusioni di materia finché<br />

mantengono il loro profilo terreno. Quest’ultimo cambia, dice il buddhista, a seconda dei<br />

meriti e dei demeriti della persona durante la sua vita, e questa è la metempsicosi. Quando<br />

l’entità spirituale si libera per sempre da ogni particella di materia, solo allora entra<br />

nell’eterno e immutabile Nirvana. Essa esiste in spirito, nel nulla; come forma, immagine,<br />

apparenza è completamente annichilita, e per questo non morirà più, perché solo lo spirito<br />

non è Maya, ma l’unica REALTÀ in un universo illusorio di forme transitorie.<br />

Su questa dottrina buddhista i pitagorici fondarono i principali postulati della loro<br />

filosofia. “Può forse questo spirito, che dà vita e movimento e partecipa alla natura della<br />

luce, essere ridotto a una nonentità?” Essi si domandano. “Questo spirito sensitivo, che nei<br />

bruti esercita la memoria, una delle facoltà razionali, può morire e annullarsi?” E<br />

Whitelock Bulstrode, nella sua abile difesa di Pitagora, spiega questa dottrina<br />

aggiungendo: “Se voi dite che essi (i bruti) esalano il loro spirito nell’aria, dove svanisce,<br />

questo è precisamente quello che sostengo. L’aria, in realtà, è il luogo adatto per riceverli<br />

essendo, secondo Laerzio, piena di anime, e, secondo Epicuro, piena di atomi, i principi di<br />

tutte le cose; perché anche questo spazio in cui noi ci muoviamo e volano gli uccelli,<br />

possiede tanta parte di natura spirituale, la quale è invisibile e può dunque accogliere le<br />

forme, dato che le forme di tutti i corpi sono tali. Noi possiamo solo vedere e udire i suoi<br />

effetti; l’aria, in sé, è troppo sottile e al di sopra delle capacità del tempo. Che cosa dunque<br />

è l’etere nella regione superiore, e che cosa sono le influenze delle forme che discendono<br />

di lì?” Gli spiriti delle creature, rispondono i pitagorici, che sono emanazioni delle più<br />

sublimate parti dell’etere, emanazioni, SOFFI, ma non forme. L’etere è incorruttibile, tutti i<br />

filosofi concordano in questo; e ciò che è incorruttibile è così lontano dall’essere<br />

annichilito quando si libera dalla forma, che ha diritto di pretendere l’IMMORTALITÀ.<br />

“Ma che cosa è quello che non ha corpo né forma, che è imponderabile e indivisibile, che<br />

esiste e tuttavia non è?” si chiedono i buddhisti. “È il Nirvana”, rispondono. E NULLA,<br />

non una regione ma uno stato. Quando ha raggiunto il Nirvana, l’uomo è esente dagli<br />

effetti delle “quattro verità”; perché un effetto può essere prodotto solo per mezzo di una<br />

certa causa, e ogni causa è annichilita in questo stato.<br />

Le “quattro verità” del buddhismo<br />

Queste “quattro verità” sono il fondamento di tutta la dottrina buddhista del Nirvana.<br />

Esse sono, come dice il libro di Pradjuâ Pâramitâ, (63) 1) l’esistenza del dolore; 2) la<br />

produzione del dolore; 3) l’annullamento del dolore; 4) la via dell’annullamento del dolore.<br />

Quale è la fonte del dolore? L’esistenza. Esistendo la nascita, esistono la decrepitezza e la<br />

morte; perché dovunque vi è una forma, là vi è una causa di pena e sofferenza. Solo lo<br />

spirito non ha forma, e quindi non si può dire che esista. Ogni volta che l’uomo (l’uomo<br />

eterico, interiore) raggiunge il punto in cui diviene totalmente spirituale e quindi senza<br />

forma, raggiunge uno stato di perfetta beatitudine. L’uomo come essere oggettivo viene<br />

annichilito, ma l’entità spirituale con la sua vita soggettiva vivrà per sempre, perché lo<br />

spirito è incorruttibile e immortale.<br />

(63) “Perfezione di sapienza”.<br />

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