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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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176 – Giovanna Sparacello<br />

Oltre a recitar bene la Tragedia; esprimeva<br />

anche a meraviglia le parti famigliari, e le affaticate<br />

nelle Commedie. L’anno 1634. era<br />

in Bologna a recitare, e fu distinta con poetiche<br />

lodi nel Libretto intitolato: La Scena<br />

Illustrata Composizioni di diversi. Libretto<br />

di quattro fogli e mezzo in forma di quarto,<br />

stampato ad istanza di Bartolommeo Cavalieri,<br />

per Niccolò Tebaldini, e dedicato al<br />

Signor Marc’Antonio Fioravanti 3 . Recitò ivi<br />

con molto applauso una faticosa Commedia,<br />

intitolata: La Forsennata Isabella 4 , in lode di<br />

Cui Paolo Cersonti le scrisse un’Oda, che<br />

non trascriviamo per essere troppo lunga, e<br />

ci contenteremo di riportar qui un solo Sonetto<br />

di Tinocasto Gradivello 5 , fatto in occasione<br />

della di lei partenza.<br />

Di cori ancisi archi famosi, e chiari<br />

Ergansi a te, bella d’Amor guerriera,<br />

Che quinci omai trionfatrice altera<br />

Gir di mill’Alme ad altro Ciel prepari.<br />

Preceda il Carro in lieti applausi, e cari,<br />

Lunga d’amanti, e catenata schiera;<br />

E delle glorie tue l’istoria intera<br />

Lo stral che ne trafi sse anco dichiari.<br />

D’Amori intanto esercito feroce<br />

Qui lascia in guardia; e stragi, e morti nuove<br />

Vanne a piover dal ciglio, e dalla voce.<br />

Così saggio veggiam Duce là dove<br />

Giunse vincente, e rapido, e veloce<br />

Indi partirsi, e portar guerra altrove.<br />

Note<br />

1. Isabella Negri fu sposa di Giacomo Chiesa, noto<br />

col nome di Violone, per cui si veda ad vocem in queste<br />

<strong>Notizie</strong>. Ella fu legata alla corte di Mantova e recitò<br />

nel ruolo di Moschetta. Fece parte della compagnia<br />

del duca di Modena Francesco I d’Este per l’anno comico<br />

1651–52. BIBLIOGRAFIA: Rasi, II, pp. 655–<br />

657; Archivio Herla, Isabella Chiesa, Moschetta; S.<br />

Monaldini, L’anno comico 1651–52 e la compagnia<br />

ducale estense, in «Commedia dell’arte. Annuario internazionale»,<br />

I, 2008, pp. 29–95.<br />

2. Gian Francesco Maia Materdona, poeta marinista<br />

nativo di Mesagne (Brindisi). Ecclesiastico, membro<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />

dell’Accademia degli Umoristi in Roma, fu autore delle<br />

Rime pescherecce (1628) e di una più ampia raccolta<br />

di liriche che porta il titolo di Rime (1632). Cfr. Dizionario<br />

della letteratura italiana: gli autori, i movimenti, le<br />

opere, a c. di E. Bonora, Milano, Rizzoli, 1977, vol. I.<br />

Il sonetto riportato da Bartoli venne poi incluso da<br />

Benedetto Croce nella raccolta Lirici marinisti, Bari,<br />

Laterza, 1910, p. 112.<br />

3. La scena illustrata. Composizioni di diversi, in Bologna,<br />

per Nicolò Tebaldini, ad istanza di Bartolomeo<br />

Cavalieri, 1634.<br />

4. Non si hanno notizie riguardo l’edizione di questa<br />

commedia, che non fi gura nella Drammaturgia di Allacci.<br />

Si tratta forse della Pazzia di Isabella, scenario<br />

di Flaminio Scala.<br />

5. Non si è riusciti a reperire nessuna informazione a<br />

proposito dei poeti citati in questa notizia.<br />

Giovanna Sparacello<br />

CICUZZI ANGELA 1 , nata dalla Regina<br />

oggi detta Marchesini 2 , e dal suo primo Marito<br />

3 . Questa giovane merita che si faccia<br />

menzione di lei, per aver sortita dalla natura<br />

molta inclinazione allo studio dell’Arte<br />

Comica, ed anche a quello del Ballo, e<br />

qualche poco al Canto; ond’è che facendo<br />

valere tutte tre queste sue abilità sul Teatro,<br />

ne riscuote degli applausi, ed è assai ben accolta<br />

dall’Uditorio 4 . Oltre ciò è fornita di<br />

buon ingegno, e si applica volentieri alla<br />

lettura de’ Libri onesti. Ciò, che corona poi<br />

singolarmente la sua virtù, si è la bontà de’<br />

suoi costumi; che possono servir di modello<br />

all’onesto contegno delle fanciulle sue pari,<br />

che hanno per la via del Teatro incamminati<br />

i loro passi.<br />

Alla Signora Angela Cicuzzi Comica, Ballerina,<br />

e che si diletta ancora del Canto.<br />

Bene a te si convien d’Angelo il nome,<br />

S’anco d’Angelo hai tu forme, e virtudi.<br />

E se per belle vie fatichi, e sudi,<br />

Merti cinte d’alloro aver le chiome.

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