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ISIDE SVELATA

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costruzione del tempio. Io ho chiesto a uno di loro quanto tempo fa Nagkon-Wat fosse stata<br />

edificata... “Nessuno può dirlo... Io non lo so... Deve essere scaturita dal suolo, o è stata<br />

costruita da giganti, o forse da angeli”... fu la risposta”.<br />

Quando Stephens chiese ai nativi indiani: “Chi ha costruito Copan?... Quale nazione<br />

ha tracciato i disegni geroglifici, ha scolpito queste eleganti statue e rilievi, queste figure<br />

emblematiche?” la sola risposta che ricevette fu “Quien sabe?” chi lo sa? “Tutto è<br />

mistero”, scrive Stephens, “oscuro e impenetrabile mistero. In Egitto gli scheletri colossali<br />

di giganteschi templi si ergono in tutta la nudità della desolazione. Qui un’immensa foresta<br />

avvolge le rovine nascondendole alla vista”. (70)<br />

Ma vi sono forse molte circostanze, insignificanti per gli archeologi ignari delle “vane<br />

e fantastiche” leggende dell’antichità, e quindi trascurate; altrimenti la scoperta li avrebbe<br />

avviati su di una nuova linea di pensiero. L’una è l’invariabile presenza della scimmia sui<br />

templi in rovina dell’Egitto, del Messico e del Siam. Il cinocefalo egiziano assume le stesse<br />

posizioni dell’Hanouma indù e siamese; etra i frammenti scolpiti di Copan, Stephens trovò<br />

i resti di colossali scimmie o babbuini “Molto simili, nel disegno e nell’aspetto, ai quattro<br />

mostruosi animali che una volta stavano di fronte, alla base dell’obelisco di Luxor,<br />

attualmente a Parigi, (71) e che, sotto il nome di cinocefali, erano adorati a Tebe”. In quasi<br />

tutti i templi buddhisti sono conservati colossali idoli di scimmie, e alcune persone hanno<br />

nelle loro case scimmie bianche per “tener lontani i cattivi spiriti”.<br />

“La civiltà”, scrive Louis de Carni, (72) “nel complesso significato che diamo a questa<br />

parola, era forse, fra gli antichi Cambogiani, all’altezza che tali prodigi di architettura<br />

sembrano indicare? L’epoca di Fidia era quella di Sofocle, di Socrate e di Platone;<br />

Michelangelo e Raffaello seguirono a Dante. Vi sono luminose epoche in cui la mente<br />

umana, sviluppandosi in ogni direzione, trionfa in tutto e crea capolavori che scaturiscono<br />

dalla stessa ispirazione”. “Nagkon-Wat”, conclude Vincent, “deve essere attribuita ad altri<br />

che agli antichi Cambogiani. Ma a chi?... Non esiste una tradizione credibile; tutto è favola<br />

o leggenda assurda”.<br />

Quest’ultima frase è divenuta un luogo comune sul labbro di viaggiatori e archeologi.<br />

Quando essi si sono accorti che nessun indizio è possibile se non lo si cerca nelle leggende<br />

popolari, voltano le spalle scoraggiati e si astengono da un verdetto finale. In egual tempo<br />

Vincent cita uno scrittore il quale osserva che queste rovine “sono imponenti come quelle<br />

di Tebe o di Memfi, ma più misteriose”. Mouhot pensa che siano state erette “da qualche<br />

antico Michelangelo”, e aggiunge che Nagkon-Wat “è superiore a tutto ciò che ci è stato<br />

lasciato dalla Grecia e da Roma”. Inoltre Mouhot attribuisce di nuovo le costruzioni ad<br />

alcune tribù perdute di Israele, ed è confermato in questa opinione da Miche, il vescovo<br />

francese della Cambogia, il quale confessa di essere colpito “dal carattere ebraico dei volti<br />

di molti selvaggi Stiên”. Henri Mouhot crede che “senza esagerazione, le più antiche parti<br />

di Angkor possono essere fatte risalire a più di 2000 anni fa”. Questo, dunque, in confronto<br />

con le piramidi, le renderebbe molto moderne; la data è tanto più incredibile in quanto le<br />

raffigurazioni sulle mura possono essere dimostrate appartenere alle epoche arcaiche in cui<br />

Posidone e i Cabiri erano adorati su tutto il continente. Se Nagkon-Wat fosse stata<br />

costruita, come ritiene il dott. Adolf Bastian, (73) “per ricevervi il sapiente patriarca<br />

Buddhagosa, che portò da Ceylon i libri sacri del Trai-Pidok, o come pensa il vescovo<br />

(70) Incidents of Travels in Central America ecc. , vol. I, pag. 105.<br />

(71) Non vi sono più, perché solo l’obelisco è stato trasportato a Parigi.<br />

(72) Vedi The Land of the White Elephant, pag. 221.<br />

(73) Presidente della Reale Società Geografica di Berlino.<br />

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