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ISIDE SVELATA

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La scienza ci dice che si può dimostrare che il calore sviluppa elettricità e che<br />

l’elettricità produce calore; e che il magnetismo produce elettricità e viceversa. Il<br />

movimento, ci dice la scienza, risulta dal movimento stesso e cosa via ad infinitum. Questo<br />

è l’ABC dell’occultismo e dei primi alchimisti. Una volta scoperta e provata<br />

l’indistruttibilità della materia e della forza, viene risolto il grande problema dell’eternità.<br />

Che bisogno abbiamo ormai dello spirito? La sua inutilità non è forse scientificamente<br />

dimostrata?<br />

Così si può dire che i filosofi moderni non hanno fatto un passo oltre quello che già<br />

conoscevano i sacerdoti di Samotracia, gli Indù e perfino gli gnostici cristiani. I primi lo<br />

hanno dimostrato in quel mirabilmente ingegnoso mito dei Dioscuri, o “figli del cielo”; i<br />

due gemelli, di cui Schweigger dice che “continuamente muoiono e tornano insieme alla<br />

vita perché è assolutamente necessario che l’uno muoia affinché l’altro viva”. Essi<br />

sapevano al pari dei nostri fisici che, quando una forza è scomparsa, è stata semplicemente<br />

mutata in un’altra forza. Sebbene l’archeologia non abbia scoperto alcun antico apparato<br />

per ottenere questa particolare mutazione, si può tuttavia affermare con perfetta ragione e<br />

su deduzioni analogiche che quasi tutte le antiche religioni erano fondate su questa<br />

indistruttibilità della materia e della forza, con in più l’emanazione dell’insieme da un<br />

fuoco spirituale etereo, o sole centrale che è Dio, o spirito, sulla conoscenza della cui<br />

potenzialità è fondata l’antica magia teurgica.<br />

Nei commentari manoscritti di Proclo sulla magia, egli dà la seguente spiegazione:<br />

“Nello stesso modo con cui gli innamorati procedono gradualmente dalla bellezza che<br />

appare nelle forme sensibili a quella che è divina; così gli antichi sacerdoti, quando<br />

considerarono che vi è una certa alleanza e reciproca simpatia nelle cose della natura, e fra<br />

le cose manifeste e i poteri occulti, e scoprirono che tutte le cose sussistevano in tutto,<br />

fabbricarono una scienza sacra traendola da questa reciproca simpatia e somiglianza. Essi<br />

riconobbero così le cose supreme in quelle che sono subordinate, e le subordinate nelle<br />

supreme; proprietà terrene sussistenti in modo causale e celestiale nelle regioni celesti, e<br />

proprietà celestiali, ma secondo una condizione terrena, nella terra”.<br />

Proclo procede poi a segnalare certe misteriose peculiarità delle piante, dei minerali e<br />

degli animali, le quali tutte sono ben note ai nostri naturalisti, ma nessuna delle quali ha<br />

avuto una spiegazione. Così il movimento rotatorio del girasole, dell’eliotropio, del loto, i<br />

quali; prima del sorgere del sole, hanno le foglie ripiegate e i petali, per così dire, ritirati in<br />

se stessi, e poi li espandono gradualmente via via che il sole si innalza, per ripiegarli<br />

ancora quando esso discende nell’occidente. Tale è anche il comportamento delle pietre<br />

solari e lunari, dell’elioseleno, del gallo, del leone e di altri animali. “Gli antichi”, egli<br />

dice, “avendo osservato questa mutua simpatia delle cose (celesti e terrestri), le<br />

applicarono per fini occulti di natura celestiale e terrena, e con questo mezzo, grazie a una<br />

certa somiglianza, essi trassero virtù divine in questo soggiorno inferiore... Tutte le cose<br />

sono piene di divine nature; le nature terrestri ricevono la pienezza delle celesti, ma le<br />

celesti ricevono quella delle essenze super-celesti, mentre ogni ordine di cose procede<br />

gradualmente in una bella discesa dal più alto al più basso. (67) Perché tutti i particolari<br />

raccolti in uno sopra l’ordine delle cose, vengono poi dilatati discendendo, e così varie<br />

anime vengono distribuite sotto le loro varie divinità dominanti”. (68)<br />

(67) Questo è esattamente l’opposto della teoria moderna dell’evoluzione.<br />

(68) Ficino. Vedi Excerpta e Dissertation on Magic; Taylor, Plato, vol. I, pag. 63.<br />

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