Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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410 – Giovanna Sparacello<br />
mentre è conservato solo l’estratto delle Vingt–deux<br />
infortunes d’Arlequin, riscritto da Goldoni nel 1764<br />
per la Comédie–Italienne. In seguito anche la compagnia<br />
Medebach presentò questo testo al Teatro San<br />
Giovanni Grisostomo il 5 febbraio 1765, ma nel frattempo<br />
lo scenario fu assai praticato da Sacchi.<br />
6. Alla fi ne del carnevale del 1742 Sacchi partì per la<br />
corte di Pietroburgo su invito della zarina Elisabetta<br />
Petrovna. Tornato a Venezia, nel 1745 chiese espressamente<br />
a Goldoni, che in quel periodo si trovava a Pisa<br />
per svolgere l’apprendistato di avvocatura, di scrivergli<br />
delle pièce. Proprio da questa collaborazione nacquero<br />
Il servitore di due padroni e Il fi glio di Truff aldino<br />
perduto e ritrovato. Il sodalizio tra i due, iniziato<br />
nel 1738 (o, secondo quanto scrive il veneziano nei<br />
Mémoires, tra 1739 e 1740), fu piacevole e profi cuo,<br />
a detta del commediografo stesso che celebrò la bravura<br />
del comico (Prefazioni dell’edizione Pasquali XV,<br />
in Goldoni, I, p. 739: «se tutte le maschere avessero<br />
il talento del Sacchi, le commedie all’improvviso sarebbero<br />
deliziose» e Mémoires I, XLI, in Goldoni, I,<br />
p. 191: «Cet Acteur […] ajoutait aux graces naturelles<br />
de son jeu, une étude suivie sur l’art de la Comédie<br />
et sur les diff érens Th éâtres de l’Europe […] Ses traits<br />
comiques, ses plaisanteries n’étoient pas tirées du langage<br />
du peuple, ni de celui des Comédiens. Il avoit<br />
mis à contribution les Auteurs Comiques, les Poêtes,<br />
les Orateurs, les Philosophes; […] mais il avoit l’art<br />
d’approprier les maximes de ces grands hommes à la<br />
simplicité du balourd»).<br />
7. La notizia è registrata anche da Pietro Gradenigo<br />
nei Notatori (Biblioteca del Museo Civico Correr di<br />
Venezia, Gradenigo–Dolfi n 67, vol. II) alla data 28<br />
luglio 1753: «Commedianti inservienti al Teatro di<br />
San Giovanni Grisostomo passano a Lisbona per la<br />
corte del Re di Portogallo, mediante il patto di cinque<br />
mille duecento zecchini all’anno».<br />
8. La pratica delle rappresentazioni proposte dai<br />
bambini della compagnia continuò anche dopo il ritorno<br />
della troupe Sacchi a Venezia (P. Gradenigo,<br />
Commemoriale, diario, ed annotazioni curiose occorse<br />
in Venezia, nelle Città suddite, ed altrove da ottobre<br />
1758, sino tutto aprile 1760, manoscritto presso la<br />
Biblioteca del Museo Correr, Gradenigo–Dolfi n 67,<br />
vol. V, 22 novembre 1758: «[i fanciulli di ritorno<br />
dal Portogallo] nel Teatro San Samuele ottimamente<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />
questa sera rappresentarono la Commedia intitolata<br />
la Vedova scaltra. Essi altrettanto spiccarono in Lisbona<br />
e sono li fi glioli delli propri <strong>comici</strong> da colà ritornati<br />
in Venezia»). L’abitudine di fare recitare i bambini<br />
era propria anche di altri capo<strong>comici</strong>: per esempio<br />
Gaetano Fiorio, un attore che per breve periodo aveva<br />
militato nella compagnia Sacchi, fece recitare da<br />
bambina Anna Fiorilli Pellandi il 13 gennaio 1781 a<br />
San Giovanni Grisostomo nel Sogno avverato favola<br />
pastorale divisa in due atti (G. Fiorio, Trattenimenti<br />
teatrali di Gaetano Fiorio, Venezia, presso Domenico<br />
Fracasso, 1791, t. I, pp. 248–249: «Lettore cortesissimo<br />
avendo nella Compagnia sette piccioli Ragazzi,<br />
che dimostravano dello spirito, mi venne in pensiero<br />
di scrivere qualche picciola Commedia, e m’addossai<br />
il paziente incarico d’istruirli […] credo bensì che<br />
l’applauso prodotto fosse dall’esattezza, colla quale<br />
questi fanciulli la rappresentavano [il più vecchio non<br />
arrivava all’età di 12 anni]. Destava meraviglia in fatti<br />
il vedere Comici di sei, sette anni, maneggiare gli<br />
aff etti, eseguire scene mute, con ragionato pantomimo,<br />
ed arrivare ad interessar il Pubblico. Fra questi si<br />
distinse particolarmente l’Annetta Fiorilli, che sosteneva<br />
la parte di Amarilli, e fi n d’allora prometteva di<br />
riuscire quella brava Attrice, che presentemente vien<br />
celebrata»). Anche un’altra pièce dello stesso autore,<br />
I pazzi corretti, commedia di un atto in prosa andata<br />
in scena nel 1776 San Giovanni Grisostomo fu scritta<br />
«ad uso dei piccoli fanciulli» (ivi, t. II, p. 294).<br />
9. Gozzi, nella Tartana degl’infl ussi per l’anno bisestile<br />
1756, con fi nzione letteraria, pronostica il ritorno<br />
della compagnia Sacchi (La profezia del Burchiello per<br />
il mese di dicembre. Sopra il ritorno del Sacchi, Truff aldino<br />
in C. Gozzi, Opere, Venezia, Colombani, 1774,<br />
t. VIII, pp. 68–70). In onore di Sacchi, il drammaturgo<br />
scrisse nel 1761 il Canto ditirambico de’Partigiani<br />
del Sacchi Truff aldino (in C. Gozzi, Opere, Venezia,<br />
Colombani, 1774, VIII, pp. 164–179), in cui elogiava<br />
l’attore, la sua compagnia e la tenace–nonché riuscita–riproposizione<br />
della commedia all’improvviso.<br />
Sacchi certamente era già in Italia a partire dal 1755,<br />
anno in cui fi gura come ballerino al Teatro Regio di<br />
Torino (Archivio Storico di Torino, Fondo Coll. IX,<br />
Conti, stagione 1755/1756). Nel frattempo la compagnia,<br />
oltre a Venezia, lavorò anche a Milano, Torino,<br />
e Bologna. Quest’ultima piazza ospitò Sacchi almeno