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ISIDE SVELATA

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inesprimibile in figure o parole. Aristotele argomentò che il mondo fosse eterno e che<br />

sarebbe rimasto sempre lo stesso, che una generazione di uomini ne ha sempre prodotta<br />

un’altra senza mai avere avuto un principio che potesse essere determinato dal nostro<br />

intelletto. In questo il suo insegnamento, in senso essoterico, contrastava con quello di<br />

Platone, il quale sostenne che o vi fu un tempo in cui il genere umano non si perpetuava”;<br />

ma nel loro spirito le due dottrine concordavano, perché Platone si affretta ad aggiungere:<br />

“Questa umanità fu seguita dalla razza umana terrena, in cui la storia primitiva fu<br />

gradualmente dimenticata e l’uomo scese sempre più in basso”; e Aristotele dice: “Se vi è<br />

stato un primo uomo, egli deve essere nato senza padre e senza madre, cosa che ripugna<br />

alla natura. Perché non può esservi stato un primo uovo per dare vita a un uccello, né può<br />

esservi stato un primo uccello che ha deposto il primo uovo, dato che gli uccelli nascono<br />

dall’uovo”. E fece lo stesso ragionamento per tutte le specie, credendo, con Platone, che<br />

ogni cosa, prima di apparire sulla terra, abbia avuto la sua esistenza nello spirito.<br />

Questo mistero della prima creazione, che è sempre stato la disperazione della scienza,<br />

è insondabile se non accettiamo la dottrina degli ermetici. Sebbene la materia sia coeterna<br />

con lo spirito, questa materia non è certo la nostra materia visibile, tangibile e divisibile,<br />

ma la sua estrema sublimazione. Il puro spirito non è che un grado superiore. Se non<br />

ammettiamo che l’uomo si sia evoluto da questo spirito-materia primordiale, come<br />

potremo mai giungere a un’ipotesi ragionevole circa la genesi degli esseri animati? Darwin<br />

fa cominciare la sua evoluzione delle specie nel punto più basso e di li le fa elevare. Il suo<br />

solo errore può essere nel fatto che egli applica il suo sistema all’estremo sbagliato. Se egli<br />

spostasse la sua ricerca dall’universo visibile a quello invisibile, si troverebbe sulla via<br />

giusta. Ma allora seguirebbe le tracce degli ermetici.<br />

Che i nostri filosofi — positivisti — anche i più dotti, non abbiano mai capito lo<br />

spirito delle dottrine mistiche insegnate dagli antichi — platonici — è evidente nella più<br />

eminente opera moderna, Conflict between Religion and Science. (Conflitto fra scienza e<br />

religione). Il professor Draper comincia il suo quinto capitolo dicendo che “i pagani greci e<br />

romani credevano che lo spirito umano somigliasse alla sua forma corporea, cambiando il<br />

suo aspetto con i suoi cambiamenti e sviluppandosi con il suo sviluppo”. Quello che<br />

credevano le masse ignoranti ha poca importanza, sebbene neppure esse abbiano mai<br />

potuto credere alla lettera in queste speculazioni. Quanto ai filosofi greci e romani della<br />

scuola platonica, essi non credevano a nulla di simile circa lo spirito dell’uomo, ma<br />

applicavano questa dottrina alla sua anima, o natura fisica, la quale, come abbiamo<br />

mostrato, non è lo spirito divino.<br />

Aristotele, nelle sue deduzioni filosofiche Sui sogni, presenta molto chiaramente<br />

questa dottrina della duplice anima, o anima e spirito. “Ci è necessario accertare in quale<br />

parte dell’anima appare il sogno”, dice. Tutti gli antichi Greci credevano non solo a una<br />

doppia, ma anche a una tripla anima esistente nell’uomo. Troviamo che anche Omero<br />

chiama υνµός l’anima animale o astrale, che Draper chiama “spirito”, e νούς l’anima<br />

divina, nome con cui lo stesso Platone indica lo spirito superiore.<br />

Filosofia dei Jaina indù<br />

I Jaina indù concepiscono l’anima, da loro chiamata Jiva, come unita fin dall’eternità a<br />

due corpi eterei sublimati, l’uno dei quali è immutabile e consiste nei divini poteri della<br />

mente superiore, l’altro è variabile e composto delle più grossolane passioni dell’uomo, dei<br />

suoi affetti sensuali e dei suoi attributi terrestri. Quando l’anima viene purificata dopo la<br />

morte, essa raggiunge il suo Vaycarica, o spirito divino, e diviene un dio.. I seguaci dei<br />

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