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ISIDE SVELATA

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stampata l’impressione di ogni pensiero che pensiamo e di ogni atto che compiamo; e là<br />

sono già disegnati i futuri eventi — effetti di cause da lungo tempo dimenticate come una<br />

pittura vivente per l’occhio del veggente e del profeta. La memoria — disperazione del<br />

materialista, enigma dello psicologo, sfinge della scienza è, per lo studioso delle antiche<br />

filosofie solo un nome per esprimere quel potere che l’uomo esercita inconsciamente e<br />

condivide con molti animali inferiori: il potere di vedere con la vista interiore nella luce<br />

astrale e scorgervi le immagini delle sensazioni e degli avvenimenti passati. Invece di<br />

cercare nei gangli cerebrali “per trovarvi le micrografie dei viventi e dei morti, di scene che<br />

abbiamo visto, di incidenti a cui abbiamo partecipato”, (17) gli antichi si rivolgevano al<br />

vasto serbatoio in cui sono conservate per l’eternità le registrazioni di ogni vita umana e<br />

ogni pulsazione del cosmo visibile.<br />

Il lampo di memoria, che secondo la tradizione è supposto mostrare all’uomo che<br />

annega tutte le scene da tempo dimenticate della sua vita mortale — come un paesaggio<br />

viene mostrato al viaggiatore dai lampi intermittenti — è semplicemente l’improvviso<br />

colpo d’occhio che l’anima in lotta getta nelle silenziose gallerie dove la sua storia è<br />

dipinta con colori incancellabili.<br />

Il noto fatto — confermato dall’esperienza di nove persone su dieci — che spesso<br />

riconosciamo come a noi familiari scene, paesaggi e conversazioni che vediamo o udiamo<br />

per la prima volta, e talora in regioni dove non siamo mai stati, è il risultato delle stesse<br />

cause. Coloro che credono nella reincarnazione adducono questo fatto come una prova in<br />

più di una nostra precedente esistenza in altri corpi. Questo riconoscimento di uomini,<br />

luoghi e cose che non abbiamo mai visto è attribuito da loro a lampi di memoria animica di<br />

esperienze anteriori. Ma gli uomini dell’antichità, in comune con i filosofi medievali,<br />

avevano un’opinione del tutto diversa.<br />

Essi affermavano che, sebbene questo fenomeno psicologico fosse uno dei più forti<br />

argomenti in favore dell’immortalità e della preesistenza dell’anima, tuttavia, poiché essa è<br />

dotata di una memoria individuale distinta da quella del nostro cervello fisico, il fenomeno<br />

non è una prova di reincarnazione. Come lo esprime chiaramente Eliphas Levi “la natura<br />

chiude la porta dietro tutto quello che passa e spinge innanzi la vita” verso forme più<br />

perfette. La crisalide diviene farfalla, ma questa non può tornare allo stato larvale. Nella<br />

pace delle ore notturne, quando i nostri sensi corporei sono avvinti nei legami del sonno e<br />

il nostro corpo elementare riposa, la forma astrale diviene libera. Allora essa vagabonda<br />

fuori della sua prigione terrena e, come dice Paracelso, “confabula con il mondo esterno” e<br />

viaggia per mondi visibili e invisibili. “Nel sonno”, egli dice, “il corpo astrale (anima) è in<br />

più libero movimento; poi si eleva verso i suoi progenitori e conversa con le stelle”. I<br />

sogni, i presagi, la prescienza, le precognizioni e i presentimenti sono impressioni lasciate<br />

dal nostro spirito astrale sul nostro cervello, che le riceve più o meno distintamente a<br />

seconda della quantità di sangue che riceve durante le ore di sonno. Quanto più il corpo è<br />

esaurito, tanto più libero è l’uomo spirituale e tanto più vivide sono le impressioni della<br />

nostra memoria animica. In un sonno pesante e profondo, senza sogni e ininterrotto,<br />

l’uomo, svegliandosi alla coscienza può non ricordare nulla. Ma le impressioni di scene e<br />

di paesaggi che il corpo astrale vede nelle sue peregrinazioni sono sempre lì, sebbene<br />

latenti sotto il peso della materia. Esse possono essere risvegliate a ogni momento, e allora,<br />

durante questi lampi di memoria interna, vi è un istantaneo scambio di energie tra<br />

l’universo visibile e l’invisibile. Tra de “micrografie” dei gangli cerebrali e le gallerie foto-<br />

(17) Draper, Conflict between Religion and Science.<br />

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