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ISIDE SVELATA

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determinata data anteriore e di applicare la sua conoscenza dei successivi cambiamenti<br />

avvenuti nei corpi celesti per poter seguire con approssimativa certezza le varie fortune del<br />

personaggio di cui si chiede l’oroscopo, e anche per predire il futuro. L’esattezza<br />

dell’oroscopo dipenderebbe, naturalmente, non meno dalla conoscenza che l’astrologo ha<br />

delle forze occulte e delle razze della natura, che dalla sua erudizione astronomica.<br />

Eliphas Levi espone con grande chiarezza nel suo Dogme et Rituel de la Haute Magie<br />

la legge delle reciproche influenze fra i pianeti e i loro effetti combinati sui regni minerale,<br />

vegetale e animale, come sopra noi stessi. Egli afferma che l’atmosfera astrale cambia<br />

continuamente di giorno in giorno e di ora in ora come l’aria che respiriamo. Egli cita,<br />

approvandola, la dottrina di Paracelso secondo la quale ogni uomo, animale o pianta offre<br />

una prova esterna e interna delle influenze dominanti al momento dello sviluppo del<br />

germe. E ripete l’antica dottrina cabalistica che nulla in natura è senza importanza, e che<br />

anche una piccola cosa come la nascita di un bambino sul nostro insignificante pianeta ha<br />

il suo effetto sull’universo, come l’intero universo ha la sua influenza reattiva su di lui.<br />

“Le stelle”, egli osserva, “sono legate l’una all’altra da attrazioni che le tengono in<br />

equilibrio e le fanno muovere con regolarità attraverso lo spazio. La rete di luce si stende<br />

da tutte le sfere su tutte le sfere, e non vi è un punto su alcun pianeta a cui non sia attaccato<br />

uno di questi fili indistruttibili. La località precisa come l’ora della nascita dovrebbero<br />

dunque essere calcolate dal vero adepto in astrologia. Quando egli avrà fatto il calcolo<br />

esatto delle influenze astrali, gli resterà di contare le possibilità della sua posizione nella<br />

vita, gli aiuti e gli ostacoli che probabilmente incontrerà... e i suoi naturali impulsi per il<br />

compimento del suo destino”. Egli afferma anche che si deve tener conto della forza<br />

individuale della persona in quanto indica la sua capacità di superare le difficoltà e<br />

dominare le tendenze sfavorevoli, formando così il suo destino o attendendo passivamente<br />

ciò che il caso cieco può offrirgli.<br />

L’esame dell’argomento dal punto di vista degli antichi ci presenta dunque, come si<br />

vede, un’idea molto diversa da quella espressa dal professor Tyndall nel suo famoso<br />

discorso di Belfast. “Agli esseri supersensoriali”, egli dice, “che, per quanto potenti e<br />

invisibili, non erano altro che una sorta di creature umane, forse elevate sopra l’umanità e<br />

dotate di tutte le passioni e gli appetiti umani, fu data la direzione e il governo dei<br />

fenomeni naturali”.<br />

Per rafforzare questo punto, Tyndall cita opportunamente quel noto passo di Euripide<br />

che si trova in Hume: “Gli dèi sommuovono tutto confusamente, mischiano ogni cosa con<br />

il suo contrario, affinché tutti noi, per la nostra ignoranza e la nostra incertezza, tribuiamo<br />

loro la massima devozione e reverenza”. Sebbene enunci, in Crisippo varie dottrine<br />

pitagoriche, Euripide è considerato un eterodosso da tutti gli antichi scrittori, così che la<br />

citazione tratta da questi filosofi non rafforza affatto l’argomento di Tyndall.<br />

Quanto allo spirito umano, le nozioni degli antichi filosofi e dei cabalisti medievali,<br />

sebbene differenti in alcuni particolari, concordano nell’insieme; così che la dottrina<br />

dell’uno può essere fatta coincidere con la dottrina di un altro. La differenza più<br />

sostanziale consisteva nella ubicazione dello spirito umano immortale o divino. Mentre gli<br />

antichi neoplatonici ritenevano che l’Augoeide non scende mai ipostaticamente nell’uomo<br />

vivente, ma versa solo, più o meno, il suo fulgore nell’uomo interiore — l’anima astrale —<br />

i cabalisti delle età di mezzo sostenevano che lo spirito, staccandosi dall’oceano di luce e<br />

spirito, entrava nell’anima dell’uomo rimanendo per tutta la vita imprigionato nella capsula<br />

astrale. Questa differenza risultava dal fatto che i cabalisti cristiani credevano più o meno<br />

nella morta lettera dell’allegoria della caduta dell’uomo. L’anima, essi dicevano, in seguito<br />

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