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Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf

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della Comica Professione; e tutto gli giova<br />

a stabilirsi il nome d’uomo instancabile nella<br />

servitù del Pubblico, il quale lo stima, e<br />

l’applaude, avendogli oggimai conceduto il<br />

nome di Commediante rinomatissimo, e di<br />

spiritoso insieme, ed infaticabil talento 12 .<br />

Note<br />

1. Sappiamo da Bartoli che il soprannome deriva dal<br />

mestiere del padre, fabbricante di pettini.<br />

Bibliografia: Rasi, II, pp. 1040–1041; Enc. Spett.,<br />

V, col. 1621; Giardi, passim; A. Piazza, Commedie<br />

di Antonio Piazza, Venezia, Modesto Fenzo, 1786, 2<br />

tt.; L. Giari, Carlo Gozzi in guerra con le traduzioni<br />

del teatro francese moderno, ovvero i sentimenti nascosti<br />

sotto le idee, in Carlo Gozzi entre dramaturgie de l’auteur<br />

et dramaturgie de l’acteur: un carrefour artistique<br />

européen (Atti del Convegno Internazionale Parigi,<br />

23–25 novembre 2006), «Problemi di critica goldoniana»,<br />

numero speciale a c. di A. Fabiano, Ravenna,<br />

Longo Editore, XIII, 2007, pp. 195–208.<br />

2. Maria Grandi, bolognese, a lungo Prima Donna<br />

nella compagnia Bazzigotti.<br />

3. Dalle notizie che si ricavano nella voce dedicata<br />

da Bartoli a Felice Grandi, prima moglie di Tommaso,<br />

le tappe corrispondono con quelle compiute<br />

dalla compagnia di Nicodemo Manni, in cui Grandi<br />

deve entrare prima del 1766: in quell’anno, a Barcellona,<br />

Tommaso Grandi sposa la promettente attrice<br />

fi orentina.<br />

4. Si può ipotizzare che la chiamata del Pettinaro al<br />

San Luca sia avvenuta intorno all’anno 1767, al momento<br />

del rinnovamento della compagnia del teatro<br />

in seguito alla morte di Giuseppe Campioni (1767)<br />

e alla partenza di Giustina Cavalieri (1766–67). I<br />

coniugi Grandi dovevano appartenere già a questa<br />

compagnia durante la primavera–estate 1768. Infatti,<br />

secondo il registro manoscritto delle rappresentazioni<br />

date dalla compagnia del San Luca in quegli anni<br />

(Squarzo degli utili del teatro Vendramin a San Luca,<br />

Biblioteca di casa Goldoni, Archivio Vendramin,<br />

42.F 4/19), la troupe si trovava giusto a Torino durante<br />

la primavera 1768, al momento della morte per<br />

parto di Felice Grandi nella stessa Torino che, viene<br />

detto, l’aveva tanto applaudita. Difatti dall’autunno<br />

del medesimo anno viene scritturata da Lapy come<br />

Francesco Bartoli – 275<br />

prima attrice Caterina Manzoni. Nel 1770, al momento<br />

dell’arrivo della compagnia Sacchi al Teatro<br />

Vendramin di San Luca, Grandi segue i compagni nel<br />

passaggio della ex–compagnia del San Luca (da quel<br />

momento in poi diventa la compagnia Lapy) al Teatro<br />

di Sant’Angelo.<br />

5. Si tratta di due delle traduzioni di maggior successo<br />

della giovane giornalista Elisabetta Caminer tra<br />

quelle recitate dalla compagnia Lapy: Il Disertore, traduzione<br />

dell’omonimo dramma di Louis–Sébastien<br />

Mercier, e Gabriella di Vergy, traduzione della tragedia<br />

d’argomento medievale di Pierre Laurent de Belloy.<br />

Accolto piuttosto freddamente in patria (1 a ed. Paris,<br />

1770), Il Disertore tradotto dalla Caminer è il successo<br />

incontestato della stagione veneziana del carnevale<br />

1770–71. Nel gennaio 1771, contemporaneamente<br />

alla prima messa in scena francese a Brest, nell’adattamento<br />

di M. J. Patrat, il dramma viene clamorosamente<br />

applaudito al Teatro Sant’Angelo per 23 sere<br />

consecutive fi no alla chiusura del carnevale. Grazie a<br />

questo successo imprevisto ed eclatante la moda delle<br />

traduzioni del teatro francese, già presenti sulle scene<br />

veneziane da diverse stagioni, dilaga in tutti i teatri di<br />

prosa e nei repertori delle varie compagnie, che fanno<br />

a gara per mettere in scena le novità estere. La Gabriella<br />

di Vergy è una delle nuove traduzioni della Caminer<br />

rappresentate dalla compagnia Lapy nell’autunno<br />

successivo (1771) e che verranno pubblicate subito<br />

dopo tra le fortunate Composizioni teatrali moderne<br />

tradotte da Elisabetta Caminer (Venezia, Colombani,<br />

1772, 4 tt.). Questa tragedia sarà il punto di partenza<br />

dell’attacco di Carlo Gozzi ai drammi francesi tradotti<br />

dalla Caminer, troppo scomodi per il loro successo<br />

presso il pubblico veneziano e più in generale italiano<br />

(C. Gozzi, prefazione al Fajel, tragedia tratta dal<br />

francese, Venezia, Colombani [1772]; Ragionamento<br />

ingenuo, e Storia sincera dell’origine di dieci fi abe sceniche,<br />

in Gozzi, Opere, I, pp. 2–64). Per un’analisi delle<br />

traduzioni, delle tracce delle rappresentazioni e sulle<br />

polemiche sorte cfr. L. Giari, La diff usion du théâtre<br />

français en traduction à Venise pendant la seconde moitié<br />

du XVIII e siècle. Etude statistique et littéraire, Université<br />

Paris 8 / Università di Pisa, 2008, tesi in cotutela<br />

diretta dalla Professoressa Françoise Decroisette; sulla<br />

tragedia di Belloy cfr. L. Comparini, “Cela est trop<br />

commode pour être séant”. Carlo Gozzi traducteur de<br />

© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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