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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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Francesco Bartoli – 11<br />

Le biografi e settecentesche esemplifi cano soprattutto il tema della “riforma” del teatro,<br />

come esigenza che nasce anche dal mondo degli attori, dando grande rilievo prima alla<br />

fi gura di Riccoboni, e poi sottolineando anche l’apporto di Medebach e Sacchi alla riforma<br />

goldoniana, sebbene appaia ormai chiaro a Bartoli che il bastone del comando è passato dagli<br />

attori ai letterati.<br />

Di qui nasce la prospettiva della recitazione nella generazione successiva, contraddistinta<br />

dalla applicazione e dallo studio non più dedicati alla “invenzione” di un proprio<br />

repertorio, ma ormai abituata a confrontarsi sempre più con la drammaturgia degli autori e<br />

l’accuratezza della messa in scena.<br />

Per questo fra le righe delle biografi e degli attori – non più, se non molto occasionalmente<br />

ed eccezionalmente, anche autori dei testi – acquistano rilievo e centralità, i poeti di<br />

compagnia: prima nella « gara emulatrice che divise gli amatori del Teatro in due fazioni formidabili<br />

chiamate una de’ Chiaristi e l’altra de’ Goldoniani» 24 , poi riconoscendo (soprattutto<br />

a proposito si Sacchi) l’importanza di Carlo Gozzi.<br />

Consapevole che «questo scenico arringo fu di utilità a tutti due i Teatri», Bartoli, che<br />

non dedica molte altre attenzioni a Chiari, riconosce la novità di Goldoni, come assumendone<br />

– in una effi cace sintesi dei Mémoires (o almeno del loro signifi cato) – il punto di vista:<br />

Il Dottor Carlo Goldoni, prodotto dalla natura per essere eccellente Poeta Comico, veggendo<br />

la Professione in decadenza, ed il Popolo annoiato dalle solite commedie all’improvviso,<br />

pensò di riparare al danno, e di apportare lustro al Teatro Italiano con un nuovo genere di<br />

commedie;<br />

ed offre una propria personale interpretazione dell’episodio delle Melarance:<br />

L’intenzione dell’autore fu questa [cioè di «deridere» Goldoni e Chiari, più che «allettare realmente<br />

gli uditori»]. Ma l’effetto riuscì diversamente, perchè piacque molto la novità di un genere<br />

non più veduto, e la fi aba nota sino ai fanciulli, destò fanatismo, e rivolta, con discapito<br />

degli altri Teatri, e con sommo profi tto del Sacco, che replicolla per sette sere consecutive 25 .<br />

In questo modo la stagione delle grandi contese teatrali veneziane è vista non dal<br />

punto di vista degli Autori, ma – per la prima volta – dal punto di vista degli attori (inevitabilmente,<br />

in questo modo quella di Medebach e quella di Sacchi – da cui ho tratto le due<br />

citazioni relative ai due autori – appaiono come due voci biografi che “parallele”), mettendo<br />

al centro due temi, quello della «noia» e quello della «novità», strettamente legati a quello del<br />

«profi tto» delle compagnie (e ancora una volta porrei attenzione su quel «fu di utilità a tutti<br />

due i Teatri»).<br />

Con questo non voglio però dire che ci siano posizioni radicalmente diverse fra Bartoli<br />

da un parte e Goldoni e Gozzi dall’altra (i fatti, bisogna dirlo, sono quelli e si impongono per<br />

la loro urgenza anche nelle pagine autobiografi che di Goldoni e Gozzi, anche se con altre<br />

sfumature). Basti pensare come i giudizi di Goldoni e Gozzi sui due capo<strong>comici</strong>, soprattutto<br />

se liberati dai risentimenti personali, corrispondano nelle linee di fondo a quelli di Bartoli ed<br />

24 È nella biografi a di Gerolamo Medebach.<br />

25 È nella biografi a di Sacchi.<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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