Notizie istoriche de' comici italiani - irpmf
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382 – Giovanna Sparacello<br />
Giulio Cesare Becelli altro Letterato Veronese<br />
diresse al Riccoboni in Francia una sua<br />
Scrittura in materia di Teatro, intitolata: Lettera<br />
ammonitoria a Lelio Commediante, che<br />
sta a Parigi; la quale fu stampata in Venezia<br />
senza data dell’anno, in forma di quarto 19 .<br />
Questo è tutto ciò, che di Luigi Riccoboni<br />
abbiamo potuto raccogliere intorno ai lavori<br />
della sua penna; e solo ci resta a dire, ch’egli<br />
fu un uomo di sommo raziocinio, che molto<br />
valse nel carattere di primo Innamorato sotto<br />
il nome di Lelio, che scrisse nella propria,<br />
e nella Gallica favella con molto sentimento;<br />
e che fu buon Marito dell’Elena Balletti sua<br />
buona Moglie, ed amoroso Padre a Francesco<br />
suo rispettoso Figlio. Ebbe delle lodi in<br />
varj scritti di celebri Autori; ed essendole premorta<br />
la Moglie 20 , passò egli pure a miglior<br />
vita in Parigi, lasciando il fi gliuolo erede delle<br />
sue sostanze, e delle sue virtù intorno all’anno<br />
1746 21 . Il secondo capitolo del predetto<br />
trattato dell’Arte rappresentativa servirà per<br />
un saggio semplicissimo degli infi niti talenti<br />
di questo Commediante famoso, nel tempo<br />
istesso, che potrà giovare ad instruire chiunque<br />
per la Teatrale Professione avesse volontà<br />
d’incamminarsi.<br />
Dell’Arte Rappresentativa.<br />
Capitolo Secondo.<br />
Chi le gambe bistorte, e fatte in Esse,<br />
E la testa congiunta con il petto,<br />
E le due anche sgangherate avesse;<br />
Se in onta di Natura, e per dispetto<br />
Scegliendo il ballo per lo suo mestiere<br />
Danzasse la Corrente, e il Minuetto;<br />
Non sarebbe una cosa da vedere<br />
Per far che si scompisci una brigata,<br />
Non potendo le risa contenere?<br />
Così del Commediante. Se adeguata<br />
Non avrà la fi gura, non imprenda<br />
Un’arte sì gentile e delicata.<br />
Non v’è chi non conosca, e non intenda,<br />
Che sulla Scena è d’uopo esser disposto<br />
Di membra ben formate, e senza menda.<br />
© IRPMF, 2010 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano<br />
Ma se pur disgraziato, ed incomposto<br />
Sarai per tua sciagura, o 22 Commediante;<br />
(Cosa da intirizzire al Sol d’Agosto.)<br />
Saggio consiglio almen ti ponga innante<br />
Ciò che convienti: e non convienti al certo<br />
Di fare il maestoso, nè il galante.<br />
Che gradito non sol, ma non soff erto<br />
Sarai, se un Alessandro, o se un Medoro<br />
Comparirai sul Palco, io te ne accerto.<br />
Per ben fi ngere un Re, fra nobil coro<br />
Non ti basta apparir in Regia Corte,<br />
Né il manto aver di gemme asperso e d’oro.<br />
Sguardo irritato, che minacci morte,<br />
Portamento cortese in uno, e altero,<br />
Voce che ti spaventi, e ti conforte!<br />
Queste son l’arti, che il sovrano Impero<br />
Dimostrano in colui, che un Re fi gura:<br />
Infelice! nè in te trovarle io spero.<br />
Nè men aspra sarà la tua ventura<br />
Se d’amoroso e tenero zerbino<br />
Vorrai darci il modello, e la pittura.<br />
Un sospiro, uno sguardo, ed un inchino<br />
Contrafatti da’ tuoi sgraziati modi<br />
Ne additeranno quanto sei meschino.<br />
Se fuggirai dagl’intricati nodi<br />
In cui ti poser la natura, e il fato;<br />
Troverai forse chi t’applauda e lodi.<br />
T’adopra in quello per cui sol sei nato,<br />
E le fi che farai al più valente,<br />
Diventando un prodigio il tuo peccato.<br />
Un Re supposto fraudolosamente,<br />
O per inganno un Cavalier narciso,<br />
Ti faranno passar per eccellente;<br />
Poiché sempre diletta, e muove a riso<br />
In un deforme l’imitare il bello<br />
Qualora il fi nga. Non sprezzar l’avviso.<br />
Or tu, come suol dirsi, che a pennello<br />
Sei fatto, e di natura hai tutti i doni;<br />
Parmi vederti baldanzoso, e snello.<br />
Ti credi che al di sopra dei men buoni<br />
Nel formarti natura se ti pose,<br />
E tutti chiami 23 goffi , e mocciconi.<br />
Non invanir, che han spine le tue rose:<br />
Non giova che tu sia bello, e leggiadro,<br />
Sotto quel bello son bruttezze ascose.<br />
Non stupir se ti esamino, e ti squadro: