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ISIDE SVELATA

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Ficino menziona la segnatura del feto in forma di ciliegie e di vari frutti, colori, peli ed<br />

escrescenze, e riconosce che l’immaginazione della madre può trasformarlo a somiglianza<br />

di una scimmia, di un maiale, di un cane o di ogni altro animale. Marco Damasceno ci<br />

parla di una ragazza coperta di peli e, come l’attuale Julia Pastrana, fornita di barba;<br />

Guglielmo Paradino parla di un fanciullo la cui pelle e le cui unghie somigliavano a quelle<br />

di un orso; Balduino Ronseo ne cita un altro nato con bargigli di tacchino; Pareo ne cita<br />

uno con la testa di rana e Avicenna parla di polli con la testa di falco. In quest’ultimo caso,<br />

che esemplifica il potere dell’immaginazione negli animali, l’embrione deve avere ricevuto<br />

l’impressione nel momento della concezione, quando la gallina percepì l’immagine di un<br />

falco, reale o di fantasia. Questo è evidente per il dott. More, che cita il caso sull’autorità di<br />

Avicenna, notando molto giustamente che, poiché l’uovo in questione può essere stato<br />

covato a centinaia di miglia dalla gallina, la microscopica immagine del falco impressa<br />

sull’embrione deve essersi ingrandita e perfezionata con la crescita del pulcino, del tutto<br />

indipendentemente da ogni successiva influenza della gallina stessa.<br />

Cornelio Gemma ci parla di un bambino nato con la fronte ferita e sanguinante,<br />

risultato delle minacce fatte dal padre alla madre “con una spada sguainata diretta verso la<br />

sua fronte”; Sennerzio ricorda il caso di una donna incinta che, avendo visto un macellaio<br />

spaccare in due una testa di maiale con la sua mannaia, diede alla luce un bambino con la<br />

faccia divisa nella mascella e nel labbro superiore e nel palato fino al naso. Nel De Injectis<br />

Materialibus di Van Helmont sono riferiti alcuni casi molto sorprendenti: la moglie di un<br />

sarto di Mechlin, stando sulla porta di casa, vide tagliar la mano di un soldato durante una<br />

rissa, e ne fu talmente impressionata da avere un parto prematuro: il bambino nacque con<br />

una sola mano: l’altro braccio, quello mutilato, sanguinava. Nel 1602, la moglie di Marcus<br />

Devogeler, un mercante di Antwerp, vedendo un soldato che aveva appena perso un<br />

braccio, fu presa dalle doglie e diede alla luce una bambina con un braccio tagliato e il<br />

moncone sanguinante come nel primo caso. Van Helmont ci dà un terzo esempio, di una<br />

donna che fu presente alla decapitazione di tredici uomini per ordine del duca di Alba.<br />

L’orrore di, questo spettacolo fu tale che “ella entrò immediatamente in travaglio e diede<br />

alla luce un bambino perfettamente formato ma privo della testa e col collo sanguinante<br />

come quello dei decapitati. Quello che più meraviglia è che la mano, il braccio e la testa di<br />

questi bambini non poterono essere trovati”. (11)<br />

Se fosse possibile considerare tutto ciò come un miracolo della natura, questi casi di<br />

improvvisa scomparsa di parti del corpo umano non ancora nato potrebbero esserlo.<br />

Abbiamo cercato invano nelle opere delle recenti autorità sulla fisiologia umana una teoria<br />

sufficiente per dar ragione di queste notevoli segnature fetali. II più che esse possono fare è<br />

di riferire casi di ciò che chiamano “variazioni spontanee del tipo”, per ricadere poi nelle<br />

“curiose coincidenze” di Proctor, o nelle candide confessioni di ignoranza proprie di autori<br />

non interamente soddisfatti dal complesso delle conoscenze umane. Magendie riconosce<br />

che, nonostante le ricerche scientifiche, relativamente poco si sa della vita fetale. A pagina<br />

518 dell’edizione americana del suo Précis Elémentaire de Physiologie (Compendio<br />

elementare di fisiologia), riporta un caso in cui “il cordone ombellicale era rotto e<br />

perfettamente cicatrizzato”; e si chiede “come era potuta avvenire la circolazione del<br />

sangue”. Alla pagina seguente dice: “Attualmente non si sa nulla dell’utilità della<br />

digestione nel feto”; e, rispetto alla sua nutrizione, pone il seguente quesito: “Che cosa<br />

possiamo dire, dunque, della nutrizione del feto? Le opere fisiologiche contengono solo<br />

(11) Dott. H. More, Immortality of the Soul, pag. 393.<br />

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